𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐈𝐈

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Mi addormentai con ancora la musica sull'orecchie, sentì qualcuno che mi scuoteva ma non ci feci molto caso; «Isabella! Isa, svegliati stiamo per atterrare.», sbuffai e spensi la canzone «Santo cielo, Jennifer, era partita la parte più bella della canzone.» mi lamentai guardandola male «Sentiamo, di che canzone si tratta: di "Sofia" o "La cintura" ?» chiese in modo sarcastico.

«El Mismo Sol, hai fallito.. di nuovo.» risposi con aria vincente «Non capisco come ti possa piacere lui e la sua musica.» la fulminai con uno sguardo e risposi: «Avanti, se solo avessi la sua stessa età non sarei qui seduta con te, ma a provarci con lui. Parliamone, lui e la sua musica sono affascinanti.» 

Ridacchiò per poi tornare seria, «A proposito, prima avevi detto che mi dovevi dire qualcosa, che cosa? » domandò e subito un pensiero lucido raggiunse il mio cervello «Merda, vero. Come potevo dimenticarmene.» iniziai e vidi la sua faccia preoccupata «Tranquilla, non è niente di che.. solo che ho sentito una conversazione tra i tuoi.» spiegai spostando una piccola ciocca di capelli dietro l'orecchio «Che tipo di conversazione?» chiese con interesse «Beh ecco, c'è una verità in ballo.» affermai facendole aggrottare le sopra ciglia «Spiegati meglio.» disse «Arrivando al punto, dicono che ci devono dire una verità.» riassunsi con poche parole; «Che verità?» continuò a chiedere «Non lo so che verità, sono qui con te! Se solo sapessi qualcosa non sarei qui ma a "discutere" con loro.» risposi seccante.

"Allacciate le cinture, siamo pronti per l'atterraggio." mi voltai verso Jennifer con uno sguardo infuriato «Venti muniti fa, avevi detto che questa frase l'hanno già detta. » sforzò un sorriso mischiato tra falsità e terrore «Scusa ma mi annoiavo e dalle tue cuffie si sentiva soltanto la magnifica, splendida e affascinante voce del tuo amato Alvaro soler.» si giustificò facendo in parte la lecchina «Non è una buona motivazione, è meglio che te ne trovi una più sensato la prossima volta.» sbottai arrogante.

Scendemmo dall'aero e andammo verso l'aero porto di Washington per ritirare le nostre valigie mandate; non ci mettemmo molto ad aspettare,  «E' la prima volta che ritiro la mia valigia senza aspettare tanto.» affermò felice Jenny «Ci credo, la tua valigia è l'unica storta con un colore che si vedrebbe dall'Egitto.» risposi aumentando il passo «gne gne» disse con voce da bambina.

Eravamo in mezzo alla strada per prendere un taxi, ma subito dopo ci arrivò una chiamata dalla nonna; "Isabella, cara, come state?" oh Cristo, siamo nel bel mezzo della notte nel mezzo di una strada al freddo, come vuoi che stessimo «Bene, nonna, tu invece?» chiesi di rimando per sembrare cortese "Umh, molto bene, sì. Volevo dirti che abbiamo chiamato il nostro autista per venirvi a prendere, non c'è bisogno che prendiate un taxi." ci informò con , come sempre, una voce da una vecchia donna elegante e ricca, lo riferì subito a Jennifer «Grazie mille, nonna, salutami il nonno, Ciao!» ero così entusiasta di attaccare "Tanto state per arrivare, comunque salutami Jennifer, A dopo tesoro."

Riattaccai e mi voltai verso la bionda, «E' un bene che i nostri nonni siano così ricchi.» disse battendo le mani come una bambina, i nonni sono sempre stati ricchi, nonno era perfino il presidente degli stati uniti, prima dell'arrivo di Trump e Biden, mentre da noi in Canada eravamo una famiglia benestante.

Una limousine si fermò proprio davanti a noi, lanciai un'occhiata veloce a mia sorella e salimmo; «Ancora non so dove andremo a vivere.» si lamentò la bionda accanto a me «A Washington?» chiesi con aria sarcastica «Davvero? Non lo sapevo, credevo che andavamo a vivere nel Polo Sud.» rispose ironica, le nostre conversazioni sono sempre così sarcastiche.

 «Scusi, ma dove andremo di preciso a vivere?» chiesi all'autista «A Washington.» quest'ultimo rispose, io e Jennifer lo guardammo male, «Scusate, ma eravate così sarcastiche prima, comunque per rispondervi andrete a vivere nel Delaware.» continuò, «Oddio, lì vive Robert Hunter Biden.» urlò mia sorella dalla felicità «Chi sarebbe?» Jennifer mi guardò con uno sguardo omicida «Il nipote di Biden.» rispose secca «ma è 2006.» dissi «Infatti è per te non per me, io sono una bellissima 2004 che questo mese compie i diciotto anni e che ha bisogno di un vero principe!» rispose molto allegra «Non ti ho chiesto chi sei, ne quando farai gli anni.» affermai secca per poi girarmi verso il finestrino.


𝐄𝐓𝐄𝐑𝐍𝐀𝐋 𝐋𝐎𝐕𝐄¡▸𝐇𝐮𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐁𝐢𝐝𝐞𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora