Capitolo XIV

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Capitolo XIV

ՑՑՑ

"Da un certo punto in avanti non c'è più modo di tornare indietro."
Franz Kafka -

   Quello che Joshua continua a sperare, è che prima o poi, tutto questo, si riveli solo un sogno. Un brutto, inquietante e sgradevole sogno. Maledice in ogni modo il momento in cui ha accettato di incontrarsi con Maria e dare inizio a questa serie di macabri eventi, che ora lo vedono non solo ancora protagonista delle visioni che ha sempre cercato di vincere, ma schiavo di un'ombra che, infine, ha rivelato il suo nome.

   Morgen.

   Se lo ripete nella testa, da quando ha aperto gli occhi, questa mattina – sebbene il suo sonno sia stato agitato e incostante per tutta la notte e si sente come se non avesse dormito affatto. Ci ha pensato mentre faceva colazione, non riuscendo a buttare giù più di un pezzo di pane con la marmellata, siccome ha lo stomaco chiuso. Ha bevuto un sorso di caffè, ma ora gli brucia lo stomaco; troppo nervoso per credere di poter tenere quella situazione sotto controllo. Ci pensa ora, mentre è sull'autobus, e per quanto cerchi di non incontrare il proprio riflesso contro il vetro del mezzo, in piedi davanti alle porte centrali, non riesce a non percepire la presenza di Morgen dietro di sé. Dentro di sé, per essere più precisi.

   Il chiacchiericcio delle persone è indistinto; c'è una donna che parla con un forte accento scozzese, seduta a mezzo metro da lui, con un rossetto rosso un po' sbavato, un trucco sugli occhi pesantissimo e il sudore che le cola dal mento, che sembra quasi muoversi a rallentatore. Il ragazzino con una mano in tasca e l'altra intenta a scorrere pigramente sullo schermo del cellulare, non ha alcuna luce negli occhi, ma forse è la noia all'idea di dover andare a scuola. L'uomo con i baffi brizzolati lo fissa da un sedile lontano, ma non lo sta davvero guardando – «No, non sta guardando me. È solo un'impressione.» –, è assorto nei suoi pensieri, e si ridesta quando l'autobus fa una brusca frenata, incontrando il semaforo rosso di Oxford Circus.

   Niente intorno al suo mondo ha più la stessa percezione. Niente di ciò che lo circonda ha più una parvenza normale, anche più di quanto non ne avesse prima. Il suo modo di vedere le cose ha subito un brusco impatto, ma non con la realtà, perché quella non può essere la realtà. Ogni cosa che incontra nel suo cammino è un potenziale pericolo. Non sono più solo i morti, ad essere il suo tormento, ma anche gli esseri umani dai quali si sente così lontano, ma da cui ha sempre cercato un aiuto. Morgen gli ha detto che non tutti sono chi crede che siano. Che Maria, forse, non lo sta davvero aiutando e che padre Richard nasconde dei segreti, dietro quel suo modo giovanile di fare e poi... e poi c'è quel matrimonio al quale ha assistito, di cui non sa nulla. Assolutamente nulla. Non è riuscito a vedere i volti dei due sposi, a riconoscere un timbro di voce da affibbiare loro e, ancora più importante, non è riuscito a capire i loro nomi.

   E non sa per quale motivo Morgen glieli abbia nascosti.

   Stringe una mano intorno al tubo di sostegno giallo che campeggia al centro dell'autobus, con la sensazione nel cuore di non sapere più di chi fidarsi, anche se Morgen non è di certo qualcuno su cui riporre le proprie speranze; non dopo averlo chiuso in una bara e avergli mostrato quello scenario terribile nella chiesa – sebbene gli abbia promesso libertà assoluta dal suo dono.

   Ma vale davvero la pena scendere così a fondo, per una libertà che non sa nemmeno se risolverà le cose?

   Si morde un labbro, e prima di poter iniziare a elaborare qualche risposta, Joshua si rende conto di aver appena raggiunto la sua fermata a Pancras Square, dove scende immediatamente quando l'autobus si ferma. Si volta leggermente per guardare ancora dentro al veicolo, prima che questo chiuda le sue porte e, quei personaggi che lo hanno inquietato, sembrano delle normalissime persone ancora intente nelle loro faccende, ignare del fatto che lui abbia percepito in loro qualcosa di macabro. La donna parla ancora al telefono, il ragazzo è ancora fermo in quella posizione statica e annoiata e l'uomo fissa di fronte a sé, dove poco prima si trovava lui. No, non lo stava guardando.

Non Chiedermi dei Morti - Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora