Capitolo XXII

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Capitolo XXII

ՑՑՑ


                                        Quando Joshua raggiunge Lime House, è ormai buio pesto e se ne accorge solo una volta che la DLR, la linea della metropolitana che da Deptford Bridge l'ha portato lì, è uscita dal tunnel sotterraneo per salire in superficie. Non appena scende dal treno si rende conto che le strade sono ormai quasi deserte e che, le uniche fonti di luce, sono dei lampioni che segnano la strada verso il porto. Joshua rallenta il passo, ammirando la tranquillità con cui le barchette ormeggiate ondeggiano a ritmo delle onde e tenta, in qualche modo, di trovare quella stessa tranquillità, anche se sa di non poterci riuscire pure provandoci con tutte le sue forze.

Sono successe troppe cose, nelle ultime ore – e negli ultimi giorni, ed è stanco morto. Avrebbe voluto andare a casa a riposare, ma sa già che, di dormire, non se ne parlerà per molto tempo. Dalle bugie di Maria – raccontate per nobili motivi, certo, ma pur sempre bugie, alla morte del padre di Fred, fino alla consapevolezza di aver sfidato Morgen e di aver tradito la sua promessa di non parlare mai di lui con nessuno, Joshua non ha idea di cosa lo aspetterà, eppure si sente sorprendentemente tranquillo.

«Quando hai molta paura a volte non la senti nemmeno», gli ha detto sua nonna, una volta, parlando di quei pazzi che si buttano con il paracadute, aprendolo a pochi metri da terra, incapaci di comprendere persino il pericolo, forse spinti dall'adrenalina che a volte è in grado di annullare tutto il resto.

Chissà come deve essere sentirsi così. Eppure, chissà, forse è proprio adrenalina che brucia come benzina per via della paura, quella che sente ora.

Passa accanto ad una libreria fatta con delle scatole di legno, a forma di orologio a cucù. È molto piccola e, accanto all'anta che permette di aprirla, c'è scritto Se prendi uno dei libri, ricorda di lasciarne uno tuo per gli altri. Ce ne sono tante di mini-librerie, in giro per Londra, ma non ne ha mai vista una cosa ben conservata. Si vede che gli abitanti del quartiere sono molto affezionati a quell'oggetto. Motivo per cui lo trattano così bene.

Guarda la strada, un ragazzo in bicicletta che va nella direzione opposta alla sua, sulla pista ciclabile, e che suona il campanello quando raggiunge un incrocio, forse per avvisare eventuali automobilisti del suo passaggio.

Alza la testa e vede la metro passare di nuovo sulla sopraelevata che costeggia il porto. Si gira ancora e guarda un ponte che porta verso un parco. Una volta è andato lì per correre, rinunciando poi qualche giorno dopo per pigrizia.

Sta divagando. Non riesce a concentrarsi sul vero motivo per cui è lì e, allo stesso tempo, su quelle cose che non vuole dire a Robin.

Morgen è parte di lui, ma anche della signora Soria e, Robin, non ha nessuna ragione per essere coinvolto in questa storia. Anzi, è già abbastanza parte di tutto, e Joshua non ha alcuna intenzione di renderlo protagonista di questa storia a cui, dopo questa chiacchierata con lui, vuole mettere un punto.

Non gli importa più delle conseguenze, vuole delle risposte. Vuole arrivare al nocciolo, vuole scoprire da sé quello che è successo a Janine e perché, ma senza coinvolgere Robin. L'obiettivo di quella chiacchierata sarà uno solo: persuaderlo nel mettersi da parte, perché le cose stanno diventando pericolose, soprattutto per lui.

Se è vero quello che ha detto la signora Soria, Robin è in pericolo. Così come lo era il padre di Fred, e che è morto e, anche se Joshua vorrebbe credere che non sia per mano di Morgen, sa che non può ignorare la possibilità che invece sia stato proprio lui l'artefice di quella tragedia familiare. Sa che non può ignorare il fatto che Morgen ha il potere di controllare coloro che sceglie, ed è il fatto di non sapere in alcun modo come contrastarlo che lo spaventa di più.

Non Chiedermi dei Morti - Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora