1 - Combinazione perfetta

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Prima ancora di aprire gli occhi Tsukishima allunga un braccio verso la mensola accanto al letto.

E' un gesto automatico, a colpo sicuro trova gli occhiali. Li prende, facendo attenzione a non toccare le lenti, e li infila.

La sveglia non è ancora suonata, ma ormai è mattina. Inutile continuare a rigirarsi nel letto, con quel chiodo fisso che lo ha tormentato tutta la notte.

Domani è il compleanno di Kuroo-san.

Ci rimugina da qualche giorno. A dire la verità, da molti giorni. Da mesi, considerando che dalla fine del ritiro estivo il pensiero del capitano della Nekoma lo ha abbandonato di rado.

Vorrebbe trovare il modo di portargli i suoi auguri, vorrebbe farsi vivo, ma nessuna delle idee che gli sono venute è percorribile.

Esclude categoricamente di telefonargli. Al ritiro si sono lasciati reciprocamente i numeri di telefono, e a volte si sono scambiati qualche messaggio, ma pensa che una telefonata presupponga una confidenza e una familiarità che è ben lontana tra di loro. E non vuole essere lui a fare la prima mossa, anche se è il suo compleanno.

Un messaggio è altrettanto da evitare: nel giorno del compleanno, per di più di una persona così popolare, si perderebbe tra i mille messaggi simili, e si vanificherebbe il significato che lui vorrebbe dargli.

Occasioni per vedersi non ce ne sono, e non ce ne saranno in futuro, a meno che il sensei non riesca ad impietosire ancora una volta l'allenatore della Nekoma e lo convinca a fare altri allenamenti con la loro patetica squadra. O a meno che, ipotesi del tutto irrealizzabile, la Karasuno non diventi molto più forte, tanto da poter affrontare ufficialmente una squadra preparata e competitiva come quella dei gattacci.

Impossibile.

Mentre si veste, dalla mensola arriva il suono di un ruggito soffocato. Deve decidersi a cambiare la sua sveglia-tirannosauro. L'ha vinta per lui suo fratello Akiteru ad una bancarella durante un festival, quando erano bambini, e da allora l'ha sempre utilizzata.

Svogliatamente, scende al piano di sotto per l'asa-gohan che sua madre, come tutte le mattine, sta preparando in quantità disumane.

Suo fratello Akiteru è già a tavola, sta parlando con la madre, davanti ad un piatto di riso, tamagoyaki e nattò.

"Non vorrei che tu andassi da solo, Aki-chan, il viaggio in macchina è lungo e dopo le terapie potresti essere stanco" sta dicendo sua madre mentre finisce di preparare la colazione. "E se qualcosa andasse storto?".

"Non preoccuparti mamma, me la caverò". Risponde Akiteru mentre sorseggia il suo the. "E poi, potrei sempre chiedere a Kei di saltare un giorno di scuola per accompagnarmi", continua appena vede arrivare il fratello, sorridendo e facendogli l'occhiolino.

"Che, saltare scuola? Non se ne parla! E per fare cosa, poi?" Si affretta a dire Kei. Non gradisce gli impegni, figurarsi quelli imprevisti e imposti da altri.

Akiteru alza le spalle e addenta un pezzo di salmone. "E' buonissimo mamma", dice con la bocca piena.

"E' incredibile quanto cibo tu riesca ad ingurgitare in un solo pasto oni-isan. Solo con quella colazione io potrei sfamarmi per una settimana".

"Kei-chan, lo sai che domani tuo fratello deve andare a fare la fisioterapia nella clinica di Tokyo, io non lo posso accompagnare, e non mi va giù l'idea che faccia un viaggio così lungo tutto solo. Se almeno prendesse lo shinkansen...".

"Mamma, te l'ho detto, l'auto è più comoda, non ha orari, e poi io sono un figlio modello e, tra le altre cose, guido benissimo" dice Akiteru con tono ironico.

La madre allunga un buffetto sulla testa al figlio maggiore, ma non può far altro che arrendersi.

"In effetti non sarebbe una cattiva idea se tu lo accompagnassi Kei-chan. Mentre lui è impegnato con le terapie tu potresti fare due passi in città, che ne dici? Non c'erano anche alcune squadre di Tokyo al ritiro? Potresti magari sentire qualcuno dei giocatori che hai conosciuto, e passare a salutarlo". Gli dice sua madre con tono dolce, guardandolo con occhi speranzosi. "Eh, Kei-chan?".

Lentamente nella testa di Tsukishima il fastidio lascia il posto alla consapevolezza.

Quando tutti gli elementi si posizionano, il suo cuore prende a battere all'impazzata e il suo stomaco sembra essere stritolato in una morsa. Sente le guance andare in fiamme. Si gira verso la credenza fingendo di cercare la sua tazza, che invece ha visto già in tavola.

Domani. A Tokyo.

Domani è il compleanno di Kuroo.

"Kei-chan?"

Combinazione perfetta.

"Non chiamarmi Kei-chan".





ANGOLO AUTRICE

Ho provato timidamente a cimentarmi con una Kurotsuki.

Ho letto di tutto su di loro, sono la mia passione e la mia ossessione (ossessione piacevolissima peraltro). Ho cercato di dare la mia versione della loro storia, pur amando tutto quello che è stato scritto su questa meravigliosa coppia.

Ho pensato ad una storia che si snoda in più capitoli e che man mano avrà degli sviluppi (quelli che tutti ci aspettiamo! <3).

Mi scuso in anticipo se scriverò delle banalità o, peggio, se qualcuno dovesse riconoscere la paternità di qualche mia idea. Vi assicuro che ho cercato di essere originale rispetto alle altre (tante) storie che ho letto e, se qualcosa mi fosse sfuggita, sono pronta a scusarmi e a riconoscere tutti i crediti. D'altra parte, parlando di questi due personaggi, e volendo essere il più fedele possibile al loro carattere originale e all'andamento del manga, è inevitabile che alcune situazioni si assomiglino in tutte le storie scritte su di loro.

Vi auguro buona lettura e.... fatemi sapere cosa ne pensate <3

I crediti delle immagini vanno agli autori, che ringrazio di esistere!! <3


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