Accompagnati da quell'ingombrante ricordo, Kuroo e Kei continuano a camminare lungo la via principale che conduce al centro città. Il traffico è sostenuto, la gente si sta affrettando a tornare a casa dopo il lavoro. Il freddo è più intenso, tanto che il loro fiato si condensa in nuvolette bianche.
Giunti in prossimità di una laterale, Kuroo consulta il telefono e la imbocca, facendo cenno a Kei di seguirlo. La stradina è silenziosa e già dopo pochi passi i due si lasciano alle spalle il trambusto cittadino. Kuroo si ferma davanti ad un modesto edificio a due piani, circondato da un piccolo giardino delimitato da una cancellata di legno bianco. Lungo tutto il primo piano corre una balconata. Su entrambi i piani si affacciano alcune porte, tutte uguali, anch'esse in legno bianco. Sopra il cancelletto d'entrata pende un'insegna ovale, sul cui sfondo candido spicca, in stile elegante, la scritta "Al gatto nero - Affittacamere".
Quanto lo legge Kei vorrebbe scoppiare a ridere, tanto la coincidenza sembra assurda, ma si trattiene, sforzandosi di mantenere un'espressione il più distaccata possibile.
"Te lo giuro, la cosa non è voluta" gli dice Kuroo, come se gli leggesse nel pensiero.
Kuroo si avvicina alla prima porta al piano terra, estrae dalla tasca un mazzo di chiavi, ne infila una nella serratura e apre. Entra nell'unica stanza che si intravede dal vialetto del piccolo giardino, dove Kei è rimasto immobile.
"Ti prego, Tsukki, entra".
Kei fa come dice.
Il monolocale è arredato in modo semplice ed elegante.
Subito a sinistra un piccolo angolo cottura e, in fondo alla stanza, un divano letto, già preparato per la notte. Addossata alla parete una piccola libreria, e a fianco un futon arrotolato. In mezzo al locale, un tavolo da pranzo tradizionale. L'ambiente è pulito, e profuma di fiori di ciliegio.
Kuroo si toglie le scarpe, imitato da Kei, e appoggia la borsa di fianco alla cucina. Si tolgono le giacche sistemandole nell'appendino dietro la porta.
"Allora Tsukki, ti va di mangiare qualcosa?"
Dal borsone Kuroo estrae un bento avvolto in un canovaccio rosso e lo appoggia sul tavolo. Si abbassa nuovamente e tira fuori un secondo bento, in una stoffa bianca decorata con dei cuoricini neri. Infine, appoggia sul tavolo un terzo bento, giallo.
"Ecco qui. Spero tu abbia appetito".
In effetti Kei sente un certo languorino. A pranzo non ha toccato cibo e anche durante la pausa imposta da Akiteru lungo il viaggio di ritorno da Tokyo, si era limitato a guardare suo fratello ingozzarsi di onigiri, senza riuscire a mangiare niente, tanto il suo stomaco era chiuso in una morsa.
"Non ti sembra di esagerare? Avevi forse paura di morire di fame, pozzo senza fondo che non sei altro?" gli dice sprezzante Kei.
A Kuroo scappa una risatina.
"Che ci posso fare io, se le persone vogliono prendersi cura di me? Questo qui" e indica la scatola con i cuiricini "me lo ha preparato la mamma di Kenma".
E ti pareva. Pensa Kei con una fitta allo stomaco. Anche la mamma del nano ci si mette. E quei maledetti cuoricini....
"Questo" e poggia la mano su quello giallo "è di tua madre. Me lo ha preparato mentre tu ti cambiavi".
"Mia madre?" ecco perchè aveva riconosciuto la stoffa nella quale a volte sua madre avvolgeva i pranzi per suo fratello. Segnò mentalmente di farle un bel discorsetto non appena rientrato a casa. Cosa che probabilmente sarebbe avvenuta prima del previsto.
"E perchè mai mia mamma avrebbe dovuto prepararti la cena?"
"Ha detto che se non fossimo riusciti a mangiare a sufficienza alla festa avremmo potuto fare uno spuntino".
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Combinazione perfetta
FanfictionDomani. A Tokyo. Domani è il compleanno di Kuroo. Combinazione perfetta. Il racconto parla di Tsukishima e Kuroo e del loro rapporto. Si svolge principalmente in un unico giorno, il giorno del compleanno di Kuroo, ma grazie a una serie di flashback...