5 - Undici

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QUATTRO MESI PRIMA AL RITIRO ESTIVO – LICEO SHINZEN - SAITAMA


"Kenma, puoi interrompere un attimo il gioco e ascoltarmi?"

"No".

"Ti prego, è importante...".

"Primo. Non ho bisogno di interrompere il gioco per ascoltarti. Secondo. Niente può essere più importante di riuscire a superare questo livello. A meno che non si tratti di una questione di vita o di morte. E tu mi sembri vivo e vegeto Kuroo".

Si trovavano fuori della mensa, subito dopo pranzo. Kenma non aveva mai smesso di muovere le sue dita agili sulla tastiera della consolle.

"Il fatto è che mi piace qualcuno..."

"Ci risiamo. Lascia perdere Kuroo, come al solito tu credi che una ragazza ti piaccia, fai di tutto per uscirci, lei cade ai tuoi piedi, e a te non interessa più. A volte dimentichi addirittura il suo nome. Ormai dovresti saperlo, risparmia tempo ed energie".

Questa volta Kenma non aveva capito. Non c'era nessuna ragazza.

"Concentrati sugli allenamenti. Soprattutto quelli serali. Mi sembra che tu ci tenga particolarmente, soprattutto ad insegnare ad un certo centrale biondo. Ecco, concentrati su di lui, piuttosto".

Touchè. Doveva ricordarsi di non sottovalutare mai il suo migliore amico e la sua arguzia.

La faceva facile lui, concentrarsi sugli allenamenti. Ma come poteva concentrarsi quando in palestra c'era quel ragazzo, con quelle lunghe gambe perfette, quelle braccia magre e muscolose, quelle dita affusolate, quegli occhi ambrati. Per non parlare di quel sedere tonico, e così sensuale... da urlo! Oddio, ci stava ricadendo, doveva togliersi dalla testa quell'immagine, perché già si stava eccitando, e non poteva certo farsi vedere in quelle condizioni da Kenma.

Appena Kuroo lo aveva notato, già durante il ritiro precedente, due settimane prima, ne era rimasto subito inspiegabilmente attratto. Aveva raggiunto in palestra Bokuto, che da bordo campo stava guardando le squadre allenarsi, e gli aveva chiesto se lo conoscesse, indicandolo in mezzo agli altri.

"Chi, quello spilungone biondo?" aveva risposto lui senza staccare gli occhi dai giocatori, le gambe divaricate e le braccia incrociate sul petto. "Non so come si chiama, ma non è un asso, non può competere con me. E' un centrale del Karasuno, del primo anno, gioca con la maglia numero undici. Ma stai tranquillo, non può competere neanche con te" aveva aggiunto, giusto per togliere ogni dubbio su quale fosse per lui l'aspetto più importante da considerare.

"Numero Undici..." aveva ripetuto sottovoce Kuroo, con una strana luce negli occhi.

Non gli era mai capitato di provare quelle sensazioni per un ragazzo

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Non gli era mai capitato di provare quelle sensazioni per un ragazzo. Era certo, certissimo di non essere gay, ne aveva dato prova innumerevoli volte.

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