Capitolo 1

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Dei colpi incessanti alla porta mi costringono ad alzarmi dal divano e andare ad aprire.

"Che c'è?" sbuffo trovandomi davanti la faccia di Elisa.

"Ho bisogno di un favore." la mia amica entra in casa.

"Dimmi." sbuffo chiudendo la porta.

"Come mai hai gli occhi così gonfi?"

Le indico con un cenno la televisione dove si riproduce l'episodio di Grey's Anatomy dove muore Derek Shepherd.

"Occhi rossi giustificati." ridacchia.

"Dai dimmi Eli."

"Mi accompagni ad una cena a casa del mio fidanzato?"

"Quando?"

"Ora!" sorride entusiasta.

"Cosa?" la guardo sgranando gli occhi. Questa è completamente impazzita.

"Ora. Quindi vatti a vestire." mi spinge verso la mia camera.

"Ma io volevo ordinarmi una pizza per cena!"

"Invece mangerai sushi insieme a me!" mi fa la linguaccia.

"E al tuo fidanzato... sarò la perfetta terza incomoda! E tra le altre cose mi fa schifo il sushi." sbuffo iniziando a togliermi il pigiama.

"Tranquilla, niente terza incomoda, ci saranno anche i suoi fratelli e amici e colleghi di lavoro!" rabbrividisce leggermente.

"Peggio mi sento!" prendo una tuta dall'armadio e mi siedo sul letto per mettermi i pantaloni.

"Ferma!"

"Che c'è?" la guardo sbigottita.

"Togliti quegli stracci e vestiti per bene!"

"Ei. Non offendere la mia tuta!" mi lamento.

"Nessuno vuole offendere la tua tuta... ma per stasera è meglio un vestito."

"Va bene..." sospiro. "Ma ricordati che mi devi un favore." le sorrido prima di vederla che si tuffa nel mio armadio.

"Sisi come dici tu." mi ignora. "Che ne dici di questo?" tira fuori un vestitino nero e grigio a righe e corto a metà coscia che non metto da anni.

"Ma quello non lo metto da anni, non so nemmeno se mi sta ancora."

"Provatelo." me lo lancia. Lo prendo al volo e me lo infilo in fretta per dimostrarle che non va bene. "Sei perfetta." prende un paio di collant neri coprenti da abbinare e me li porge.

"Ti odio." sbuffo mettendomi in piedi di fronte allo specchio. Effettivamente non è poi così male anche se un po' troppo corto per i miei gusti. "Ma non è troppo corto?" ruoto leggermente il mio corpo notando che il vestito mi copre di poco il sedere.

"Hai le calze, non ti si vede niente tranquilla! Poi hai 25 anni, se non lo fai vedere ora il culo quando vuoi farlo vedere, a 50 anni?"

"Ma Elisa..." la guardo incredula.

"Elisa niente. Forza, mettiti gli stivali con un po' di tacco e andiamo che dobbiamo passare anche in pasticceria."

"Si, mi sistemo un attimo i capelli e arrivo." vado in bagno, spazzolo i capelli, mi trucco leggermente e dopo 10 minuti siamo di fronte alla pasticceria più buona di Bologna a prendere un dolce. Mi faccio incartare quello con pan di spagna, nutella e panna e corro in macchina da Elisa.

"Pan di spagna, nutella e panna?"

"Ovviamente. Ma non era meglio se venivo da sola con la mia macchina?"

L'amore non basta (quasi) maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora