Ottobre.

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Siamo ad Ottobre, un altro mese. Le cose non vanno bene. Sono peggiorata, molto. Non riesco a mangiare, non ce la faccio. È più forte di me. Appena mangio anche solo un pezzo di salmone, cosa che amavo tantissimo, mi sento un peso sullo stomaco che la dietologa dice che è il senso di colpa. Non lo so, so solo che appena mangio sento un peso sullo stomaco e devo subito uscire a camminare per togliermelo. Continuo a fare una cosa giù e una su, mamma dice che la devo smettere ma non posso, non riesco neanche là. Faccio ogni giorni "passeggiate" di due, tre ore. So che dovrei studiare ma non riesco a stare più di un'ora seduta. Devo uscire, altrimenti ho mille pensieri per la testa e comunque non riesco a studiare. Mi porto sempre fuori con me i cani, per non essere sola. In realtá sono sola da tempo, io e i miei problemi. Non c'è giorno che passi in cui io non pensi a che cosa mangiare, a calcolare più o meno le calorie che ingerirò. Sono stanca, non ce la faccio più. Ho letto una frase:
"Sono fuori di me e ho perso le chiavi". Mi rispecchia tantissimo. Cerco quelle fottutissime chiavi ma non le trovo, cerco cerco cerco, eppure io sono una ragazza ordinata. Chissá cosa pensavo quando le ho messe da qualche parte e chissá quando e se le ritroverò. Non ne posso più, e non ne posso più di non poterne più. Le mie migliori amiche cercano di darmi consigli ma non credo che nessuna di loro si sia mai sentita come me. Mi sento sola. Sto male. Vivo per la sera, non per andare a dormire e dimenticare, perchè il cibo mi perseguita anche nel sonno. Faccio sempre incubi, in cui sono grassa, in cui tutti mi prendono in giro. E in più sto diminuendo sempre di più. La dietologa mi ha detto che se per la prossima volta non aumento mi lascia e ha giá dato l'indirizzo ai miei per portarmi in Ospedale. Dice che nella cittá dove vivo non è buono e che c'è un bel centro a Torino. In realtá mi aveva giá mollato due volte fa, ma io sono riuscita a convincerla con pianti. Sto piangendo un sacco, non so con chi sfogarmi. Non so cosa fare. Mi sento i barconi che arrivano dalla Libia. Non so se arriverò alle coste viva o morta e, in questo momento sono più morta che viva. L'altra volta mi ha sgridato perchè ho mangiato un formaggino per pranzo, 17,5 gr. Lei dice che neanche suo nipote neonato riesce a vivere con quella dose di calorie. Non è vero, perchè se io ce la faccio, può farcela anche lui. Poi non apprezza il mio sforzo. Per me è un gran sacrificio.
È l'ultima volta. Sono abbastanza agitata. Mi dice sempre che sembro una ragazza che è stata ad Austchwitz. Dice che sono anoressica, ma non è vero. Io mangio e questo non lo vuole capire. Mangio poco ma mangio. Dice però che apprezza la mia sinceritá perchè scrivo sempre cosa mangio anche se è poco. Giuro che non mi sono sentita mai così male in vita mia. Se mi lascia mi sentirò persa, proprio come le altre volte e io non saprò proprio come guarire. Senza tante storie salgo. Cioè non è normale. Non ho ansia prima delle interrogazioni ma prima di salire su una bilancia si. Spero di non essere aumentata, mi farebbe morire.
33,4 kg.
Dovrei essere triste, ma non lo sono. Mi sento sollevata. Avevo il terrore di essere aumentata. Papá lo vedo ancora deluso. Mi dispiace tantissimo per lui ma io sono sempre stata una delusione. Esco senza dire niente mentre sento da fuori papá che la saluta e la ringrazia. Ringrazia un cazzo. Non ha fatto niente per aiutarmi. Non ho neanche il coraggio di dirlo alle gemelle e alla Silvia. Credo che glielo dirò tra qualche giorno.
Mamma e papá mi portano per la seconda volta da uno psicologo. Sinceramente con questo vado d'accordo. Vorrei dirgli davvero come mi sento, ma non sono mai stata capace di dirlo a nessuno. In questo momento vorrei tanto un fidanzato come le '98, quelle che mettono le bellissime foto su Instagram. Vorrei, vorrei potergli confidare tutto e sentirmi capitata e amata. Ma non posso. Mi dice che dovrò iniziare un percorso oltre con psicologi e psichitrici anche con medici. Non mi resta il fatto di affidarmi nelle loro mani. So che nelle mie non ci posso restare e non so più in che direzione andare. Non so dove sbattere la testa. Mi consiglia una certa dottoressa F.
Sono qui in Ospedale, sto per entrare per la prima volta dalla dottoressa. È il 21 Ottobre. Mando un messaggio alle gemelle e alla Silvia. Mi augurano buoa fortuna. Entro. Rimango non stupita, di più. È una signora anziana, con i capelli rossi. Cioè si vede che avrá superato la cinquantina ma non sembra così vecchia. Mi accoglie dolcemente. Mi chiede di raccontargli la mia storia e questa volta decido di raccontare tutto davanti a mia mamma. Prende appunti e poi mi manda a fare dei controlli: l'ECG (Elettro Cardiogramma) e altri esami. Sono tutti negativi e mi prescrive degli esami del sangue per il giorno dopo. Stabiliamo cosa devo mangiare quella sera, le prometto che mangerò anche so che non è vero. Concordiamo del formaggio. Papá dice che devo provare a mangiare di più ma la dottoressa gli spiega che non posso perchè non ce la faccio fisicamente. Lui afferma che sicuramente ce la faccio ma lei dice che non posso. Dice che non posso assolutamente fare attivitá fisica. Non posso andare in bici la mattina a scuola e che non posso andare da nessuna parte, se voglio mi accompagna mia mamma. Io cerco di ribattere dicendo che ho delle commissioni da fare. Lei dura mi risponde che sono una ragazzina e non ho commissioni da fare. In reltá io esco da scuola alle 12,20 e ogni volta porto la bici a mano perchè si consuma di più e vado in centro e poi ritorno a casa, così. In realtá non ho niente da fare ma devo consumare, anche perchè non posso correre. Mi fa anche il certificato dicendomi che non posso neanche fare Ginnastica a scuola. L'unica cosa che mi ha concesso è la passeggiata dopo pranzo di quindici minuti.
È ora di cena. Con la dottoressa abbiamo concordato di mangiare un mix di formaggi. Papá mi sta tagliando dei pezzi di grana giganti, ne mangio metá di uno e papá mi urla contro. Gli dico che non ce la faccio e per tutta la sera continuo a fare su e giù, fino a mezza notte. Sono tutti andati a dormire ma papá si alza e mi viene a bloccare. Io scoppio a piangere forte e lui cerca di buttarmi sul letto. Io mi divincolo e continuo. Lui chiama mamma e scendono giù. Gli dico di andare a dormire, tanto io prima che non ho finito ciò che ho programmato non mi fermo, non ce la faccio è più forte di me. Prendo il portafoglio e esco di casa. Voglio scappare. Dò solo fastidio, problemi, così vado e non ne avranno più. Papá corre fuori e mi prende. Mamma piange. Si siedono sul divano, dice di fermarmi un attimo e che vuole parlarmi. Con tono gentile cerca di calmarmi, ma io continuo a muovere la gamba. Mi dice che sono così agitata che non riesco neanche a smettere di muovere la gamba. Gli rispondo che lo faccio apposta e che se sto ferma devo comunque consumare. Gli dico come mi sento e che non ce la faccio e finalmente mi sento libera dopo mesi. Papá mi prende in braccio dopo aver finito le mie "attività" e mi porta a letto come quando ero piccola. Piango e lui mi asciuga le lacrime, proprio come quando ero piccola. Urlo di soffocarmi, di ammazzarmi o che lo faccio io, non ce la faccio proprio più.
È il 30 Novembre. Ma intanto sono successe un sacco di cose questo pomeriggio. Quando mamma mi cercava di tenere ferma l'altro giorno, io ho dato di matto e lei ha chiamato l'ambulanza. Mi hanno portato in Ospedale e fino sono restata fino a sera lì. Non ho parlato con nessuno, è il mio comportamento quando sono arrabbiata. Sono arrivati anche papá e Elisa. Mi volevano ricoverare, mi hanno chiesto se lo volevo. Ho quasi ceduto a dire di si. Almeno qualcuno può curarmi, ma poi ho pensato a cosa potevo perdere e ho rifiutato. Mentre mamma e papá parlavano con la dottoressa F. che è riuscita a far cambiare idea agli altri dottori che volevano ricoverare in psichiatria mi ha tenuto compagnia Elisa. Volevo quasi piangere. Dopo che un mese fa mi ha regalato l'Armani facendole una promessa mi sentivo un verme. La promessa non l'avevo mantenuta e mi ero appropriata solo del regalo. Avevo mangiato si, un pasto di piatta ma non ho mai mantenuto niente. Questa sera ho firmato anche cosa avrei mangiato i prossimi tre giorni, decisi con la dottoressa. Le ho detto che lo farò ma sono convinta che non è vero. Intanto ho notato che la caviglia sinistra si è gonfiata e la dottoressa è preoccupata. Mi ha detto che se non faccio ció mi ricovera. Ho paura, so che lei lo fa davvero.

Puro amore mio
Sepolto da mille valanghe
Ho smarrito la felicità
La cerco combattendo
Fuggo da questa città perché non possa guardarmi
Perché non possa fotografare le condizione del mio cuore
Che ora danza lenta immobile tra gli scogli dei ricordi
Che ora è qui deriso e stanco tra il ricordo e l'illusione
Di ciò che era puro amore.

Forse hai vinto e sto morendo

Dentro quel vortice.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora