Il cinguettio degli uccelli, le gocce del rubinetto -che perdeva da ormai due settimane-, il sottofondo fastidioso della televisione dei vicini lasciata accesa.
Nella cucina si era intrappolata quella sinfonia di suoni, e ancora di più si era incastrata nelle orecchie di Jeongguk.Il ragazzo, accasciato sul tavolo con una tazza rossa in mano, mormorava e imprecava per i suoi timpani doloranti.
Ma non era davvero il verso degli uccelli a infastidirlo, né era l'acqua del rubinetto e non era neppure il programma di cucina che stava passando alla TV. Era quel maledetto orologio.Non si fermava mai, ticchettava in una monotonia esasperante che apparteneva al tempo di cui era custode.
Jeongguk non era in ritardo, ma era nervoso ugualmente.
Certo qualcosa aveva a che fare con quel tic tac insopportabile, eppure il suo stomaco attorcigliato non era dovuto solo al rumore.
Sul frigo, distante pochi passi da lui, un foglio giallo macchiava il colore metallico dell'elettrodomestico, e su di esso, una calligrafia parecchio frettolosa aveva segnato :" Appuntamento psicologo ore 15 non dimenticartene Kook."Ignorando la mancanza di punteggiatura alcuna nel messaggio (ehi, una caratteristica di Jimin infondo), il post-it era poi vuoto.
La calamita che lo sosteneva era stata scolorita dal tempo, ma una volta Jeongguk ricordava fosse un quadrifoglio.
Memoria permettendo, gli pareva anche fosse stato Hoseok a regalarglielo, a qualche compleanno o qualcosa del genere.« Sarebbe ora di comprare delle calamite nuove, queste sono tutte rovinate.»
Taehyung apparve sulla soglia della piccola cucina, bello come sempre.
Con solerzia il giovane ragazzo dai capelli tinti si avvicinò al corvino, ancora seduto di fronte all'orologio.
Si tirò una sedia, e poi elegantemente ci si appollaiò sopra per fare compagnia al ragazzo.« Mi leggi sempre nel pensiero, amore.»
Jeongguk carezzò con lo sguardo e con le sue dolci dita il volto del fidanzato, coccolando i suoi piccoli nei nascosti, che era dato solo a lui di vedere.
« Non è così difficile: sei sempre un libro aperto per me.» rispose l'azzurro, appoggiando teneramente la guancia contro il palmo aperto dell'altro.
« Anche adesso - continuò- so a cosa stai pensando»
Jeongguk mugolò.
« E allora a cosa sto pensando, tesoro?» disse, sporgendo il collo per baciare la guancia di Taehyung.
« Stai pensando all'appuntamento di oggi.» rivelò quest'ultimo.
« Mh-mh, sbagliato. Come potrei pensare ad un maledetto strizzacervelli quando ho te davanti?» languì il corvino, toccando placidamente con le labbra una porzione di pelle vicino all'orecchio dell'azzurro.
« Dio, sei sempre così stupido.» ridacchiò il più giovane, colpendo la spalla di Jeongguk con poca forza.
Anche il più grande sghignazzò, alternando baci veloci a risate gutturali.
Taehyung poteva sentire il suo fiato sul collo e i suoi sorrisi come marchi a fuoco sulla pelle.« Di certo preferirei impiegare il mio tempo con te, che in uno studio per psicopatici.»
« Non dire così! È il meglio per te, Jeongguk, lo sai.»
L'azzurro poggiò le mani sulle spalle del fidanzato, applicando - a malincuore- la pressione necessaria per riacquistare il suo spazio.
Sul suo volto baciato dal poco sole filtrato dalle finestre era comparso un cipiglio, ma non di rabbia, bensì di tacito timore.
Quel ballugginio pallido di preoccupazione scosse le viscere di Jeongguk, che non poté evitare di sentirsi uno schifo per comportarsi da bambino capriccioso.Però, sentiva anche di non essere pronto per lasciare andare tutto.
Lui senza Taehyung non aveva senso.
O forse sì, forse c'è l'aveva, ma non sarebbe mai stato quello giusto: che sensazione immensa di vuoto gli avrebbe provocato rinunciare al suo unico vero amore era consentito solo al suo cuore saperlo.
Immaginarlo era già abbondantemente straziante.« No, Taehyung. L'unica cosa giusta, il meglio per me, sei solo tu.»
Rantolò, giocando con il suo stomaco impietrito dai brutti pensieri.Cercò il conforto tra le braccia di Taehyung, ma questo gli venne negato dallo stesso, che arpionò le sue mani dapprima sulle spalle, sulle sue guance.
« Jeongguk, ascoltami. Tu sai che non è così; non puoi mentire a me quanto non puoi mentire a te stesso. Per favore Kook, per favore, aiutati.»
Si vedeva che non era cosa facile per l'azzurro dire tutto quello; la sofferenza nel suo sguardo era un mite testimone di tutto ciò che sfuggiva al controllo dei due ragazzi, follemente innamorati l'uno dall'altro.
Quanto era stato crudele il destino con loro.« Non c'è la faccio, Tae. Io... Io non ci riesco, non riesco ad abbandonarti-»
Balbettò Jeongguk, boccheggiando per ricevere l'aria di cui i suoi polmoni bruciati dal semplice sforzo di vivere necessitavano per consentirgli di non morire ancora per un po'.« Devi. Devi riuscirci. Io credo in te, Jeongguk, credo tantissimo in te.»
Guaì il minore, soffrendo come un cane.« E adesso va'. Non devi arrivare in ritardo.» terminò l'azzurro, raccogliendo gli ultimi piccoli frammenti della sua determinazione per spingere Jeongguk lontano da sé.
Purtroppo, Taehyung non poteva essere risparmiato: era l'unico che poteva aiutare il corvino, sicché l'unico che poteva distruggerlo.
La crudeltà per lui non aveva mai avuto freno, e gli aveva dato il fardello di un amore impossibile.E allora, proprio perché Taehyung amava alla follia Jeongguk, avrebbe rinunciato alla sua esistenza per lui.
Straziato nello sguardo e nel petto, guardò il corvino trascinarsi per l'angusto appartamento senza nessuna fretta se non quella data da lui stesso.
Parimenti, osservò minuziosamente il maggiore infilarsi in un cappotto di flanella - che, tra l'altro, era il suo preferito visto il suo colore nero- e uscire di casa senza avanzare né più né meno di un saluto stretto tra i denti.Taehyung sapeva che anche lui stava soffrendo per come le cose stavano andando tra loro, e perciò non si arrabbiò.
Sperava solo, nel profondo del suo cuore, che sarebbe riuscito ad avere la forza necessaria per abbandonare il compagno quando sarebbe stato il momento.
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𖣔𝚂𝚝𝚊𝚢 𝙰𝚕𝚒𝚟𝚎𖣔 {𝐓𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤}
Chick-Lit𖣔Dove Jeongguk, perseguitato dalla schizofrenia, ha un sola speranza: Taehyung.𖣔 ________ «L'enjambement dei versi di Prévert erano segnati dai singhiozzi di Taehyung, inconsolabile, che tratteneva le sue braccia a cingere il corpo di Jeongguk. Av...