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Era un'Audi Q3 nera quella che si allontanò dall'abitazione in cui si trovava l'anziano dalla mente agitata, nel momento in cui l'orologio digitale al suo interno segnava le dieci e tre minuti. A quell'ora per le strade non c'era anima viva, e ciò permise a chi guidava di fare il giro completo dell'isolato in modo celere. Poi, arrivato a pochi metri dall'angolo che dava sulla via dalla quale era partito, si accostò e spense l'auto. Prima di scendere, l'uomo diede una pulita alle lenti degli occhiali, prese il pacchetto di sigarette e in seguito, una volta fuori dalla vettura, fece scattare la chiusura centralizzata alle sue spalle.

Tutt'attorno il silenzio imprigionava lo stato della piccola cittadina, sgretolato solo dal fievole suono armonioso del continuo infrangersi delle onde sulla lunga banchina: si trovava, difatti, sulla costa del più grande lago d'Italia: il lago di Garda.

La notte aveva nascosto le vette delle alte montagne che cingevano l'enorme specchio d'acqua, rinforzata dalla distesa di nuvole al di sotto del cielo stellato che ne esaltava la sua oscurità, così da far sembrare la brillantezza delle luci dei paesi, che si inseguivano lungo la costa, ancora più fastosa.

L'uomo attraversò la carreggiata e percorse una ventina di metri. Doveva stare bene attento a non farsi illuminare dal bagliore dei lampioni; poi si fermò. Da quella prospettiva poteva vedere attraverso la finestra il signor Guglielmo e cosa stesse facendo. Prese dal pacchetto una sigaretta e l'accese, sbuffando una lunga scia di fumo, soffermandosi poi a pensare quanto fosse strana la vita che, con i suoi improvvisi cambi di direzione, ti mette in circostanze tali da dover compiere azioni che mai avresti immaginato di fare.

Vide l'anziano seduto al tavolo su cui, pochi istanti prima, avevano cenato insieme, e gli sembrò che fosse totalmente assorto in strani pensieri che spesso gli facevano scuotere il capo. Poi, come rapito da un'ispirazione improvvisa, si concentrava a scrivere qualcosa su di un foglio o un quaderno, ma questo l'uomo non riusciva a vederlo bene. Gettò via il filtro della sigaretta che il leggero vento aveva divorato e ne accese un'altra, nell'attesa che giungesse l'effetto delle pillole sul corpo di Guglielmo D'Aquino.








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