Quando di colpo la stanchezza si insinuò in quel corpo rachitico, Guglielmo D'aquino posò la penna sul tavolo e iniziò a massaggiarsi le tempie, come se quell'azione potesse favorire il rilassamento della propria mente. Si alzò e prese dal frigo una bottiglia di acqua fresca. Il bicchiere fu riempito per ben due volte: ma quella sola azione non bastò a rinvigorirlo. Si sentiva gli occhi gonfi e le braccia pesanti: " il sonno della notte sta per travolgermi " pensò. Allora, inconsciamente, una delle sue virtù si fece spazio tra le altre: era la caparbietà.
« Devo continuare a scrivere! »mormorò a se stesso. E nuovamente il taccuino gli fu davanti, con la penna che iniziò a muoversi freneticamente:
" Ricorderò per sempre il volto di quell'uomo che diceva di chiamarsi Luca, ma di cui non conosco il cognome, la sua professione o altro, e meramente non mi importa granché. Piuttosto mi interessa sapere il movente che lo spinge ad agire così. Cosa lo abbia spinto a portare avanti una farsa così plateale. Ma non l'avrebbe passata liscia. Non di certo. Sicuramente, il preside o i colleghi, a scuola si sarebbero accorti della mia mancanza ( a quell'ora dovevo essere in classe ad insegnare), e una volta contattata mia moglie per chiedere spiegazioni, che lei non avrebbe potuto dare, si sarebbero prontamente mobilitati nella mia ricerca. O almeno così pensavo: perché in seguito i fatti non mi daranno per niente ragione. Ma questo arriverà dopo. Ora voglio continuare ad esporre la successione degli eventi"...
...« Lei ha una famiglia signor Guglielmo? Cioè voglio dire...ha una moglie, dei figli? »
« Si...Ho una donna al mio fianco. Una bellissima donna », rispose il professore, mentre nella sua mente la vivida immagine del viso della moglie prendeva sempre più consistenza. La vide che gli sorrideva. Poi, come se la paura fosse cessata di colpo, aggiunse in tono più confidenziale, « Vorremmo avere dei figli, e a dire il vero è da un po' che ci pensiamo; lo desideriamo tanto. Almeno due. Sentire i loro pianti nel cuore della notte perché hanno fame, oppure vedere la loro gioia per cose talmente futili ma che ai loro occhi sembrano fantastiche; o ancora, abbracciarli e sentir battere dentro di loro una parte che una volta era appartenuta a te. »
« Certo. La capisco benissimo: sono emozioni forti. Sa io ne ho uno di ventun anni e... » La frase non venne conclusa. A spegnere le parole dell'uomo fu la suoneria preimpostata di un cellulare. Le note fuoriuscivano da dentro una piccola borsa che portava a tracolla e che vennero spente dopo che Luca rispose alla chiamata. Prima di farlo, però, aveva guardato con una punta di imbarazzo il viso del professore, mentre questo si voltava di spalle stringendo nelle mani una canna da pesca lunga un paio di metri, in cerca del punto più lontano che il suo sguardo potesse toccare.
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La Casa sul Lago
General Fiction"In tutta la mia vita, da quando sono nato fino a quest'ultimo giorno che sono intento a vivere, la mia mente non è mai stata così sottomessa e sodomizzata come in questi istanti. Sono sconcertato fino all'inverosimile di quello che mi sta accadendo...