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Adesso era solo in casa.

Le spalle addossate contro la porta che dava su di un minuscolo giardino, gli occhi sgranati e terrorizzati, e la camicia che lentamente si impregnava del sudore della paura. Guglielmo annaspava nell'immenso mare dei deliri della propria mente. Tante domande, nessuna risposta. Davanti a sé lo stretto corridoio gli sembrava allungarsi a vista d'occhio, senza una fine. Anche dopo aver augurato la buona notte, con un simulato sorriso, all'ospite con cui aveva consumato un'ottima cena a base di pesce fresco, quell'inquietudine, che lo aveva accompagnato per tuttala giornata, non aveva smesso di attanagliargli le viscere. Rimasto da solo in casa, adesso, non aveva nulla da temere; eppure, era talmente spaventato che faticava a mantenere il ritmo regolare del respiro.

Chiuse gli occhi, sfregandoli con il pollice e l'indice, cercando di farsi coraggio per l'inverosimile realtà a cui stava assistendo e, gonfiati i polmoni un paio di volte fino all'estremo, percorse il corridoio ed entrò in cucina, la stanza più grande della casa. Le narici gli si riempirono nuovamente dell'odore del pesce cotto al forno che, nonostante la finestra aperta, continuava a permeare l'ambiente. Lentamente si avvicinò a quella finestra, non per chiuderla, ma per scrutare al di fuori di essa ed essere sicuro che l'auto con dentro l'uomo che aveva salutato pochi minuti prima fosse andata via.


  Fuori l'aria era fresca, come già da qualche settimana. I ripetuti acquazzoni estivi non avevano per nulla stemperato la calura che la stagione calda aveva ugualmente portato, provocando così grosse nuvole grigie che negli ultimi giorni andavano ad addensarsi sempre più. Lungo la via gli alti lampioni, alternati con grandi pini, illuminavano una striscia di asfalto tacita e desolata. Guglielmo guardò attraverso la recinzione in ferro che delimitava il delizioso giardinetto e, accertatosi della scomparsa dell'auto, decise di richiudere la finestra e trattenersi in casa il tempo necessario a scrivere una lettera d'aiuto alla moglie o a chi per primo l'avrebbe letta.

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