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"Zayn sarà qui tra dieci minuti!" La voce stridula di Tanya non tarda ad arrivare per l'ennesima volta dalla sua camera accanto alla mia. "Quindi, Sonia, farai meglio a muovere il culo e a finire di prepararti!"

"Ripeterlo dieci volte non mi farà finire prima, Tanya! Ora lasciami preparare in pace, cazzo."

"Sonia, non imprecare!" Si intromette Charlie dalla sua camera. Come se non me ne bastasse già una. "Sei un'adulta, non puoi continuare a comportarti da adolescente ribelle."

Storia di tutti i giorni.

Stringo il tubetto di mascara tra le mani per controllare la mia rabbia. Conto fino a dieci, cosa che, secondo il Dr. Wilson, dovrebbe servire per calmare i nervi. Sono andata da questo terapeuta per una settimana l'anno scorso, solamente perché le due scassapalle delle mie coinquiline mi avevano costretta. Questo è l'unico consiglio che ho seguito da allora, per quanti consigli mi abbia potuto dare in una settimana. Ho promesso di tenere sotto controllo la mia pazienza e il mio temperamento, visto che, lo ammetto, mi incazzo decisamente per ogni cosa. Mi piace giustificarmi col fatto che le persone godono nel rompermi le palle. Penso che ne facciano il loro scopo, ed è per questo che non mi piacciono le persone. Avevo anche detto che avrei tentato di diminuire la mia dose di parolacce, almeno per non sembrare una scaricatrice di porto, ma per quello non credo ci sia qualcosa che possa fare.

Mi aggiusto il vestito e faccio in tempo a prendere la giacca prima che qualcuno suoni al campanello. Non mi porto mai borse in discoteca, odio dovermi preoccupare di non perderla o di non farmela rubare. Preferisco tenere tutto dentro le tasche della giacca, visto che non mi serve poi così tanto; sigarette, cellulare e soldi. E un preservativo, non si sa mai.

Non mi muovo dalla soglia della porta della mia stanza, presumendo che vada ad aprire Tanya al suo ragazzo (o qualunque cosa sia.) Cosa che, invece, non succede.

"Sonia, senti suonare e non vai ad aprire?! Muoviti!" Strilla quest'ultima nel panico, mentre cerca di infilarsi i tacchi neri. La vedo barcollare da una parte all'altra e non posso fare a meno di sperare che cada di faccia. Non ricordo l'ultima volta che l'ho vista nervosa per qualcuno. Se Zayn le piace veramente, mi uccido. Anzi, prima vomito, poi mi uccido.

"Menomale che dovevo essere io quella a muoversi." Borbotto. Dopo averla vista così nel panico, non mi va di fare la stronza acida, per questa volta. Ciò vuol dire che mi tratterrò dall'urlarle contro per i prossimi... dieci minuti.

Mentre mi avvio verso la porta, sento una voce gridare da fuori: "ma se tra due minuti torneremo in macchina, che torni a fare a prendere il cellulare!"

"Potrebbero rubarmelo, Harry!"

"Ma la macchina l'hai chiusa! Louis, perché stai andando con lui?"

"Per solidarietà, amico."

Apro la porta e una testa riccioluta scatta verso di me. Posso vedere l'esasperazione impressa sul suo volto e quasi mi metto a ridere. E' buffo quando è arrabbiato, le guance gli diventano rosse e sembra un bambino a cui hanno fatto un dispetto, ma non c'è tempo per pensare a questo, adesso; perché faccio scorrere lo sguardo su tutto il suo corpo, senza preoccuparmi di essere discreta, e- porca puttana. E' vestito completamente in nero, tranne che per gli stivaletti marroni. La maglietta nera gli aderisce così bene al-

"Ciao." Si muove a disagio e si passa una mano tra i capelli, deglutendo visibilmente.

"Ehi." E' la prima volta che lo vedo vestito così. L'ho sempre visto con vestiti formali da lavoro, oppure nudo. Una sola volta. E non riesco a decidere quale visione tra le due sia meglio, quella che ho davanti in questo momento o lui nudo.

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