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"Questa volta non sono tanto in ritardo." Entro nella stanza, facendo alzare la testa a tutti i presenti. "Siate fieri di me."

"Sono commossa." Bessie fa finta di asciugarsi una lacrima sotto l'occhio, alzando di poco i suoi occhiali con il dito. Michelle torna con lo sguardo sul suo portatile, congedandomi con un semplice gesto della mano e continuando poi a muovere le mani sulla tastiera ininterrottamente.

"Ti ho preso un caffè perché avevo previsto che non avresti avuto il tempo per farlo," Niall indica il cartone di caffè sulla mia scrivania di lato alla sua, "poi dici che non sono un buon migliore amico!"

Sorrido sinceramente e gli schiocco un bacio sulla guancia, "ne avevo bisogno, nemmeno è iniziata la giornata e già sono di cattivo umore," sbuffo mentre mi butto sulla mia sedia, prendendo il cartone del caffè.

"Come al solito," ride Bessie senza distogliere l'attenzione dallo schermo del suo computer, "che succede?"

"Sempre colpa di quel nuovo arrivato! Mi dà sui nervi."

"Io ci ho parlato, ieri. Sembra simpatico." Scrolla le spalle Niall, e le sue parole mi fanno girare di scatto la testa verso di lui.

"Sì, fin quando non fa altro che insultarti e guardarti male." Gli rivolgo un'occhiataccia, anche se lui non mi sta guardando e non può vederla. Meglio così.

"Beh, lo farei anche io, Sonia."

Questa volta è Niall che gira la testa di scatto verso Bessie. "Cosa vuoi dire?"

"Non sai quello che è successo tra Sonia ed Harry?"

Cerco di nascondere il mio viso dietro il cartone del caffè che ho in mano; con tutti questi avvenimenti, ho dimenticato pure di parlarne col mio migliore amico. Con la coda dell'occhio lo vedo girare lentamente la testa verso di me, con uno sguardo omicida. Sorrido innocentemente, "sei il migliore amico del mondo?"

"Scordati i caffè la mattina per i prossimi, tipo, tre mesi." Torna a guardare il suo computer.

Faccio un verso di lamento, "giuro che ti racconterò tutto. Me ne sono completamente dimenticata."

Non risponde, ma riesco a vedere l'accenno di un piccolo sorriso sul suo volto. Dopo qualche secondo, riprende a parlare, "visto che adesso sto morendo dalla curiosità, riesco a resistere solo fino alla pausa pranzo. Quindi preparati."

Sorrido e torno a sorseggiare il mio caffè, premendo il tasto di accensione del mio computer e aspettando che si accenda.

>>><<<

"Quindi, avete fatto sesso, l'hai lasciato a casa tua, non ricordavi il suo nome, te lo sei ritrovato in discoteca, avete quasi fatto sesso di nuovo ma poi lui se n'è andato, le tue coinquiline se la fanno con i suoi coinquilini e te lo sei ritrovato anche a lavoro." Riassume tutta la storia, assumendo un'espressione pensierosa.

"Umh, sì."

Sto in silenzio aspettando il responso finale, il rumore dei nostri passi è l'unico suono che si sente nel corridoio. Non so quante volte ho già sentito dire questa storia o quante volte l'abbia raccontata, ma non mi sorprenderei se anche lui mi dicesse che sono una stronza. Ormai, l'hanno fatto tutti.

"Ovviamente, sei stata una stronza a fare quello che hai fatto," ecco, appunto. "Ma cristo, hai una sfiga assurda! Ti farò togliere il malocchio dalla mia domestica!"

Scoppio a ridere buttando la testa all'indietro, sentendomi immediatamente più leggera.

"Non sto scherzando, è umanamente impossibile che ti siano capitate tutte queste cose," mi accarezza la testa, ironicamente dispiaciuto. "Mi dispiace, cucciola."

Instructions for use [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora