Uno

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"Non serve che dica il suo nome. Basta il silenzio che si crea quando appare, l'aria che si fa più densa, e quella parte di me che vorrebbe solo sparire"

S. R.

🌙

PAGINA DI DIARIO N ° 1

Ciao, sono Selena e ho 15 anni e mezzo

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Ciao, sono Selena e ho 15 anni e mezzo.
Ho letto che scrivere un diario può aiutare a mettere in ordine i pensieri.
Un po' come quando sistemi l'armadio e ritrovi cose che non ricordavi nemmeno di avere.

La mia vita è abbastanza piatta
Le mie coetanee vivono casini vari, gravidanze, storie strane, serate che finiscono male.
Io no (più o meno.)
Non faccio parte di quel tipo di confusione.
Anche se a volte ne ho una tutta mia, ma è più silenziosa.
E si nota di meno.

Ci sono giorni in cui sembra tutto tranquillo e per un attimo mi illudo che forse va meglio.
Poi succede qualcosa.
Una frase sentita per caso. Una risata che assomiglia troppo a quella.
Un profumo.
Una parola detta con quel tono lì.

E senza capire come, si riapre tutto.
Come una crepa sotto la vernice: non si vedeva, ma era lì.
E adesso torna fuori.

Non è neanche qualcosa di grande.
È una sensazione sottile, che sale lenta.
Ti stringe allo stomaco prima che tu te ne accorga.
E ti porta indietro, anche se non vuoi.
Anche se non l'hai cercata.
Come se il tempo si girasse da solo, e ti facesse rivedere tutto da capo.
Senza chiederti il permesso

Quando succede, mi blocco.
Resto lì, come se qualcuno avesse premuto "pausa" su tutto.
Continuo a sorridere, a parlare, a fare quello che devo.
Ma dentro è come se avessi spento la luce.

Non so se capita anche ad altri.
O se sono solo io che faccio così fatica a lasciar andare certe cose.
A volte penso che magari è colpa mia.
Che dovrei essere più forte, più leggera.
Che forse esagero.
Poi però mi dico che no, che ognuno ha i suoi tempi.
E che certe cose, anche se non si vedono, pesano lo stesso.

Non so se mi fa bene scrivere.
Però mentre scrivo mi sento un po' più... non so.
Più me, forse.
Anche se non del tutto.

Non so se continuerò con questo diario, o se questa sarà l'unica pagina.
Ma oggi, avevo bisogno di metterlo giù.
Così com'è.

P.S. Nessun motivo. Solo per non chiudere di colpo.

Ciao
Selena

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«Selena...» sussurra Jennette, la mia vicina di banco.

«Che c'è?» le rispondo piano, tenendo lo sguardo sul foglio, come se potesse bastare per non attirare l'attenzione del prof.

Sei mia, punto e basta. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora