VII

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La permanenza a Düsseldorf è breve. Vi restano solo due giorni, del resto è stata solo una tappa aggiunta per dividere il viaggio tra Zurigo ed Amsterdam.

La maggior parte del tempo la trascorrono passeggiando lungo le sponde del Reno. Il giorno dell'arrivo, al pomeriggio, decidono anche di fare un tour del fiume a bordo di una barca, sostanzialmente perché Manuel legge "all you can drink", e decide che non può esserci niente di meglio di un giro in barca con Simone e free drink, quindi lo costringe.

«Te vuoi sempre magnà, io oggi voglio bere, quindi» gli dice, con un sorrisetto beffardo al quale sa che Simone non dirà mai di no.

«Se ti ubriachi però ti lascio per strada»

«Quanto sei drammatico oh, cammina và»

E Manuel alla fine davvero non si ubriaca, ma solo perché quasi tutto il tour lo trascorre a guardare Simone che fotografa il tramonto meravigliato, a fingere di fare lo stesso, per poi finire sempre per fotografare solo lui.

«Hai visto? Sò sobrio Simò» gli dice quando scendono dalla barca, con aria spavalda.

«Mò te devi fà perdonà, perché non credevi nelle mie potenzialità, sò offeso»

E Simone ride, perché questa storia l'ha già sentita, in un'altra città d'Europa, ma l'ha già sentita.

«Secondo me ti offendi 'n po' troppo facilmente, non trovi? E poi, quali potenzialità? Io t'ho chiesto solo di non bere troppo»

«Secondo me» risponde Manuel «dovresti pensà solo a come farti perdonà, ce stanno 'n sacco de modi»

Il sole è ormai calato, per cui Simone non può spacciare il suo improvviso rossore in volto per un'ustione causata dal sole, anche perché loro a mare non ci sono mai andati.

È rosso in volto perché quel tono di Manuel è decisamente il tono di chi sta spudoratamente flirtando, e lui non sa come reagire, non sa cosa farci con quella versione di Manuel, soprattutto dopo la confessione al giardino cinese.

E mentre sta pensando a come ribattere, Manuel riprende la parola.

«Anzi, ce l'ho io 'n'idea, 'na proposta, che non puoi rifiutare proprio perché te devi fà perdonà» gli dice, fermandosi sul marciapiede che dà sul fiume, e costringendolo a fare lo stesso.

«Stasera andiamo in discoteca» afferma, poi si avvicina a Simone facendo aderire i loro corpi, e all'orecchio «però tu balli con me» gli sussurra, quasi come fosse un segreto, poggiandogli una mano su un fianco per stringerlo ancor di più a sé.

Simone avverte un improvviso caldo, non il caldo che si prova se esposti al sole, sente quel caldo che ti assale, che si espande in tutto il corpo, caldo che non ha una causa vera e propria se non la persona che hai davanti.

Vorrebbe indietreggiare, ma Manuel l'ha schiacciato tra sé ed un lampione, per cui cerca di farlo allontanare, poggiando una mano sulla sua spalla.

«Va b-bene, andiamo» riesce solo a dire, e sa che Manuel è molto divertito da quella reazione, glielo legge in faccia.

***

«Mi raccomando non me lascià 'a mano»
«Ma stiamo entrando in discoteca Manu, non allo stadio» risponde Simone, ignaro del fatto che la ragione per cui Manuel vuole che gli stringa la mano è che se potesse, gli appenderebbe al collo un cartello con scritto impegnato con Manuel Ferro, ma non può.

Il nightclub che il più basso aveva proposto è dotato di una sala enorme, in cui è realmente facile perdersi di vista, ma è subito chiaro a Simone che ciò non accadrà, perché l'altro trascorre l'intera serata appiccicato a lui.

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