IX

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Una volta giunti in camera, Manuel costringe Simone a dormire con lui.

«Dobbiamo dormì adesso?» chiede, come se esistesse un programma scritto da rispettare.
«Si»
«Ma tu dormi con me?»

L'espressione che compare sul volto di Manuel è così esilarante che Simone la fotograferebbe per poi mostrargliela quando dirà di nuovo che lui sa quello che fa e non si ubriaca.

«Si dormo con te» risponde, e fa per allontanarsi, perché vorrebbe prendere il pigiama, ma mentre cerca di staccarsi dal braccio di Manuel, questi lo blocca, stringendo una mano attorno al suo polso.

«Dove vai? Non mi lasciare»
«A prendere il pigiama Manu, vedi? Lì» gli indica con la mano libera Simone, che non riesce a trattenere una risata.

Tutto ciò è surreale, pensa, e continua a ridere, perché «no Simo, dormiamo adesso, il pigiama domani» afferma il più basso, e lo trascina sul letto con lui.

Sono stesi in due su un letto singolo, ma per Manuel non sembra un problema, infatti si poggia con la testa sulla spalla di Simone, poggia un braccio sul suo stomaco ed una gamba sulle sue, e già con gli occhi chiusi, «mi abbracci?» chiede.

Simone ride e «sei proprio strafatto» gli dice, prima di abbracciarlo davvero, ma Manuel a quel punto sta già dormendo.

***

È mattina inoltrata quando, in uno stato di dormiveglia, Simone percepisce un fastidio sul collo, come se qualcosa lo stesse solleticando, e questa sensazione lo costringe a svegliarsi del tutto.

Appena ritorna in sé però, realizza che quel solletico è Manuel che gli sta baciando il collo, e che, accortosi del suo risveglio, «buongiorno Simò» gli sussurra sulle labbra, prima di lasciare un piccolo bacio anche lì.

Sente un vuoto all'altezza dello stomaco, un tornado di emozioni che non saprebbe descrivere nemmeno fra vent'anni, perché una cosa è il bacio che si sono scambiati la sera precedente, cosa ben diversa è questo, quando sono entrambi assolutamente sobri.

«Buongiorno, che fai?» gli chiede, ridacchiando.

«Te sveglio co i bacini, ora posso farlo» risponde serio Manuel, riprendendo la sua attività, sul suo collo, e non correndo più il rischio di svegliarlo, sposta, sbottonandola, la camicia, in cui l'aveva costretto a dormire, per baciargli anche il petto.

È sicuro di non aver mai visto niente di più bello di Simone che ride imbarazzato mentre lui lo bacia, con il volto illuminato da un minuscolo raggio di sole, le guance arrossate e i capelli scompigliati.

Poi Simone gli poggia una mano tra i capelli iniziando ad accarezzarlo e lui pensa che così ci vivrebbe per sempre, però questo, questa volta, glielo dice.

Si poggia con il mento sul suo petto, guardandolo negli occhi, prende la sua mano che gli stava accarezzando la testa e ci lascia un bacio.

«Vorrei stare così per sempre Simò» è esattamente quello che dice, ed è forse meglio di qualunque eclatante dichiarazione d'amore per Simone, che è sul punto di chiedere all'altro di dargli un pizzico, per controllare che tutto ciò non sia un sogno.

«Mi dici una cosa?» chiede però, e l'altro ha già un'idea di cosa lo aspetti.

«Perché hai finto di non ricordare tutto quello che è successo la notte a Düsseldorf?»

Una risposta a questa domanda, sinceramente, Manuel non l'aveva preparata, per cui decide di proseguire con la verità.

«Perché avevo paura che tu non mi volessi» ammette, spostandosi da quella posizione e mettendosi supino accanto a Simone. Non riuscirebbe a reggere il suo sguardo.

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