Dopo qualche ora arrivano ad Amsterdam, dove hanno deciso di restare cinque giorni, e Simone già sa che dovrà fare i conti con una particolare versione di Manuel.
L'idea di restare lì più a lungo era infatti stata di quest'ultimo; nello specifico l'aveva deciso quando Simone gli aveva espressamente detto di voler anche visitare la città oltre che passare il tempo a fumare e bere, e lui aveva decretato che qualche giorno in più avrebbe consentito loro di godersi tutto ciò che quel luogo ha da offrire.
«Per prima cosa Simò, ce dobbiamo fà la foto con la scritta Amsterdam» sono le prime parole che Manuel rivolge all'amico non appena scendono dal treno.
«Te ti metti sulla M?» gli chiede Simone ridendo, perché riesce ad immaginarselo mentre cerca di arrampicarsi.
Non lo ammetterà mai, ma trova il fatto che l'altro sia più basso di lui estremamente adorabile.
«Che?»
«La M di Manuel no?»
«Solo se te te metti sulla S, di Simone»
«Affare fatto allora, stanno pure vicine»Alla fine la foto riescono davvero a farla, ed a scattarla è di nuovo un turista italiano trovato da Manuel nei dintorni, e questa volta è Simone a cambiare il suo blocco schermo, perché non appena la vede, se ne innamora.
Sono entrambi seduti sulle loro rispettive iniziali, con le gambe penzoloni, le mani poggiate ai loro lati per reggersi ed un sorriso enorme stampato in faccia.
La cosa che però lo convince a volerla avere sempre sott'occhio è che il ragazzo aveva scattato nel momento in cui loro si stavano guardando negli occhi, non quando stavano guardando l'obiettivo, e questa cosa lo fa impazzire.Il primo giorno lo trascorrono passeggiando senza una meta per la città, con Simone che cerca di convincere Manuel a salire sull'altalena Over The Edge, quella posta a circa cento metri di altezza dalla quale si vede tutta Amsterdam.
E «Simò ma te sei pazzo, io 'n ce salgo manco morto» gli ripete praticamente in loop Manuel, ma magicamente, alle 18 circa si ritrovano proprio all'A'DAM Toren, e qualche minuto più tardi ad oscillare su quelle altalene, osservando il sole che cala sulla città.
«Hai visto? Che è successo di tanto tragico?» gli chiede Simone dopo un po'.
«Tanto non t'o dico che avevi ragione, stai tranquillo» risponde il più basso, che è realmente affascinato dal panorama che c'è da lassù, e Simone sorride tra sé e sé.
Si pente però di aver portato l'amico su quelle altalene non appena toccano di nuovo terra, perché questi si volta e «ora però me devi 'n favore» gli dice.
Simone si pente perché l'ultima volta che Manuel l'ha "costretto" a fare qualcosa, non è finita molto bene, ma sospira ed annuisce.
«Che dobbiamo fare? Andare a ballare anche qui?» chiede.
«No, anche se poi me devi spiegà che c'hai contro 'e discoteche te» ribatte Manuel, prima di aggiungere «ma domani facciamo tutto quello che voglio io».Sarà una lunga giornata, pensa il più alto, ma non lo dice, solo lo asseconda.
Si limitano poi ad esplorate un campo di tulipani, prima di cenare in un pub e tornare in albergo.
***
«Sveglia Simò» urla Manuel, lanciandogli un cuscino in faccia.
Sono le sette e mezza del mattino, ma quella è la giornata di Manuel, in cui deciderà tutto, per cui si sente come un bambino la mattina di Natale.
«'Sta volta ti ammazzo Manuel» risponde Simone dopo un po', alzandosi dal letto piuttosto contrariato, perché non ne può davvero più di questi risvegli, ma non riesce a raggiungere Manuel perché questi scappa in bagno, come al solito.