#47 You Must...

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"Pronto?"

Mi stropicciai gli occhi confusa dall'ora.

"Amore? Rita?"

Mi alzai di scatto sorridendo:

"Yvette! Non è un po' prestino per chiamarmi?"

Tossì e si schiarì la voce:

"Sono appena tornata."

"Da?"

"Dalla festa."

Spalancai gli occhi un po' infastidita:

"Sei tornata ora?"

"Ma sono solo le 3 di notte."

Scossi la testa: sapeva che non sarebbe riuscita a fregarmi.

"Yvette, qui sono le tre di notte. Lì sono le sei."

"Si, hai ragione."

Notai il suo sbiascicare nelle parole e mi alzai in piedi accendendo la lucetta del comodino. Il suo comportamento mi infastidiva, era vero; ma dovevo essere felice per lei: dopotutto, stava vivendo la sua vita al meglio ed era proprio quello che volevo.

"Quando verrai a trovarmi?"

"Appena finiremo di girare le nuove puntate."

"Mi manchi."

Sospirai scuotendo la testa:

"Mi manchi anche tu, Yvette."

"Credo che ora mi metterò a dormire, va bene?"

"Si, credo che lo farò anche io."

La ragazza, dall'altra parte del telefono, sospirò amareggiata e mi salutò ripetendomi il suo amore nei miei confronti. Non potevo avercela con lei: occhio non vede, cuore non dole, no?

Buttai la testa sul cuscino e cercai di richiudere la mente tornando nel bellissimo stato di comatosa solitudine che mi aspettava.

***

"Una festa, dici?"

"Si, mi hanno detto così."

Guardai Taissa bevendo il mio caffè bollente e poi, posandolo sul tavolo, annuii:

"Si, va bene: da quando Yvette non c'è più, la mia vita è un po' monotona."

Mi alzai in piedi buttando il cartone nel secchio per poi guardare sia lei che Kathryn:

"Una festa è quello che ci vuole."

"Grande!"

La ragazza più giovane, Taissa, mi raggiunse in piedi aprendo la mano in un cinque che io, ridendo, non riuscii a rifiutare. La porta si aprì, e alla vista di Katie il silenzio regnò imbarazzante tra tutti noi.

Katie, senza farci troppo caso, ignorò Gregg che era seduto vicino a noi e si avvicinò pericolosamente a me.

Sospirando, mi guardò imbarazzata:

"Possiamo parlare un attimo?"

Mi guardai attorno e vidi Gregg allungare un occhio per vedere e sentire cosa stava succedendo. Taissa e Kathryn mi diedero una botta costringendomi ad accettare:

"Certo."

Mi afferrò per un braccio e mi portò fuori dalla stanza affollata. Guardai un ultima volta le due ragazze e poi, stranamente entusiasta, mi lasciai trasportare da lei. Chiuse la porta alle nostre spalle e si diresse fuori nel parcheggio:

"Dove stai cercando di portarmi?"

Fece scendere la sua mano fino a raggiungere la mia:

"Aspetta un attimo."

Woah.I know.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora