#36 You Don't Know What You Say.

769 43 4
                                    

Afferrai la sedia e la avvicinai al tavolo sbuffando. Mi sedetti buttando i piedi sulla tavola di vetro e poi afferrai il telefono guardando l’ora. Era tutto il giorno che non facevo assolutamente nulla: Yvette era dalla madre e Katie non si era fatta più sentire. Eravamo tornate alle origini: lei con Gregg ed io sola con la mia casa silenziosa. Mi alzai scocciata e sbattei un piede a terra infastidita da …. Da qualcosa. Afferrai la piccola palla da basket che avevamo vinto (con tanto di canestro) all’incontro di MTV e la tirai più volte contro il muro per poi riprenderla al volo. Sospirai e mi posizionai davanti al cesto: al liceo ero stata il capitano della squadra di basket.

“Se lo faccio” Pensai  “Devo scrivere a Katie.”

Tirai e sospirai vedendo la palla sfiorare la rete. Raccolsi di nuovo la palla:

“Se lo faccio”  Pensai ancora  “Sono destinata a rimanere sola a vita.”

Tirai e sbuffai vedendo la palla entrare perfettamente. Ripresi la palla e la gettai violentemente contro la parete:

“Fanculo.”

Ero infastidita, quello era certo, ma non sapevo da cosa. Avrei dovuto davvero fari finta di niente con Katie? Oppure avrei dovuto dirle che era stato Gregg a scaraventarmi contro la colonna? Scossi la testa e ripensai che neanche Yvette sapeva chi fosse stato: a Parigi, quella sera, mi parai il culo con qualche scusa deviando i sospetti di Yvette scatenati dalla mia bella frase detta davanti la finestra.

Mi buttai sul divano e, per grazia di Dio, il campanello suonò costringendomi ad alzarmi:

“Buonasera, ragazza.”

“Buonasera, Shay.”

Shannon entrò dalla porta baciandomi tutto il viso e posò le sue cose a terra.

“Allora? Che stavi facendo?”

Mi guardai attorno e le indicai la stanza sottosopra:

“Niente. Mi deprimevo.”

“Io e te dobbiamo parlare.”

Alzai gli occhi al cielo e mi sedetti sul divano incrociando le gambe. Afferrai un cuscino e cominciai a giocarci senza guardarla:

“Hai mai avuto la sensazione che ti mancasse qualcosa?”

Mi seguì annuendomi e si sedette accanto a me:

“Ecco, mi sento così. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto ed ogni secondo: so che mi manca qualcosa, lo sento. Ma per quanto possa cercare di capire cosa sia, mi incasino e non capisco più un cazzo lo stesso.”

Mi venne da piangere, ma mi trattenni. Guardai Shay e mi accovacciai tra le sue braccia:

“Mi sembra tutto così complicato. Eppure ho Yvette, te, la serie…”

“So cosa vuoi dire. Quando si è famosi, sembra tutto più facile e bello: ma solo dopo ci si accorge che, benefici a parte, non è cambiato nulla dalla vita di prima. Ci sentiamo più forti ed invincibili, eppure guardaci: io sto con gli occhiali da sole a mezzanotte e tu hai trasformato questa stanza in una sala delle torture.”

Risi e le tirai un cuscino:

“A volte penso che tutta questa storia con Katie sia diventata un gioco.”

“Si?”

Annuii

“Sembra quasi che le piaccia avere un’amicizia complicata.”

“Sai che non è così.”

“Si, lo so. Ma a volte lo sembra, te lo assicuro.”

Mi accarezzò la testa e sospirò sbadigliando:

Woah.I know.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora