𝑹𝒐𝒐𝒎𝒎𝒂𝒕𝒆𝒔

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🇨 ome ogni santo giorno Yasuhiro Muto, Mucho per gli amici, si svegliò sbadigliando tranquillamente al delicato suono della sveglia. Si mise a sedere sul letto, si stiracchiò e si diede una grattatina all'addome muscoloso, quegli addominali scolpiti ottenuti con i duri e sfiancanti allenamenti di rugby. Si tolse le coperte di dosso, spostandole al fondo del materasso fino ai piedi, si alzò scendendo dal letto e stirò i muscoli sbadigliando una seconda volta. Aprì le tende trasandate lasciando entrare dalla piccola finestra i soffusi raggi di sole per illuminare un minimo la stanza.
Iniziò a cambiarsi, si tolse il semplice pigiama a tinta unita grigio e lo lanciò sul letto senza dar troppo peso alla piega che avrebbe potuto prendere. Prese l'uniforme blu con i ricami oro e rossi del collegio e se la mise, sistemando le tasche, allacciandosi la cravatta e infilandosi le scarpe di cuoio. Si sistemò ordinatamente i capelli, uscì dalla stanza e si diresse a mensa raggiungendo i propri amici. Fece colazione tra una chiacchiera e l'altra poi tutti gli studenti si avviarono alle classi per seguire le lezioni. Italiano, storia, biologia, fisica e poi finalmente l'ora di pranzo e qualche minuto di riposo. Finita la pausa dritti agli allenamenti. Dopo due ore sfrenate di rugby è ora di farsi una doccia e tornare in camera per studiare. Ultimi pochi minuti di svago un po' al cellulare e poi tutti a nanna.
Quel giorno però non era come ogni altro santo giorno. Infatti prima ancora che Mucho potesse alzarsi dal letto, alla porta qualcuno bussò con foga.

«Avanti...»

La porta sì aprì velocemente mostrando due persone l'una dietro l'altra. La figura in primo piano si rivela essere l'unico e inimitabile professore d'italiano, Nahoya Kawata.

«Muto, ti presento...»

Il braccio dell'insegnante si allungò all'indietro spingendo in avanti l'altra persona.

«Haruchiyo Sanzu»

Un ragazzo magro dai lunghi capelli bianchi si parò davanti al biondo. Aveva il volto nascosto da una mascherina nera ma dai suoi occhi s'intravedeva benissimo l'espressione di scontento causata dal fatto di stare lì. Aveva le braccia conserte, le spalle leggermente piegate come per nascondersi e teneva la testa bassa.
Mucho si alzò dal letto sistemandosi il pigiama per essere un minimo presentabile.

«Sarà il tuo nuovo compagno di stanza»

Mucho aveva vissuto in pace e tranquillità fino a quel momento. Fortunatamente non divideva la camera con nessuno quindi aveva i propri spazi. Anche se a volte un po' la solitudine si faceva sentire, rimase comunque spiazzato dalla notizia improvvisa di questo nuovo cambiamento.

«Compagno...di stanza?»
«Esatto. Spero andrete d'accordo. Ora devo scappare, ciao»

Il professore lasciò in terra la borsa con gli effetti personali del ragazzo e se ne andò.

«Aspetti»

Mucho provò a fermarlo uscendo dalla camera per chiedere spiegazioni ma Nahoya era già corso via.
Il ragazzo riportò il suo metro e ottantasette dentro la stanza e, chiudendosi la porta alle spalle, trovò Sanzu già intento a curiosare tutt'intorno. A dire il vero aveva un comportamento particolarmente strano, curiosava sì, però era come se lo facesse molto intensamente.
Il più alto prese vestiti e oggetti vari lasciati sull'altro letto, un tempo vuoto, che usava come appoggio per le cose che non sapeva dove altro mettere. Era convinto fosse quel disordine il motivo del bizzarro atteggiamento del ragazzo, invece capelli di neve si limitò a guardare il suo nuovo coinquilino e tornò a scrutare attentamente ogni angolo della stanza.

«Hai bisogno di qualcosa?»

Provò a chiedere, magari il nuovo arrivato non si sentiva a proprio agio con la disposizione degli immobili o con la collocazione degli oggetti nel piccolo spazio.

𝐂𝐨𝐥𝐥𝐞𝐠𝐞 // 𝐌𝐮𝐜𝐡𝐨𝐱𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora