🇮l professore e l'alunno scesero dalla macchina. Il giovane, per entrare all'ospedale, stava per mettersi a correre di nuovo ma l'adulto lo fermò.
«Mucho»
«Prof devo andare da lui!»
«Non puoi adesso. Sarà in sala operatoria. Non ha senso avere fretta. Anzi, se corri adesso e rimani qualche ora fermo e in silenzio in sala d'aspetto, sarà tutto molto più agonizzante, credimi. Perché invece non parliamo un po'? Vuoi sfogarti? Scaricare la tensione?»
«Grazie per il pensiero però...voglio comunque essere il più vicino possibile a lui. L'ho già lasciato da solo una volta, non farò di nuovo quell'errore»Il ragazzo s'avviò verso l'ospedale ignorando i suggerimenti dell'insegnante che, sconsolato, fu costretto a seguirlo.
Mucho arrivò alla reception e chiese subito di Sanzu. L'infermiera, vedendo la preoccupazione del biondo, guardò subito tra i registri dei pazienti e, non trovandolo, andò gentilmente a cercare se fosse stato portato con urgenza in sala operatoria. Quello avrebbe spiegato il motivo dell'assenza del ragazzo nel database. Gli infermieri infatti non avrebbero avuto tempo di segnarlo nei registri se avessero dovuto operarlo velocemente. Il medico tornò dopo poco a portare notizie al ragazzo preoccupato.«Non mi fanno entrare in sala operatoria mi dispiace... però il tuo amico è nelle mani dei più bravi infermieri, puoi stare tranquillo»
Mucho si mise a sedere portandosi le mani al viso. Il professore si sedette accanto a lui e gli diede qualche pacca sulla schiena per incoraggiarlo. Anche l'infermiera preoccupata si unì al docente per cercare di tirare su il ragazzo.
«Vuoi qualcosa da bere? O da mangiare?»
«No...la ringrazio...»
«D'accordo, se hai bisogno sono lì»Il medico tornò alla reception e Mucho sospirò.
«Quanto pensa che ci voglia?»
Il professore tirò fuori un libro, da nessuno sa dove, accavallò le gambe, lo aprì e si mise a leggere.
«Mio caro Mucho...è meglio se ti trovi qualcosa da fare mentre aspettiamo, credo che ci vorrà un bel po'»
Il ragazzo guardò l'orologio bianco appeso al muro e non staccò più gli occhi da lì.
Tic...Tac...
Tic...Tac...
Tic...Tac...Secondi...minuti...ore...passavano così lentamente...
E quell'agonia che Mucho aveva, l'attaccò anche al prof che vedeva il proprio studente molto giù di morale.
Ogni tanto l'infermiera gentile andava a parlare con Mucho del più e del meno per provare a tranquillizzarlo ma lui rispondeva a monosillabi, troppo intento a sperare che Sanzu se la cavasse.«Mi scusi...sarà passata più di un ora...che fine ha fatto Sanzu?»
«Tesoro, gli infermieri stanno facendo il possibile...pazienta un altro po'...sono sicura che andrà tutto bene...»
«La prego non può andare a controllare come sta?»L'infermiera sospirò.
«Vedo che posso fare...»
La giovane donna se ne andò.
Passò altro tempo.
Troppo tempo.
Il professore aveva smesso di leggere e adesso, influenzato da Mucho, fissava anche lui l'orologio sperando che tutto si risolvesse magicamente.
L'inconfondibile rumore dei tacchi che aveva assistito il ragazzo per tutte quelle ore si sentì arrivare in lontananza. Mucho subito si girò riconoscendo il passo dell'infermiera.
Quest'ultima si mise a sedere accanto a lui in silenzio.«Vorrei che mantenessi la calma...»
Mucho si sentì crollare il mondo addosso. Quelle parole non gli erano per niente piaciute. Di solito certe cose si dicono quando...il nodo alla gola si fece sentire sempre di più. Magari però aveva frainteso...almeno poteva sentire cosa aveva da dire l'infermiera...ma non voleva. Se fosse stata la cattiva notizia non l'avrebbe voluta sentire.
Anche il professore sentendo quelle parole era entrato in uno stato d'agitazione, anche se cercava di mantenere un comportamento all'apparenza calmo per non fare preoccupare Mucho.
Il ragazzo tremava leggermente e il suo cuore batteva forte.
L'infermiera prese un bel respiro.
Il ragazzo si coprì il viso con le mani accasciandosi sulle proprie ginocchia.
Iniziò a ripensare a tutti i bei momenti passati con il suo ragazzo. E ripensandoci aveva capito che quei bei momenti non ci sarebbero stati più. E la colpa era sua.«Sanzu è...»
Lo sapeva già.
Non importava che finisse la frase.
Era morto.
E Mucho non gli aveva dato un addio come si deve.
Avrebbe voluto almeno che spirasse tra le sue braccia.
La cosa migliore sarebbe stata che Sanzu non fosse morto. Sarebbe stato bello se avessero passato molto più tempo insieme.
Mucho iniziò ad immaginarsi il futuro con Sanzu che non avrebbe mai potuto avere.
Loro due che escono per mano da scuola dopo la laurea e mandano a fanculo gli Haitani e il coach. Loro due che riescono a trovarsi il lavoro dei propri sogni. Loro due che abitano in un appartamento insieme, proprio come tutto è iniziato. Loro due che si abbandonano alle tentazioni e ai piaceri carnali. Loro due che sbagliano ma che insieme riescono sempre a trovare una soluzione. Loro due...ora però ne sarebbe rimasto uno solo...non ci sarebbe mai stato un "loro due". E non ci sarebbe mai stato un "vissero per sempre felici e contenti".«...vivo»
«Vi...vivo!?Vivo!?»Mucho si alzò in piedi di scatto.
Anche Nahoya rimase sorpreso e si portò le mani alla testa sollevato.
L'infermiera cercò di calmare il ragazzo che insisteva sul voler vedere il proprio fidanzato.«Per favore non urlare. Ti accompagno da lui ma fa silenzio»
La dottoressa si avviò per i corridoi labirintici dell'ospedale seguita dal biondo e dall'insegnante.
Arrivarono finalmente davanti alla stanza di Sanzu ed aprirono la porta.
Capelli bianchi era pieno di tubicini attaccati alle flebo ma dormiva tranquillo e beato.
Mucho provò a trattenere le lacrime ma non ci riuscì. Abbracciò il professore tra un singhiozzo e l'altro.«È vivo»
L'infermiera se ne andò prima di commuoversi e lasciò i due nella stanza di Sanzu.
Mucho prese una sedia, si mise accanto al letto dove dormiva il suo ragazzo e lo prese per mano. Non vedeva l'ora che si svegliasse. Era così felice che fosse ancora vivo.
Il professore si rimise a leggere in un angolino per non disturbare.
Mucho si era appisolato con la testa sulle gambe di Sanzu e, quando all'improvviso sentì qualcuno toccargli i capelli, si alzò di scatto.«Ciao»
Sanzu era sveglio e stava sorridendo al biondo che lo abbracciò subito.
«Mi hai fatto preoccupare. Tanto»
«Stupido. Ti avevo detto di non preoccuparti. Te l'avevo detto che non morivo»
«Si ma non sei affidabile»
«Come osi»Capelli bianchi ridacchiò.
Mucho smise di abbracciare Sanzu senza però allontanarsi da lui e lo baciò.«Ti chiedo scusa di nuovo»
«E io ti ripeto di nuovo che non è colpa tua»
«Invece si!»
«No, quell'omofobo del coach ti ha fatto il lavaggio del cervello non è colpa tua»
«Invece si ti dico! Il coach non c'entra nulla. Se io fossi stato più furbo niente di tutto ciò sarebbe accaduto...se solo avessi lasciato perdere il rugby...»
«Inutile piangere sul latte versato. Ora sto bene e siamo insieme. Non c'è nulla di cui preoccuparsi»
«Si ma...»
«Silenzio. Non voglio sentirti frignare»
«Va bene ma...non farlo mai più. Non drogarti mai più»
«Non lo faccio più»
«Promettilo»
«Te lo prometto»Si baciarono.
«Ti amo tanto»
«Io ti amo di più»
«È una sfida?»Continuarono a baciarsi ed abbracciarsi scambiandosi dolci parole per ore e ore.
Finalmente un lieto fine...che durò per poco.
Infatti improvvisamente la porta si spalancò.
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𝐂𝐨𝐥𝐥𝐞𝐠𝐞 // 𝐌𝐮𝐜𝐡𝐨𝐱𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮
Fanfiction»🇭 𝐚𝐫𝐮𝐜𝐡𝐢𝐲𝐨 𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐠𝐞 𝐱 𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚. 𝐋𝐢̀ 𝐟𝐚𝐫𝐚̀ 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐨 𝐝...