𝑩𝒓𝒆𝒂𝒌𝒇𝒂𝒔𝒕

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🇸 uonò la sveglia. Mucho si svegliò con molta poca voglia di trascorrere la giornata, soprattutto dopo quello che era successo il giorno prima. Non aveva neanche dormito bene. Sapere che c'era qualcun'altro, decisamente fuori di testa, in camera con lui lo metteva a disagio.

«Spegnila»

Il biondo fece fermare quel fastidioso "bip bip" e si mise a sedere sul letto.

«Senti possiamo parlarne? Sei sempre così scorbutico? Non mi va bene che tu mi parli così»
«E che ti devo dire non parlarmi...»
«Ma il professore»
«Vuole che diventiamo magicamente amici come nei cartoni per bambini»
«Beh sì...ma il coach preferirebbe che non ti parlassi»
«Eppure lo stai facendo»
«Eh già...»

Passò qualche secondo di silenzio.

«Senti, abbiamo iniziato col piede sbagliato ma non sembri una cattiva persona, forse il professore ha ragione»
«Lascia perdere, se ti dicono di stare alla larga da me ci sarà un motivo, no?»
«Non potrei neanche se volessi. Siamo compagni di stanza, almeno un minimo su di te vorrei saperne...sei sul serio così pericoloso come dicono...?»
«Guardami. Sinceramente, pensi che io ti potrei fare del male?»
«Non capisco cosa intendi dire»
«Sono piccolo, magro e non sono armato. L'unica cosa che ho è la droga che, siamo sinceri, non migliora affatto le prestazioni atletiche, anzi potresti benissimo rompermi un osso solo soffiandomi addosso.
Come potrebbe uno come me essere pericoloso?
Certo magari ho contatti con brutte compagnie ma ormai sono finito in questo posto di merda, che è peggio di una prigione»
«So che lo dici solo per convincermi e so anche che alla fine mi metterai nei guai a causa di quella stupida droga. Già ieri gli Haitani ti hanno scoperto, ora sarai nella merda»
«Esatto. Sono. Io sono nella merda. Non dovresti pensare che metta nei guai te. Non ti riguarda nulla di quello di cui ho a che fare io. Ignorami ebbasta, tanto sono abituato ad essere trattato come un rifiuto della società. Tranquillo chiederò lo spostamento in un altra camera dove non possa darti fastidio facendo schifo. Non vorrei rovinarti la condotta scolastica da studente modello»
«Come sei permaloso...»
«Tsk»

Muchò si alzò senza dire niente e iniziò a cambiarsi.

«Andiamo a fare colazione?»
«Vai»
«Dai vestiti, vieni anche tu. Non hai fame?»
«No»
«Qualcosa però dovrai mangiare, sei tutto pelle e ossa. Sennò dopo ti mancano le forze»
«Non voglio venire e neanche tu vuoi che ti accompagni, fidati»
«Invece si»
«Invece no»
«E io ti dico di sì. Vestiti»
«Mucho. Non ti conviene starmi intorno. Rovino la tua bella reputazione»
«Che me ne frega della reputazione a me»
«Non capisci. Se ti vedono a giro insieme a me poi...»
«Poi?»

Muchò frugò nell'armadio di Sanzu per tirar fuori la sua uniforme e poggiargliela accanto sul letto.

«Penseranno a cose strane...le persone sanno essere veramente stupide»
«E a che dovrebbero pensare scusa?»
«Che sei finocchio...»

Seguirono pochi minuti di silenzio mentre mucho si sistemava la cravatta.

«E anche se lo pensano?»
«Non capisci. Le persone possono essere spregevoli»

Mucho iniziò a pensare che quel ragazzo, da come parlava, si portava dietro tanto dolore.

«Senti...a me non importa se tu sei così e se le persone penseranno lo stesso di me se ci vedono insieme»
«Perché vuoi rovinarti la vita così, parlando con me...»
«Ma non me la rovino affatto. Tu sei una persona come le altre, non vederti come un rifiuto. Poi siamo positivi, al massimo sono io che miglioro la vita a te»

Sanzu non capiva se il biondo lo stesse raggirando o parlando sul serio. Però non aveva niente da perdere, ormai quando tocchi il fondo più giù non puoi andare, quindi decise di fidarsi di lui.

«D'accordo»

Capelli di neve si alzò e inizio a vestirsi.
Una volta che entrambi furono pronti, uscirono e si diressero a mensa per fare colazione.
Tra i corridoi le voci su Sanzu giravano ancora prima che lui arrivasse a scuola. I bisbigli, le risatine e i commenti inadeguati sparivano in modo codardo quando i due passavano e rimanevano solo sguardi insistenti a fare pressione psicologica.
Finalmente arrivarono e presero da mangiare.

«Ehi ma la mascherina non la togli neanche per mangiare?»
«Preferirei di no»
«Oh, potevi dirmelo...vuoi mangiare altrove? Possiamo andare in cortile se ti va, di mattina non c'è mai nessuno»
«Va bene...»

I due uscirono, andarono nel giardino della scuola e si misero a sedere, appoggiando le cose sul tavolo.
Mucho iniziò a mangiare e Sanzu si tolse la mascherina per la prima volta da quando era arrivato.
Il biondo spinto dalla curiosità guardò l'altro con la coda dell'occhio. In quel momento anche candidi capelli guardò il suo nuovo amico, se così si poteva chiamare.
Distolsero entrambi subito lo sguardo.

«Non per essere scortese o invadente ma...come ti sei fatto quelle cicatrici?»

Sanzu si toccò i piccoli rombi che gli segnavano i lati della bocca.

«Mah niente di importante, una vecchia lite...»
«Non so perché tu le copra, non sono brutte, ti stanno bene»

Sanzu si limitò a guardare Mucho e poi iniziò a mangiare.

«Sai pensavo...potresti entrare nella squadra di rugby»

A corto di argomenti lo sportivo propose una cosa assurda all'altro che iniziò a ridere.

«Certo che sei simpatico»
«Perché ti fa tanto ridere? Ero serio»
«Ma mi hai visto?»
«Allora vieni a vedermi giocare. Sono il più bravo»
«Si come no»
«Hey è vero!»

I due continuarono a ridere e scherzare finendo di mangiare. Si avviarono poi alle classi per fare lezione.
Una volta terminate ognuno si riavviò nei propri dormitori.
Sanzu e Mucho parlarono un altro po' poi andarono a dormire.
Ed un altro giorno passò.
Il giorno successivo fecero di nuovo colazione insieme. E quei due giorni a fare colazione insieme diventarono una settimana, una settimana diventò un mese e da un mese ne diventarono molti di più.

𝐂𝐨𝐥𝐥𝐞𝐠𝐞 // 𝐌𝐮𝐜𝐡𝐨𝐱𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora