Jean x Fem reader

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Candida e bianca la neve cadeva dolcemente fra i miei capelli castani, piccoli residui di essa si scioglievano tutto un tratto non appena entravano in contatto con la mia mano coperta dai guanti di lana bianca, mentre lentamente si depositava a terra ricoprendo ancor di più il verde dell'erba che fino a pochi mesi prima eravamo tutti abituati vedere.

Amavo l'inverno, amavo il contatto della mordida neve con il mio corpo, era bella e pura, composta da tanti piccoli fiocchi, così insignificanti, ma essenziali poi per produrre quello spettacolo naturale che solo la stagione fredda sapeva donare.

Mentre ero immersa nell'angelico paesaggio, sentii una mano sulla mia spalla che mi fece sobbalzare, ma non altro trovai, che la figura di Jean avvolto da una sciarpa color castagna per ripararlo dal gelo.

"Che cosa ci fai qui? Ti prenderai un bel raffreddore sai?" spostai lo sguardo nei suoi occhi ambra, che splendevano come l'oro appena forgiato, mentre mi squadravano velocemente "Non mi prenderò nulla, tranquillizzati" lo rassicurai, per poi girarmi nuovamente verso quella visione paradisiaca.

"Come mai fissi la neve in quel modo?" mi domandò tutto d'un tratto incuriosito, mi voltai un'altra volta verso il castano e gli rivolsi un lieve sorriso "La mamma mi ha insegnato l'importanza di un individuo tramite la neve" mi fissò con aria confusa e mi spiegai con più chiarezza "prendi come esempio questo fiocco" dissi sicura prendendone uno in mano "mmh(?)" lo sentii mugugnare e scossi la testa ridacchiando "si è già sciolto, ormai non esiste più" "E allora?Ce ne sono di altri non dovrebbe essere un problema o sbaglio?" aggiunse il ragazzo con ovvietà "È vero, di fiocchi ne esistono veramente tanti, così come di esseri umani..." Mi fermai qualche secondo per capire se Jean stesse seguendo il discorso e lo vidi molto attento alle mie parole così continuai "Se ci si pensa bene, è un gioco da ragazzi uccidere un essere umano, divorato da un gigante, perforato con una spada, o perfino a mani nude, come è così semplice far svanire un piccolo fiocco di neve anche solo con il più minimo tocco; Tuttavia, è l'uomo che forma l'umanità, l'individuo compone una società di esseri viventi creati al solo scopo di vivere insieme perché l'uomo non è creato per stare solo, ma con i suoi simili, se non c'è l'individuo non c'è umanità..." stavo per terminare la frase, quando il castano mi precedette "come non c'è alcun passaggio innevato senza il fiocco... si ora mi è chiaro" mi sorrise.

Ricambiai e solo in quel momento mi resi conto di aver visto un Jean totalmente diverso da quello che tutti noi conoscevamo, il Jean sicuro di sé e arrogante, il Jean egocentrico che pensava sempre e solo a sé stesso, il Jean donnaiolo che ci provava di continuo con la mia migliore amica Mikasa, cosa che senza un motivo apparentemente logico, mi infastidiva.

Di momenti come quelli, non ne avevo mai vissuti prima, il mio compagno mi diede l'impressione per la prima volta di essere un libro aperto pronto per essere sfogliato.

Mi si sciolse il cuore al sol pensiero che tutto ciò, stesse capitando proprio a me e non alla mia amica, che da sempre avevo invidiato.

"Tua madre deve essere davvero saggia" aggiunge improvvisamente "già...lo era" risposi malinconica sistemando il cappello rosso bordeaux che ricopriva i miei lunghi capelli castani, lievemente mossi dal vento: Fra non molto avrei dovuto tagliarli, recavano fin troppo fastidio nei combattimenti contro i giganti.

"Era?" domandò lui dispiaciuto, cosa avrei dovuto fare? Cosa avrei dovuto rispondere? Va bene svelare ciò ai quattro venti? E Jean avrebbe mantenuto segreto quanto gli avrei detto? Innumerevoli domande mi frullarono in testa ma infondo perché non tentare? Eravamo solo io, lui, e qualche uccellino affamato in cerca di cibo fra tutto quel bianco candido, che ricordava la veste di un angelo custode e conosco i mei compagni, nel caso avesse rivelato ciò che gli avrei confidato, dubito che essi mi avrebbero giudicata "Mia madre è morta qualche anno fa', durante la caduta del distretto di Shiganshina" egli si fece più attento "Mia madre ed io eravamo a casa degli Jaeger, sai anche tu che conosco Eren e Mikasa da tempo ormai..." sentii i miei occhi riempiersi di lacrime dinnanzi a quei tristi ricordi e inaspettamente sentii delle braccia avvolgermi il busto e stringermi delicatamente.

"So bene cosa è capitato a casa di Eren, sua madre non ce l'ha fatta...È così anche nel tuo caso immagino"

Annuii velocemente e non mi resi conto delle lacrime che incominciarono a solcarmi il viso, asciugate poi dai pollici di Jean mentre mi accarezzava lievemente il volto.

Sprofondai il viso nell'incavo del suo collo, i singhiozzi ormai avevano preso il sopravvento e capii che ciò che pensavo di aver ormai superato da tempo, ancora mi feriva.

Credevo di essermene fatta una ragione, ero solo una bambina in fondo no? quale colpa ne avevo? in quell'attimo, quando mia madre morì sul colpo quando il tetto la cadde addosso ero a fantasticare su cosa ci fosse al di là delle mura insieme ai miei amici, mi ponevo domande, quesiti irrisolti a cui solo Dio in quel momento era in grado di rispondere.

Di mio padre e mio fratello non c'è n'era più traccia, da quel giorno mai più rivisti.

Finalmente mi calmai e guardai Jean che mi fissava in modo confortante, Dio quanto amavo quel ragazzo.

"Sarà meglio tornare, si sta facendo sera" dissi con leggero imbarazzo ma nemmeno il tempo di fare un passo che sentii Jean prendermi il polso e stringerlo saldamente "Jean c-che stai facendo?" mi fissò incupito, quasi...deluso? Cosa si aspettava che facessi? "Alisya dimmi... mi sto rammollendo? perché ho la netta sensazione che il me del passato mi starebbe perculando di gusto in questo momento se fosse qui" lo guardai dritto nei suoi occhi color miele, leggermente scuriti rispetto a pochi attimi fa' in cui sembrava il più fragile fra i cristalli.

"Non ti seguo" risposi "Sono innamorato" disse tutto d'un fiato, bloccandosi poi, attendendo ansioso una mia risposta "Se è di Mikasa che parli, non penso che in questo momento sia eccessivamente interessata a qualcuno, anche se un potenziale nemico per te potrebbe essere Eren..." forzai una risata e distolsi lo sguardo "Alisya..." "Dimmi" "Hai mai sentito parlare di 'gelosia'?"

Mi soffermai un attimo a squadrarlo, tremava leggermente e faceva su e giù con le punte dei piedi con le mani giunte dietro la schiena "la gelosia solitamente porta una ragazza a rendersi conto di non poter sopportare che un ragazzo ci provi o semplicemente abbia interesse per un'altra persona" si avvicinò a me "Jean cosa-" mise saldamente le mani suoi miei fianchi "è un buon metodo per il rimorchio no?" sussurrò poi al mio orecchio "Io dovrei-" "La maggior parte delle volte funziona, ma con certe ragazze, come nel tuo caso..." strinse ancor più la presa e diede inizio ad un nuovo contatto visivo "Bisogna essere diretti" fece un ghigno e mi baciò improvvisamente.

Era un bacio tutt'altro che casto, un bacio di chi aveva aspettato fin troppo a lungo, colmo di amore e passione e in quel preciso istante sentii il mio cuore pieno di gioia, non potevo crederci.

Si staccò lentamente da me e proprio quando stava per pronunciare la frase più bella del mondo lo precedetti:

"Ti amo anch'io"

g~

ONE SHOT || ATTACK ON TITAN ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora