Se c'era una cosa che proprio odiavo, quella era la sfacciataggine.
Chi non ha né ritegno, nè tantomeno pudore, per me non è altro un immaturo, che in mancanza di personalità, cerca di coprirsi con la sfrontatezza.
Mai avrei voluto incontrare una persona così nella mia vita, ma si dà il caso che il destino abbia voluto giocare a mio sfavore.
Porco Galliard era la rappresentazione umana della sfacciataggine.
"Oh andiamo, smettetela!" sbottò esausta Pieck, nonostante solitamente sia pacata e calma.
"Ha iniziato lui" mi difesi guardando male Porco "Ma tu mi hai dato corda" fece un ghigno sfacciato che mi fece andare su tutte le furie.
"Litigano ancora?" io e il biondo ci voltammo contemporaneamente, scorgendo Colt con le braccia incrociate e uno sguardo annoiato, venire verso di noi.
"Si, che strano" roteò gli occhi Pieck ironica, facendo ridere leggermente Colt.
"Qual'è il problema, stavolta?" domandò il nostro amico, avvolgendo un braccio intorno al mio collo.
"Porco mi provoca, non ne posso più di lui!" esclamai incazzata e il ragazzo scrollò le spalle, con un fare talmente menefreghista da farmi arrabbiare ancor di più.
"Giuro che ti tiro uno schiaffo!" lo minacciai e Porco rise di gusto "Oh, addirittura?" si avvicinò dandomi una pacca sulla testa e scompigliandomi i capelli "Secondo me non ne hai il coraggio" mi sfidò ed io gli lanciai un'occhiata feroce.
"Ragazzi, siete soldati! È impossibile che non riusciate a non discutere! Ma non vi stancate mai di litigare?" Pieck si stava veramente stufando.
"No" rispondemmo noi all'unisono, guardandoci poi male.
"Prima eravate così uniti, cos'è successo? Nell'ultimo periodo non fate che scannarvi a vicenda!" disse Colt ed io abbassai lo sguardo.
"Io me ne vado a letto, domani ci aspetta una missione" esordì la mora incamminandosi altrove "Vengo anche io" la seguì Colt.
"E non causate guai" ci mise in allerta il biondo prima di girare l'angolo, sparendo.
Eravamo soli, la tensione era alle stelle ed io sentivo il cuore in gola.
In sua presenza, mi trovavo terribilmente a disagio, tant'è che le mie mani iniziarono a sudare per l'agitazione.
"Ti va di parlarne?" improvvisamente Porco prese parola "Sinceramente, no" risposi onesta "Anche se dovremmo" aggiunsi dopo un sospiro.
"Mi dispiace" si scusò lui, stupendo mi: Erano poche e rare le volte in cui ammetteva i suoi errori.
Non risposi, mi limitai ad osservarlo in silenzio, notando il suo sguardo dispiaciuto, leggermente coperto da dei ciuffi ribelli, che quel giorno non si era preoccupato di pettinare all'indietro com'era suo solito fare.
"Ascolta, so che ci siamo lasciati, so anche che è stata colpa mia" pronunciò distrogliendo lo sguardo dal mio "Possiamo comunque convivere in pace, non voglio infastidire ancora Pieck, la stiamo facendo ammattire" rise alla fine del discorso e anch'io non mi sapetti trattenere.
Cercai tuttavia di nasconderlo, provando a soffocare la risata e mettendo una mano davanti le labbra.
"Spiace anche a me, avrei potuto essere più paziente, effettivamente" ammisi io, grattandomi la nuca leggermente imbarazzata.
La pazienza non è mai stato il mio forte, e lui lo sapeva.
"So come sei fatta, non dovrei provocarti di continuo" mi tranquillizzò lui e gli rivolsi un sorriso sincero, il quale fu gentilmente ricambiato.
"Se solo avessimo risolto così qualche mese fa..." pensai ad alta voce "Si, staremmo ancora insieme, probabilmente" concluse la frase, arrossendo.
Ci fu un attimo in cui nessuno dei due proferì parola "Quindi, questione risolta?" mi porse la mano, che io strinsi dopo un secondo di esitazione "Direi di sì" sorrisi.
Il silenzio, che ormai stava incombendo su di noi, era testimone della nostra riappacificazione.
"Bene, allora io vado" gli feci un cenno con la mano "D'accordo, ci vediamo domani" disse sistemandosi i capelli.
Stavo per incamminarmi, quando un 'aspetta' mi bloccò dal fare il primo passo in avanti.
Mi voltai verso Porco, rosso in viso e con uno sguardo che non vedevo da tempo, come se avesse represso un qualcosa fino ad allora, che all'improvviso ha incominciato ad uscire, solamente tramite un'occhiata: Siamo sempre stati così, ci intendevamo al volo, con un solo sguardo.
"Deve proprio finire così?" sorrise amareggiato "Cosa vorresti dire?" lo incitai a continuare "Adesso cosa farai? Ti metterai con Colt, giusto?" continuava a fissarmi le scarpe, ignorando il mio sguardo confuso.
"No, assolutamente no! Come ti vengono in mente queste cose?" feci una smorfia disgustata.
"Quando eravamo fidanzati, Tu e Colt sembravate molto in sintonia, sembrate esserlo anche ora" finalmente mi guardò negli occhi.
"Per me Colt è un fratello, mai potrà piacermi...In quel senso, intendo" cercai di essere il più specifica possibile.
"E poi, tu da quando ti preoccupi di me e Colt?" misi le mani sui fianchi "Da sempre, in realtà" ammise lui "Con lui eri sempre allegra, con me mai" fece un ghigno sconsolato "Ma non importa" concluse il ragazzo.
Ripensandoci, non ho mai effettivamente dato segni d'affetto a Porco come una normale fidanzata fa.
Era la mia prima relazione, provavo molta vergogna.
Quando eravamo solo amici, eravamo infatti molto più complici ed uniti.
Tentai di spiegarglielo, ma fu del tutto vano "Non serve che inventi scuse, va' a letto, domani dobbiamo alzarci presto" mi suggerì "È la verità" esordii con tono deciso.
Porco spalancò gli occhi, incredulo, ma cosa andava a pensare?
"Dici sul serio?" sembrava volesse chiedermi di dargli un pizzicotto, così da capire se fosse un sogno o meno.
Porco ridacchiò e si schiaffeggiò la fronte "Mi sento così stupido ora" mi avvicinai a lui, accarezzandogli il volto "Non devi" lo rassicurai.
Entrambi eravamo diventati due peperoni.
Potevo sentire perfino il batticuore del biondo, notando il leggero tremore delle sue mani e il fiato corto.
"Mi piaci davvero tanto" ammise sghignazzando "Porco..." sospirai ritirando la mano, ma che lui prese immediatamente e riportò sul suo viso "Non toglierla" mi pregò, lasciando la sua mano sopra la mia, che nel frattempo non smetteva di accarezzarlo.
Con la mano libera mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed io socchiusi la bocca.
"Posso baciarti?" domandò speranzoso
"Non serve il permesso" lo informai scuotendo la testa.
Non se lo fece ripetere due volte, avvicinò il suo volto al mio e posò dolcemente le labbra sulle mie.
Spostò una mano sui miei capelli per approfondire il bacio, e l'altra sulla schiena, accarezzandola lentamente.
Quel tocco improvviso mi provocò la pelle d'oca e lui lo notò "Cazzo se mi piaci" mi sussurrò a fior di labbra.
Un turbinio di emozioni improvviso si fece largo nel mio cuore, ma soprattutto nel mio stomaco, in cui al posto delle tipiche farfalle aveva uno zoo intero.
"Dillo" mi incitò Porco "Dire che cosa?" lo ribaciai "Che ti piaccio"
Mi staccai da lui, imbarazzata e abbassai la testa "Mi piaci" il biondo sghignazzò "Lo so" esordì con tono risoluto ed io gli diedi una spinta sul petto, allontanandolo leggermente.
"Che egocentrico" Porco si riavvicinò "Ma mi adori per questo" mi lasciò un bacio sulla fronte.
Quel momento, è rimasto impresso nella mia memoria, custodito con prepotenza tra i miei ricordi, a cui sempre sarei rimasta aggrappata.
Spazio Autrice
buona festa della donna🧚♀️
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ONE SHOT || ATTACK ON TITAN ||
FanfictionIn questa one-shot scriverò una storia diversa in ogni capitolo sui vari personaggi di Attack on titan (o Shingeki no kyojin). Ho deciso di inventare un personaggio mio, poiché scrivere l'idea di scrivere "t/n" non mi esalta, spero possiate apprezza...