• 6

1.8K 50 1
                                    


Ecco ci siamo.
Questo luogo mi ricorda esclusivamente loro.
Tutto è rimasto uguale, eppure tutto è diverso.
Perfino i divanetti dove aspettavo mio padre al ritorno dalla scuola sono gli stessi, ma in fondo non lo sono.

Sento mio fratello stringermi la mano e darmi una rapida occhiata mentre attraversiamo l'hall.

La nostalgia mi avvolge.

Ryan ci segue in silenzio, affrettandosi ad entrare nell'ascensore con noi.

Man mano che saliamo l'ansia sale un po' di più, e quando mio fratello si ferma a qualche piano dall'ultimo, il mio pensiero va al ragazzo rimasto in quel piccolo spazio.

<< stai bene?>> rompe il silenzio facendomi voltare verso di lui.
<< si, è solo strano>> sforzo un sorriso che ricambia.
Il momento viene interrotto dal "din"dell'ascensore che ci avvisa che siamo arrivati all'ultimo piano.

Le porte si aprono sulla reception vuota, poiché oggi è domenica.

Ryan mi indica la direzione da prendere e lo seguo.
Bussiamo alla porta del signor Wilson che ci invita ad entrare; c'è anche la signora Wilson con lui e appena si accorge della mia presenza si precipita verso di me per abbracciarmi.

<< Ciao tesoro. Come stai? Oddio guardati, sei bellissima>> mi si avvicina anche il signor Wilson che mi da un caldo abbraccio anche lui. << Salve signori Wilson. Sto bene grazie. Tu come stai?>> è una bella donna e devo dire che non è cambiata molto dall'ultima volta che ci siamo viste.

<< Molto bene grazie. Come va alla facoltà di moda?>>

Per un attimo rimango basita: come fa a saperlo? Sono quasi tre anni che non ci vediamo.
Che glielo abbia detto Ryan? Parla di me ai suoi?

<< bene Keira, mi piace molto la moda e mi trovo bene in quell'università>> le sorrido gentilmente.
<< che bello tesoro. Sono felicissima per te>> e mi abbraccia di nuovo. Quando si stacca noto che ha gli occhi lucidi.

<< Cara stai bene?>> le domanda il marito. << si ecco..>> la signor Wilson si volta verso di me e noto nel suo sguardo un velo di tristezza misto alla dolcezza.

<< Mi ricordi molto tua madre. Per me lei era come una sorella e scusami per non esserci stata in questi anni, ma abbiamo sempre chiesto di te a Mark. Dato che non sei più venuta qui abbiamo pensato che non volessi più avere a che fare con l'azienda ne con noi.
Per noi sei preziosa tesoro.>> conclude asciugandosi le lacrime con un fazzoletto e stringendomi la mano.

<< anche voi siete importanti e non era assolutamente mia intenzione farvi pensare il contrario. Dopo la morte dei miei genitori non ho avuto il coraggio di venire qui perché c'erano troppi ricordi. Ma ho deciso di andare avanti. Vi ho sempre considerato delle persone meravigliose e il bene che vi voglio non muterà mai>> mi asciugo anche io una lacrima che è sfuggita al mio controllo.

Appena iniziano a parlare di affari con una scusa esco dal loro studio e mi avvicino alla grande vetrata che da sulla città.

<< Tesoro tutto bene?>> Keira mi si avvicina con passo elegante e composto facendo battere i tacchi delle décolleté sul marmo del pavimento immacolato.

<< si, li ho sentiti parlare di affari e ho preferito farmi da parte>> lei mi guarda attentamente e poi annuisce. Lo fa quando deve capire se le stanno raccontando una bugia o una verità.
<<  ti ha fatto piacere venire qui?>> sembra quasi preoccupata di sapere la risposta.
<< si. E poi stando qui mi sembra di sentirli più vicini>> sembra di essere tornata ai vecchi tempi, ma con qualche centimetro di tacco in più e qualche persona in meno.

About youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora