(FUMIHIRO's POV)
È notte fonda. Ho passato il resto della serata ad ascoltare Shinsou e Kaminari parlare. Mi sono divertito infondo. Li ascoltavo volentieri, è come se la loro presenza mi scrollasse un pò di peso da dosso.
Mi sono svegliato di soprassalto, a causa dell'incubo che mi perseguita da ormai undici anni: la scomparsa dei miei genitori.
Furono catturati, per poi venire uccisi qualche anno dopo.
Furono presi da qualcuno di cattivo, ma non sto parlando del primo villain che passa... intendo All for One, il re delle tenebre, che dir si voglia.I miei avevano dei quirk davvero singolari, da cui si originò la mia telecinesi. Ciò portò quel mostro a rapirli, per poi sbarazzarsi di loro appena non ne ebbe più bisogno.
Da giorno in cui vennero presi, fino a quando morirono, i miei iniziarono a scrivermi lettere, per farmi sapere che loro stessero bene. Non sapevano che io le leggessi, anche se io lo facevo appena mi veniva recapitata la busta.
Tempo dopo, all'età di sette anni, catturarono anche me. Venni portato in un luogo differente da dove si trovavano loro, in un ospedale pediatrico. Beh, in teoria lo era... in pratica era un campo di addestramento per bambini con quirk molto potenti.
Venni affidato assieme ad altri 17 bambini ad un dottore, di cui non seppimo mai il nome.
Passai là la bellezza di sette anni, finché un giorno, io e altre due bambine, riuscimmo a fuggire.
Senza i miei genitori è stata dura crescere, tra la malavita e le cattive influenze, ho avuto una pessima educazione. Non ho avuto nessuno che mi adottasse, lo avrei voluto tanto, ma così non fu.
Nonostante ciò sono un uomo che ama aiutare le persone. E di questa parte di me ne vado fiero.
Voglio diventare un hero così da aiutare tutti coloro che si trovano nella mia stessa situazione.
Sospiro, girandomi nel letto per prendere sonno.
In questa camera mi sento inspiegabilmente al sicuro, come se nessuno potesse farmi del male, perché avrei qualcuno su cui contare.
So che potrei sembrare affrettato, ma nessuno si è mai rivolto a me con così tanta gentilezza. Vorrei tanto che questi due ragazzi dal temperamento solare non deludessero le mie aspettative, avrei veramente bisogno della loro presenza.
Solo il tempo saprà dimostrarmi se mi sono sbagliato o no.Chiudo gli occhi, cercando di far scivolare via tutto lo stress accumulato in questi giorni.
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Sono in uno stato di dormiveglia, non ho voglia di aprire gli occhi, qui si sta così bene.
«Ehy, fai piano, sta ancora dormendo» sussurra Denki.
«Scusa, scusa!»
«Senti ma... tu che ne pensi?»
«Mh? Di chi?»
«Fumihiro, chi sennò» ride debolmente.
«Sembra un tipo apposto, anche se dopo quello che ci ha detto ieri sera ho provato un pò di pena nei suoi confronti»
«Penso le stesse cose... è davvero coraggioso»"È davvero coraggioso"
Pensano veramente questo di me...?
Sorrido involontariamente, per poi spalancare gli occhi dalla sopresa.
Ho sorriso?!
Non ricordo quando è stata l'ultima volta che l'ho fatto... in realtà, non so nemmeno se c'è stata una prima volta.
Pensavo di non sapere come si sorride, è venuto tutto in maniera spontanea e genuina. Per un momento, il dolore inflitto dalla lametta usata ieri sera, sembra svanire. C'è solo pace... una pace disarmante.
«Ehy, buongiorno» alzo il busto, guardandoli.
«Buongiorno! Come va?» sorride Kaminari.
«Alla grande» mi passo una mano fra i capelli «Datemi qualche minuto e vi raggiungo»Cerco di fare più in fretta possibile, per poi prendere la giacca della divisa sottobraccio ed uscire, accompagnato dai miei due compagni.
«Sei stato bene stanotte?» chiede Kaminari.
«Si, si respira un'ottima aria qui»
«Vedrai che presto ti adatterai»Lo spero.
Arriviamo a scuola, sedendoci in un angolino in attesa della campanella.
Tira un leggero vento, che porta i miei capelli corvini a poggiarsi sul mio viso, offuscandomi la visuale.
Sospiro beato, guardandomi intorno mentre ascolto con piacere Denki e Shinsou parlare del più e del meno.
All'improvviso avverto una forte fitta alla nuca. Porto immediatamente la mano sul luogo del dolore, fissando il pavimento con occhi sgranati.
Ma che succede?
Provo una sensazione strana, è come se in bocca avessi del sangue.
La mia attenzione viene poi catturata dal mio polso. Una piccola ferita si sta aprendo, portandomi a sanguinare.
«Fumihiro, cos'hai?»
«Io... non lo so...»
«Ti sta uscendo sangue? Fai vedere» mi afferra delicatamente il polso Hitoshi.Mi ritraggo, non posso permettere che veda i tagli.
«Perché ritrai la mano?»
«Non è niente, tranquillo»
«Beh, niente non direi, ti sta sanguinando il polso» commenta il biondino.
«Suvvia, alza la manica»Prende di nuovo il braccio, senza darmi di indietreggiare alza la polsiera, per poi rimanere immobile.
«Che significa?» mi guarda con aria di rimprovero.
«Nulla, non significa nulla»
«Amico, ma questi sono...»
«Tagli. Si, Kaminari»
«E questo?» indica il "tatuaggio" sul polso.
«Questo è un'altra lunga storia»
«Dobbiamo farti medicare la ferita, ti verrà un'infezione se usi le lamette-»
«No, quello non me lo sono fatto io. Quando lo faccio uso sempre il disinfettante appena finito»
«Quindi, cosa facciamo?»
«Niente, mi passerà, vedi non scorre nemmeno più»Vorrei scoppiare a piangere, so che cederei se li guardassi, quindi abbasso la testa.
Li sento sbuffare. Un pò mi sento in colpa.
Stringo sempre di più i pugni, digrignando i denti.Sento qualcosa darmi una pacca sulla testa.
Alzo lentamente lo sguardo. Shinsou, a causa della vasta differenza d'altezza, si è accovacciato leggermente, sorridendomi.
«So che ci conosciamo da poco ma... noi siamo qua per qualsiasi cosa»
Tiro su col naso, mentre delle lacrime mi rigano le guance candide.
Non mi riconosco in questo momento, anche se amo questa parte di me. Mi sento più umano.
Entrambi i ragazzi d'innanzi a me mi abbracciano. Ricambio, sentendo finalmente il calore che non provai per la bellezza di undici anni.
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Heaven among Hell//(MHA FANFICTION)
Fanfic«In questa vita infernale, piena di sofferenze d'ogni tipo, sono riuscito a trovarmi un piccolo scorcio di paradiso» ━━━━━━━━━ Fumihiro Mori, un adolescente proveniente da uno dei tanti quartieri malavitosi giapponesi, riesce a realizzare il suo sog...