Jonathan
Boston, 9 ottobreRoger e Hanna come avevano previsto sono tornati quasi all'ora di pranzo, ma con la buona notizia che il medico consigliato dal loro a New Haven, la seguirà in tutto il suo percorso. Si è fatto consegnare tutta la sua cartella clinica che analizzerà e ha consegnato loro anche il suo recapito se per qualche motivo dovesse avere improvvisi problemi.
Alexandra a quanto pare ha iniziato la sua punizione, perché evita ogni mio contatto fisico ma mi stuzzica continuamente, beh, basta poco, se solo guardo la sua bocca che tortura continuamente con i denti.
Parla con mamma a debita distanza da me, ma continua a guardarmi, come se non bastasse ha rimesso quei pantaloni seconda pelle che ieri mattina mi hanno fottuto il cervello ed oggi lo stanno facendo ancora. Fa apposta a voltarsi di fianco o di schiena, si infila i pollici nelle tasche posteriori tanto per attirare la mia vista, ha un culo dannatamente perfetto, e Dio solo da quanto vorrei...
Mi induce a pensare cose direi poco sobrie, e mantenendo la calma, cerco di evitare di guardarla. Generalmente non passo la giornata a fissarla come un maniaco, ma sapendo che mi evita per quella sua punizione assurda, mi porta a farlo, perciò non sono io quello sbagliato, è lei la degenerata.La mia piccola Alex mi sorprende sempre, e prevedo una giornata piuttosto lunga e difficile. Per fortuna fra poco porto Roger in palestra e approfittiamo per far fare un po' di muscoletti anche al futuro sposo, e per qualche ora non potrà torturarmi.
"Roger mi raccomando, non farti sfuggire niente con Jo."
"Fidati Bijou. Lo sai che puoi contare su di me. Davvero non sospetta nulla?"
Chiede legandosi le scarpe da ginnastica.
"Le ragazze sostengono di no! Sai, sono contenta di averli conosciuti."Hanna ripiega i suoi vestiti, seduta sul letto mentre lo guarda. È molto che non lo vede tranquillo, e le sembra di rivedere il ragazzo scanzonato del college.
"Perché mi guardi?"
"Stai sorridendo, ed è molto che non te lo vedo fare senza motivo in particolare!"
"Non sto sorridendo!"
"Si invece! E sei bello da morire!"
"Non sono bello, tu lo sei." La abbraccia facendola ricadere sulla schiena sul letto.
"Sei il mio piccolo Bijou!"
Lei gli accarezza il viso dai lineamenti duri ma che nascondono una sorprendente dolcezza.
"Tu sei il mio dolce Lucifero!"Fu Hanna anni prima a dargli il soprannome di Devil, dando ai suoi tatuaggi uno scopo. Gli raccontò della leggenda di Lucifero, secondo la quale un giorno Dio presentò un nuovo incarico alle sue schiere angeliche. Questo incarico sarebbe stato il più arduo e ingrato tra tutti. Bisognava infatti che qualcuno si attribuisse tutte le colpe e i peccati degli uomini, che accettasse di essere insultato e che rinunciasse a tutte le sue virtù e alla sua bellezza.
Tutti gli angeli per un attimo esitarono, ma poi nel silenzio si udì la voce di uno di loro che diceva di accettare l'incarico: questo era Lucifero. Chi se non il più bello, il più virtuoso e il più vicino a Dio tra gli angeli avrebbe potuto accettare una simile richiesta.
"Stai bene?"
"Sì, vai tranquillo, mi farà bene distrarmi e passare una giornata spensierata con le ragazze."
"Non affaticarti."Gli si siede a cavalcioni, sembra ancora più piccola sopra di lui. Intreccia le sue piccole mani con le sue grandi.
"Lo dici perché sei preoccupato per me, o perché vuoi essere tu ad affaticarmi stasera?"
"Pensi sia possibile?"
"Sembra stia attraversando il periodo up, perciò... se dopo un pomeriggio a fare shopping tra ragazze, non avrò alcun dolore, penso proprio che avrò bisogno di te, tutto te!""Hanna ti amo lo sai vero?"
"Non ho dubbi. Ora dammi un bacio e andiamo!"
La avvolge completamente con le sue possenti braccia facendola quasi scomparire e la bacia.
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LA MIA ADRENALINA SEI TU
Romance"Corri pidocchio, se ti prendiamo fai una brutta fine!" Questo è quello che Jonathan è sempre stato abituato a sentirsi dire a scuola, preso di mira perché piccolo e mingherlino. Non per questo lo si può considerare un codardo, anzi. Ha sempre affr...