SENSO PROTETTIVO

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Alexandra

12 Giugno

Ho finito l'università e sto facendo un praticantato presso un'istituzione scolastica qui a New Haven, quando poi sarò in grado di praticare da sola, tornerò a Boston. Al momento vivo da sola, Tracy sta facendo uno stage di marketing a New York, Norah è tornata a casa, nel Main, l'unica ad essere rimasta, è Viky, che lavora nello studio di famiglia. Poi c'è Daniel, che da sei mesi ha avuto una promozione ma è stato trasferito anche lui a New York, almeno Tracy ha compagnia.  Vado spesso da loro, ma preferisco quando loro tornano in Connecticut da me, perché New York dista un'ora e mezza da New Haven, ma da Boston, quattro ore, e mi sento troppo distante da Jo. Lo so, è assurdo, ma noi lo siamo, il nostro legame ossessivo possessivo lo è, anche se di fatto adesso non c'è più.

Sono trascorsi tre anni e non ho ancora capito. Pensavo questa fosse l'occasione per ritrovare il nostro rapporto. Tante promesse e poi? Nel tempo ci siamo quasi persi. Sì, ok, qualche breve chiamata o qualche messaggio, giusto per le banalità: come stai? Come vanno gli allenamenti? Quando hai il prossimo incontro? Come è andato l'esame? Mai, mai una volta che mi abbia chiesto sei felice? Ti manco? E mai una volta io l'abbia chiesto a lui. Infondo conoscevo la risposta. Lo sentivo dalla sua voce, non ho mai conosciuto nessuno come lui, quando ama, non fa sconti, darebbe la vita, per la madre, per mio padre e sono convinta anche per me, la sua sorellina! È proprio per questo che non riuscirò mai a capire la decisione di starmi lontano. Io lo amo, lo amerò per sempre, nonostante abbia continuato la mia vita, così come ha fatto lui.

So per vie traverse, da Nelly, la mia amica d'infanzia, non certo da lui o da papà, che si vede con Grace, ed io mi sono legata a Daniel, penso più per soccombere alla sua mancanza. È sempre stato dolce con me, e abbiamo anche litigato, come succede ad ogni coppia, ho visto in lui, colui che poteva amarmi come avrei voluto lo facesse Jo.

Quando papà mi ha comunicato la data del suo matrimonio, non ho fatto altro che fare il conto alla rovescia, ma per rivedere lui, che mi manca da morire. Mi mancano le sue attenzioni e premure, mi manca la sua voce, il suo sorriso, mi mancano le nostre chiacchierate e perché no, le nostre litigate, mi manca vederlo boxare, mi mancano i suoi abbracci, mi manca dormire stretta a lui, mi manca tutto di lui, e il matrimonio è un'ottima scusa per rivederlo, per ritrovarlo e tornare ad essere come eravamo.

Mancano tre giorni, io e Mark torniamo a casa, spero di vederlo, invece lui non c'è, si è trasferito nel centro di Boston per essere più vicino al lavoro e nessuno si è preso la briga di dirmelo.

Anche papà evita di parlarmi di lui, perché finiamo per bisticciare, insiste sempre che io faccia il primo passo verso di lui, ma non posso, lui ha fatto questa scelta, lui la deve cambiare.

Le uniche cose che mi dice, e sempre per farmi fare il primo passo, sono, a Jo manchi moltissimo, oppure Jo ti vuole bene. Nulla di nuovo insomma, cose che già so.

Per ammazzare il tempo vado a trovare Nelly, ricordiamo i vecchi tempi, ma non ci rimango a lungo, perché deve andare al lavoro, fa la cassiera al supermarket, vicino al campus dell'università che frequentava Jo, non ha mai amato studiare, e dopo la High School, non ha scelto nessuna Università. 

Le è capitato più volte di vederlo in compagnia di Grace, che appunto alloggiava al campus, ma mai fuori nei locali.

Allison lo ha convinto a non tornare all'ultimo minuto, mi aspetto di vederlo entrare in casa da un momento all'altro. Mi fa uno strano effetto sapere che alloggerà in casa mia, ho saputo che hanno venduto il loro piccolo appartamento quando lui si è trasferito in centro, e Allison qui da papà.

Sono felice che si sposino, papà ha sempre meritato di essere felice e incontrare Allison, lo ha reso possibile.

Oggi Mark ed io vogliamo andare a salutare mamma al cimitero, le portiamo dei fiori, cogliamo l'occasione di accompagnare papà a ritirare il suo abito in sartoria. L'ho visto, sta benissimo, farà la sua magnifica figura, in smoking nero e camicia bianca con tanto di papillon.

LA MIA ADRENALINA SEI TUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora