CelesteAnsia.
Tutto ciò che stavo provando in questo momento, era racchiuso in una singola parola.
Mi trovavo su un aereo diretto all'aeroporto di Lamezia Terme, per andare da Luigi.
Non ci vedevamo da due settimane, poiché eravamo stati entrambi impegnati con i vari instore, le interviste e le cene in giro per l'Italia non ci era mai capitato di incontrarci.
Avevo quindi deciso io, di scendere da lui, dato che entrambi avevamo una pausa di una settimana. Non avevo ancora conosciuto i suoi genitori dal vivo e questo mi spaventava un po' ad essere sinceri.
Certo in casetta ci avevo parlato un paio di volte e potevo dire di conoscerli almeno un po', ma stare faccia a faccia dal vivo, faceva totalmente un altro effetto.
Il volo era durato circa un'ora e una volta atterrata avevo scritto un messaggio a Luigi, per avvertirlo.
Uscii dall'aeroporto e mi incamminai verso il parcheggio, quasi deserto visto il periodo di vacanza estivo.
Poco dopo lo vidi appoggiato con la schiena alla macchina, con addosso i suoi soliti occhiali bianchi e il telefono in mano.
Era semplicemente bellissimo.
Mi avvicinai sempre di più e lui si accorse di me solo quando gli fui a praticamente due metri di distanza.
Allora spinsi la valigia leggermente in avanti, in modo da non lasciarla in mezzo alla strada e gli corsi incontro, saltandogli in braccio.
Per fortuna che era appoggiato alla macchina, sennò staremmo entrambi a terra sull'asfalto cocente.
Non presi tempo a mettergli le mani nei capelli e a baciarlo, in maniera poco casta.
Rimanemmo in quella posizione per almeno cinque minuti a scambiarci baci e parole dolci, che non potevamo dirci dal vivo da due settimane.
Erano decisamente poche due settimane per aver fatto questo casino, ma quanto ti abitui a vivere sotto lo stesso tetto con il tuo ragazzo per otto mesi, non vedersi per un po', faceva questo effetto.
«Mi sei mancato tantissimo» conclusi, posando finalmente i piedi sull'asfalto, per poi lasciargli un ultimo bacio sulle labbra.
«Anche tu, non hai idea» disse abbassandosi nuovamente gli occhiali, che gli avevo precedentemente alzato sui capelli.
«Andiamo? Mamma è super curiosa di conoscerti!» continuò, facendomi sorridere forzatamente; e purtroppo se ne accorse.
«Non mi dire che hai paura!» esclamò divertito, beccandosi un pugno sul braccio.
«Non mi prendere in giro dai!» mi lamentai, poggiando la guancia sul suo petto, coperto dal sottile tessuto della maglietta che stava indossando.
«Perché sei spaventata? Diciamo che un pochino la conosci» mi prese il mento tra due dita, facendo incartare il mio sguardo nel suo.
«Non lo so... e se non dovessi piacerle? D'altronde è la madre del mio ragazzo, se non piaccio a lei...» confessai, distogliendo lo sguardo dal suo, stringendogli il busto con le braccia.
«Ti dico solo che non fa altro che parlare di te, le piaci già è più innamorata di me!» esclamò facendomi ridacchiare.
«Grazie» dissi tornando a guardarlo negli occhi.
«E di cosa?» chiese confuso, come se tutto ciò per lui fosse normale.
«Sai sempre cosa dire e come riuscire a tranquillizzarmi»
STAI LEGGENDO
𝐎𝐧𝐞 𝐒𝐡𝐨𝐭 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬
Short Story[ COMPLETA ] Raccolta di one shot su Luigi Strangis correlate a "Tienimi Stanotte"