CelesteStavo beatamente dormendo tra le braccia di Luigi, quando la magia venne spazzata dal rumore della suoneria del telefono, che aveva preso a squillare.
Così aprii di scatto gli occhi e mi allungai verso il comodino, con l'intento di afferrare il mio telefono.
«Pronto?» domandai a chiunque fosse dall'altro capo del telefono, con ancora la voce impastata dal sonno.
«Amore? Ti ho svegliata?» ma no mamma secondo te?
«Si ma fa niente, tranquilla. Che mi devi dire?» chiesi girandomi verso Luigi, per assicurarmi di non averlo svegliato.
«Tra una mezz'oretta noi partiamo da casa, quindi tra un'ora fatevi trovare pronti, va bene?»
«Va bene tranquilla, noi ci facciamo trovare giù» la informai, per poi chiudere la chiamata.
Ieri prima di andare in hotel, avevo chiesto a mamma e papà, che erano rimasti svegli solo per sentirmi, se Luigi sarebbe potuto rimanere da noi almeno per un giorno, e stranamente senza fare storie avevano accettato.
Almeno lo avrebbero conosciuto... pensai alzando le spalle.
«Amore» lo chiamai, passandogli una mano tra i capelli, che come al solito profumavano di cocco.
«Amore dobbiamo alzarci» lo richiamai, e in risposta mugolò qualcosa di incomprensibile.
«Dai Gigi sennò facciamo tardi e papà ci lincia; prima te e poi me» affermai ridacchiando, e facendogli alzare la testa dal cuscino.
«Dai su» lo incitai accarezzandogli la guancia; lui sbadigliò teneramente e si alzò poggiando parte del peso sul gomito.
«Bacio» si indicò le labbra, facendomi sorridere davanti a quella scena.
Alzai gli occhi al cielo e senza dire altro mi sporsi ulteriormente verso di lui, facendo incontrare le nostre labbra.
«Ci dobbiamo preparare, che tra un'ora viene papà a prenderci» dissi facendogli spalancare gli occhi.
«Tuo padre?» chiese intimorito, ed io non potevi non scoppiare a ridere per come lo aveva detto.
«Si amore mio padre, guarda che scherzavo prima. È simpatico tranquillo» cercai di rassicurarlo, quando la prima ad essere agitata ero proprio io.
Sapevo gli sarebbe piaciuto, ma un pizzico di timore c'era comunque.
Nel giro di quaranta minuti avevamo messo apposto tutta la camera, i vestiti sul pavimento erano stati raccolti e le valigie erano state chiuse.
«Scendiamo?» chiese afferrando il manico della mia e della sua valigia, mentre io tenevo tra le braccia la mia coppa.
In risposta annuii, così insieme prendemmo l'ascensore e arrivammo al piano terra, dove avremmo riconsegnato la tessera della stanza alla reception.
Una volta fuori inspirai profondamente, mentre un leggero venticello mi accarezzava il viso.
Poco dopo sentii il telefono nella tasca dei jeans che stavo indossando, cominciare a squillare, era sicuramente papà.
«Cece io sono arrivato. Sto qua dietro al parcheggio» mi disse subito papà facendomi annuire, ma mi resi conto dopo che lui non poteva vedermi.
«Arriviamo» dissi solamente, attaccando la chiamata.
Presi Luigi sottobraccio e facemmo il giro dell'hotel per arrivare al parcheggio, dove intercettai subito l'Aston Martin db11 nera di papà.
Mi lasciai Luigi dietro posando la coppa a terra accanto a lui e corsi ad abbracciare mamma e papà che non vedevo da otto mesi.
«Mi siete mancati tantissimo» affermai con le lacrime agli occhi stringendoli a me.
«Anche tu amore, tantissimo» rispose mamma, facendo spostare papà per stringermi meglio.
Un leggero colpo di tosse di papà mi fece staccare da mamma, e subito mi resi conto di aver tralasciato qualcosa.
Luigi.
Così gli andai incontro e insieme tornammo accanto alla macchina.
«Mamma, papà, lui è Luigi» sorrisi inclinando la testa di lato, facendo spuntare un sorriso furbo sulle labbra di papà.
«Amore loro sono mamma Alice e papà Valerio» li indicai e vidi mamma sorridere, sicuramente per come l'avevo chiamato davanti a loro.
Luigi imbarazzato, allungò prima la mano verso di lei per stringerla e dopo la porse a papà, e stranamente lo vidi abbozzare un sorriso.
Dentro di me tirai un sospiro di sollievo.
Gli piaceva.
«Dai carichiamo le valigie così andiamo a casa» prese l'iniziativa papà, sfregando le mani.
Allora Luigi lo aiutò a mettere dentro entrambe le valigie, da dentro li vidi parlarsi e il più giovane ridere, istintivamente sorrisi anche io, era bello sapere che andavamo d'accordo.
«Allora? Che ne dici?» chiesi insicura a mamma, aspettando che gli altri due rientrassero in macchina.
«Io in realtà un'idea su di lui me l'ero già fatta vedendolo e vedendovi in televisione, e questo incontro di oggi mi ha confermato tutto. Mi piace come si comporta, credo... sia il ragazzo giusto per te» mi rispose sorridendo, voltandosi di poco per guardarmi in faccia.
«Spero che riesca ad andare d'accordo con papà, quella è l'unica cosa che mi terrorizza» sospirai passandomi una mano sul viso.
«Ad essere sincera, all'inizio non gli andava molto a genio... ma solo per il fatto che fosse il tuo ragazzo. Però pian piano ha cominciato a guardarlo diversamente e... fidati di me, anche lui è dell'idea di quello che ti ho detto io» mi sorrise rassicurante, ma la conversazione venne troncata di colpo, dall'entrata in macchina di papà e Luigi.
«Che vi stavate raccontando?» domandò il più grande con fare indagatorio, abbassandosi gli occhiali da sole sulla punta del naso.
«Niente di che, parlavamo di quello che ha fatto in questi otto mesi» rispose pronta mamma, mentre papà usciva dal parcheggio dell'hotel.
I due davanti cominciarono a parlare per conto loro, mentre io avevo poggiato la testa sulla spalla di Luigi e lui una mano sulla mia coscia.
«Ti ha minacciato prima?» mi accertai subito, girando la testa per far incontrare i nostri sguardi.
«Credevo lo facesse e invece no. È molto simpatico, avevi ragione» mi sorrise tranquillo, facendomi fare lo stesso.
Il tragitto trascorse con qualche altra domanda inerente al nostro percorso nella scuola, fino a che non arrivammo a casa.
«Mamma perché Sammy si è sdoppiato, addirittura di un altro colore?» dissi sconcertata, dopo aver visto il mio cane corrermi incontro, seguito da un altro cucciolo di Labrador marrone.
«Sorpresa! L'abbiamo portata qui l'altro giorno, almeno fa un po' di compagnia a Sam» mi rispose, ma io ero troppo distratta a riempire entrambi di attenzioni.
«Ormai è persa» sentii ridere Luigi alle mie spalle, e sentendo quelle parole mi rialzai in piedi, mettendomi accanto a lui.
«Poi scegli il nome. Adesso fai fare a Luigi un giro di casa, che dici?» si mise in mezzo papà, facendomi annuire vigorosamente.
«Andiamo?» gli chiesi, allungandogli una mano che subito afferrò annuendo.
E mentre facevamo un giro generale di casa, non potei far a meno di pensare che non avrei potuto desiderare di meglio.
Stavo vivendo la vita dei miei sogni.
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nota autrice
Ed eccoci qui con un nuovo aggiornamento!
Stavolta vediamo che Luigi conosce i genitori di Celeste, ovviamente c'è un po' di imbarazzo... ma papà Valerio e Luigi andranno veramente d'accordo?😂
Invece Alice sembra essersi innamorata subito di Luigi!
Se vi ha fatto piacere leggere questa seconda one shot, lasciate una stellina!
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𝐎𝐧𝐞 𝐒𝐡𝐨𝐭 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬
Cerita Pendek[ COMPLETA ] Raccolta di one shot su Luigi Strangis correlate a "Tienimi Stanotte"