Capitolo 2

50 3 1
                                        

Melanie

Chiudo accuratamente a chiave la porta del mio studio, prima di lanciare in un angolo la borsa e le scarpe e correre ad aprire il cassetto che contiene la mia scorta. Afferro la bottiglia di gin e la accosto alle labbra mandando giù una dose generosa di alcool seguita da due tranquillanti. Mi accascio sul divano poggiando la testa sulle ginocchia e aspettando che il mix faccia effetto e che il mio cuore la smetta di rimbalzarmi nel petto.

Maledetto, maledetto! Come si permette di tornare nella mia vita all'improvviso, dopo tutti questi anni? 

Sono furiosa per essere scoppiata così, avevo deciso di fingere indifferenza, di far finta di non averlo riconosciuto. Invece sono crollata. Il suo sorriso, quando mi ha aperto lo sportello della macchina, ha mandato in frantumi ogni mia sicurezza. Per un attimo, sono stata assalita da una devastante voglia di baciarlo. 

Anni di psicanalisi buttati nel cesso, complimenti Mel!

Bevo ancora, lasciando che il liquore mi bruci la gola e sperando che incenerisca anche il mio cuore. Non posso credere che abbia ancora questo potere su di me.

Non posso credere di essere così stupida da provare ancora qualcosa per lui.

Non dopo quello che mi ha fatto.

Mi stendo sul divano, rannicchiandomi in posizione fetale e tenendo ben stretta la bottiglia. Dylan Thompson, quindi è questo il suo nome. Gli anni sono stati benevoli con lui, è ancora più sexy di un tempo. Stronzo, non poteva essere diventato calvo e con la pancia? Ogni dettaglio di lui è impresso nella mia mente come un marchio doloroso. I capelli biondi spettinati ad arte. Gli occhi azzurri come il cielo. Le guance appena ombreggiate dalla barba. Quel corpo che conosco a memoria e che il completo elegante non fa che rendere più attraente. E il suo profumo... 

Maledizione, quel figlio di puttana usa ancora lo stesso profumo!

Lentamente, il miscuglio che ho ingerito comincia a fare effetto, regalandomi l'agognato torpore. Sento le mie membra rilassarsi e il cuore rallentare la sua pazza corsa. Mi assopisco sul divano, in preda a pensieri confusi, dominati dal sorriso irresistibile di Dylan.

Sono le cinque passate quando mi risveglio, per il rumore insistente di qualcuno che bussa alla porta.

–Melanie, io sto per andare via – è la voce di Arthur Boyle, il mio socio – ma prima volevo darti una bella notizia.

Nascondo la bottiglia e mi riavvio velocemente i capelli, prima di aprire la porta. Se Arthur nota che sono senza scarpe e che ho la camicia tutta spiegazzata, non lo dà a vedere.

–Ci ha chiamati l'assistente del procuratore per il caso Milton – mi dice con un sorriso gioioso – Hanno fissato la data del predibattimento e non era per niente soddisfatto. Scommetto che hanno deciso di patteggiare. Hai vinto!

Un'ottima notizia. Questo successo mi avrebbe reso felice fino a questa mattina, ma ora ho così tanta rabbia dentro che non riesco a godermi questo risultato.

–Nessun patteggiamento – replico in tono velenoso – Milton è uno stronzo, ma è nostro compito difenderlo. Noi puntiamo all'assoluzione completa. E l'avrà!

–Stai bene? – mi guarda preoccupato, devo avere un aspetto orribile.

–Sto benissimo – la mia voce suona più stridula del previsto – Ma ho molto lavoro da fare per la causa di Ryan Hunt, scusami.

–Che ne dici di cenare insieme stasera? Per festeggiare i tuoi successi – sospiro. Arthur è un bel ragazzo, un bravo avvocato e una brava persona, ma io ho chiuso con gli uomini.

La legge del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora