La luce è cambiata

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Per quanti errori possano esistere nel mondo, uno è comune davvero a tutti: quello di capire il valore di qualcosa o qualcuno solo dopo averlo perduto. A volte ci viene concessa la possibilità di rimediare, ma in altre occasioni siamo stati talmente ciechi che il pentimento e il senso di colpa non sono sufficienti a spingere quel tasto "rewind" che ognuno di noi vorrebbe. A me sono capitati entrambi i casi, ho capito il valore della famiglia solo dopo dieci anni di isolamento. Questa mi è stata ridata, il rapporti con Izuna e Obito sono addirittura migliorati; Sasuke, pur non avendomi mai conosciuto, mi ha accolto passando sopra alle idee ingannevoli che era finito per farsi di me. Per quanto riguarda i miei genitori, invece, non sono stato altrettanto fortunato, trascorsi quei dieci anni era ormai troppo tardi. Sebbene mi avessero cresciuto con dei metodi severi rappresentavano un legame importante che nessuno mi potrà mai restituire, qualcosa che ho compreso solo nel momento in cui non avrei potuto più averlo. A farmi più male è stata la consapevolezza che loro se ne sono andati non avendo le tante agognate notizie di me, non ero là a dare loro l'ultimo saluto e per questo sono stato punito. Per lo stesso motivo non ho potuto essere presente al matrimonio di Obito e Rin. Nonostante abbiano sofferto terribilmente entrambi per la mia assenza nel loro giorno più bello, hanno avuto la capacità di perdonarmi e comprendermi con gli sguardi e sorrisi più dolci del mondo. Mio cugino e quella ragazza sono davvero nati per stare insieme, è come se le loro anime fossero una cosa sola. Accadde lo stesso anche nel mio rapporto con Kisame, al mio ritorno, scioccamente non mi aspettavo di trovarlo trasformato. Prima di partite per quel periodo di isolamento, nonostante fossi stato l'uomo più ricco del mondo, non ne ero consapevole. Tuttavia, per accorgersi di persone e situazioni molto spesso non basta spalancare gli occhi al massimo. Con gli anni sono arrivato alla conclusone che il valore più grande lo posseggono coloro che sono capaci di far sentire la loro mancanza in maniera lacerante, appunto per questo, per arrivare a vederlo bisogna per forza sperimentare la distanza e l'assenza.

"Tra le pagine della nostra vita" di Madara Uchiha.


Kisame aveva l'impressione di non arrivare mai, Itachi riusciva ad essere un potentissimo magnete persino a distanza. Si era svegliato per un motivo: salvarlo da quella fine che sarebbe arrivata dopo pochi attimi raggiungendo quel muro. Tra loro esisteva un legame impossibile da recidere, restavano collegati qualunque cosa accadesse, lo erano sempre stati da quella sera in cui ancora c'era la maschera da donnola a fare da barriera.

Grazie, amore mio, io ho salvato te e tu hai salvato me.

L'ultima volta che Kisame aveva percorso quel corridoio correndo, circa quaranta minuti prima, stava piangendo quasi impazzito addirittura felice di andare incontro alla sua fine. Adesso sorrideva.

"Kisame, credo che questi ti appartengano."

Naruto davanti a lui, il viso provato ma sereno, sembrava proprio un angelo avvolto dalla luce. Nagato era al suo fianco orgoglioso di lui come nessuno lo era mai stato.

Kisame abbassò lo sguardo per mettere a fuoco i due oggetti nella mano che il biondo gli tendeva, mentre per il quarzo opalino sarebbe bastato sostituire il cordino di caucciù, per il bracciale con il teschio non c'era più niente da fare. Il charm dagli occhi brillanti rimaneva comunque intatto. In quel momento Kisame decise che lo avrebbe tenuto lo stesso, anche se una parte della sua vita era ormai passata e risolta non significava che avrebbe dovuto essere senza valore. Il quarzo opalino aveva fatto il suo dovere ancora una volta, Kisame lo guardò riempiendosi le iridi di quel colore così simile. Non lo aveva tradito, nemmeno quando lui aveva pensato che fosse così.

Cosa sarebbe la vita senza cambiamenti? Solo una linea piatta e morta, io lo avevo già capito molti anni fa.

Trattenendo il respiro e facendosi scivolare i suoi gioielli nella tasca dei jeans, a Kisame bastò fare un passo nella stanza di Itachi per attirare l'attenzione delle persone che erano lì in quel momento. La sedia accanto al letto era occupata da Sasuke; Sakura, alle sue spalle, lo abbracciava. Madara e Kakuzu dal lato opposto del letto, Shisui e Yahiko si tenevano la mano accanto a Sakura.

Splendida banchisa scivolosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora