"Non credo di aver mai visto qualcosa di più bello" mi disse. La verità, non è mai stato capace di mentire. Come sono sempre stati sinceri i suoi gesti e le mani con cui mi ha sempre sfiorato usando la massima dolcezza. È stato in grado di leggere il mio dolore dalla prima volta che mi ha visto. Sembravo un po' fuori posto, effettivamente, quel giorno mentre non riuscivo ad alzare lo sguardo dal riso al curry che mi aveva preparato Itachi e non ce la facevo a voltarmi per guardare Kisame che mi stava parlando. Non mi ha abbandonato un attimo durante la cerimonia alla villa di Tsunade. Io purtroppo non sono tanto avvezzo a ricevere complimenti, me ne hanno fatti pochissimi nel corso della vita, ma lui lo ha capito dal primo momento per questo ha sempre evitato di farmeli in forma eclatante. Ha trovato il suo metodo, ogni suo sguardo, gesto o parola sono sempre stati colmi di ammirazione nei miei confronti, studiata in modo lieve per non farmi bloccare. Nonostante abbia attraversato un'infanzia difficile, è riuscito ad imparare tutti i sentimenti e a donarli al prossimo senza chiedere niente in cambio. Non si è risparmiato per aiutare i suoi amici, vederli sistemati è stata per lui la ricompensa più grande. Malgrado io pecchi di scarsa resilienza perdendomi spesso nel mio dolore senza riuscire a risolverlo, mi ha sempre atteso con pazienza rispettando tutti i miei tempi. Ha imparato quel lavoro che è la mia passione perché quello che io adoro diventa sempre la sua priorità. Pensa prima agli altri e a sé stesso solo se avanza tempo. Kakuzu, i tuoi amici non smetteranno mai di ringraziarti e io non smetterò mai di amarti. Non sarai mai più solo.
"Tra le pagine della nostra vita" di Madara Uchiha.
Kakuzu e Madara aprirono gli occhi nel medesimo istante, uno di fronte all'altro, si erano addormentati abbracciati e così si erano ritrovati. Non sapevano ancora niente di quanto accaduto a Itachi e Nagato, dopo le intense emozioni della sera precedente si erano stesi insieme spegnendo i telefoni e prendendosi un po' di tempo tutto per loro che era durato un paio di giorni. Kakuzu sorrise scorgendo lo stesso riflesso nel compagno. Era ormai da troppo tempo che non vedeva quelle palpebre inferiori leggermente rigonfie accentuarsi così, le adorava.
L'omone allungò le mani abbronzate e callose verso le bende che Madara aveva ancora sulla testa: "Se non ti fa male le possiamo togliere, i miei erano soliti dire che una ferita guarisce meglio a contatto con l'aria."
"Va bene, hai ragione." Madara si sarebbe probabilmente meravigliato per il resto della vita di quanto il tocco di Kakuzu riuscisse ad essere delicato.
"Ecco fatto, sembra tutto a posto."
Kakuzu scostava piano quella gran massa di capelli corvini per guardare meglio, ogni movimento era una scusa per accarezzare il compagno. Madara aveva i brividi, chiuse gli occhi nel momento in cui avvertì l'altro posargli un bacio sulla cicatrice ancora fresca. Madara sospirò godendosi il momento, Kakuzu gli sorrise mentre lo guidava con le mani a rilassarsi di schiena sul cuscino. Entrambi indossavano solo i boxer così a Kakuzu bastò abbassare il lenzuolo per scoprire il petto di Madara, era candido e tonico, i capezzoli irrigiditi dal contatto e l'eccitazione. Kakuzu iniziò a lasciare dei piccoli baci su quella pelle bianca avvertendo finalmente il compagno abbandonarsi per godersi pienamente il suo uomo. Aspettava da mesi questo momento. L'omone continuava lieve sul ventre di Madara che si alzava e abbassava nel respiro accelerato, non ci affondava dentro, rimaneva a sfiorarlo appena, le mani facevano lo stesso sui fianchi del compagno. Madara avvertì il desiderio esplodergli nel bassoventre, restava rilassato con gli occhi chiusi mentre Kakuzu gli sfilava i boxer liberando la sua erezione. Emise solo un lieve gemito nel momento in cui Kakuzu decise di farlo scivolare nella sua bocca dopo avergli lasciato qualche piccolo bacio. Kakuzu udì Madara mugolare un poco più forte per poi ritrovarsi il collo circondato dalle gambe forti e slanciate e le mani affusolate che gli si facevano strada in mezzo ai capelli. Se avesse voluto, uno con le abilità di Madara avrebbe potuto non lasciarlo più andare da quella presa, addirittura spezzandogli il collo. La costrizione era decisa ma dolce e calcolata. I polpacci di Madara si incrociarono sulla schiena possente di Kakuzu mentre iniziava a spingere piano nella sua bocca. Madara si sentiva avvolgere dalle fiamme lasciandosi andare a sospiri ansimanti e ritmati. Kakuzu, avvertendo la pelle del compagno farsi bollente, gli insinuò una mano tra le natiche per iniziare a prepararlo. L'apertura increspata sembrava andare a fuoco, l'eccitazione la rendeva morbida. Madara allentò la presa delle gambe intuendo nell'altro il desiderio di risalire, Kakuzu gli scivolò lungo il corpo fino ad arrivare all'altezza del suo viso, lo guardò con venerazione per diversi secondi, si perse nel baratro nero e lucido degli occhi Madara lucidi e languidi, poi iniziò a baciarlo. Le mani dell'uno nel capelli dell'altro, poi quelle di Kakuzu scesero per afferrare con decisione i glutei di Madara, si ritrovò con le sue gambe strette alla vita e l'erezione premuta sulla pancia. Il suo corpo non fece resistenza mentre Kakuzu gli entrava dentro, la gioia fu talmente intensa che dovette interrompere il bacio reclinando indietro al testa.
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Splendida banchisa scivolosa
Hayran KurguSeguito di "Lasciarti da parte non si può". Madara ha realizzato il suo sogno di scrivere un libro in cui racconta la straordinaria storia di come lui, la sua famiglia e i suoi amici si sono ritrovati dopo anni. Cinque coppie si erano sposate l'anno...