La forza di aprire gli occhi

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Nonostante la vita di tutti sia in continuo mutamento, è normale che certe abitudini o modi di fare rimangano, soprattutto se hanno sempre fatto parte del nostro modo di essere. Per questo Sasuke non se ne preoccupava più di tanto camminando a passo spedito con le mani affondate nelle tasche dei jeans. Aveva sempre amato fare lunghe passeggiate da solo quando qualcosa lo turbava o era su di giri, negli anni bui della sua giovinezza spesso queste camminate erano finite sul molo del porto. All'epoca non aveva nessuno con cui sfogarsi, o perlomeno ne era convinto. Inforcava le sue cuffie con la musica a tutto volume e andava a scaricare l'energia in eccesso, oppure stava sul bianco e basso divano di casa a guardarsi film di guerra. Adesso le cose erano molto cambiate, è vero, aveva una famiglia e degli amici, tuttavia non poteva nemmeno andare tutti i giorni a parlare con Itachi o chiunque altro, anche loro avevano vita e problemi come ogni persona. E poi suo fratello gli aveva già detto tutto quello che doveva, lui e Hinata erano due universi troppo dissonanti che, per un istante, avevano creduto di poter funzionare insieme. Ora serviva un atto di coraggio bello grosso affinché non finissero per annientarsi a vicenda. Purtroppo Itachi di questo ne sapeva qualcosa.

È vero Nii – san, hai avuto ragione come sempre. Me ne ero accorto anche io solo che non avevo la forza di aprire gli occhi.

Non era certo il momento di essere vigliacchi e immaturi, prima avrebbe agito, prima lui e Hinata avrebbero finalmente trovato la felicità che meritavano. Sasuke le aveva sempre voluto bene e così sarebbe stato per il resto della vita, per questo ci teneva a vederla finalmente sorridere, con lui o senza di lui. E poi era anche arrivato il momento in cui Sasuke si sarebbe dovuto decidere a voler bene a sé stesso, per questo quel giorno lo aveva chiesto libero. Hinata, Izuna e Neji erano al lavoro, Sasuke cercava di interferire il meno possibile affinché lei potesse ritrovare sé stessa e racimolare la forza di aprire anche i suoi di occhi. Certo per Hinata il processo sarebbe potuto essere inesorabilmente più lento a causa del suo carattere timido, però Sasuke era pronto a concederle tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno anche facendosi da parte, se necessario.

Sasuke aveva deciso di cominciare quel lungo e difficile percorso dall'aspetto, avere cura di sé stessi alla fine passa anche da questo. Quel giorno aveva indossato una maglia smanicata viola a collo alto, la collana con le perline di legno stava sopra al tessuto in bella vista, i jeans neri con qualche piccolo strappo sulle ginocchia, niente di eccessivo. Non era più il caso di tenersi la frangia sugli occhi, una delle caratteristiche migliori della sua famiglia si ritrovava del magnetismo dello sguardo. Gli occhi rischiavano di gridare emozioni, è vero, ma le sue ora erano positive, nonostante tutto. Dal momento che la sua fronte non era alta come quella di Itachi, ci guadagnava molto di più tenendola scoperta.

Il suo percorso era complicato, appena iniziato, tuttavia Sasuke era totalmente fiducioso e questo lo fece sorridere.

Hinata, alla fine di tutto questo ci sarà il nostro obiettivo: la felicità. Naruto, Itachi, Kisame, Madara e tutti gli altri mi hanno insegnato quanto sia importante lottare per raggiungerla.

Il fatto di essere riuscito sempre in tutto quello che aveva desiderato lo riempiva ancora di più di aspettative. Forse avrebbe dovuto attraversare un periodo in cui la casa di legno si sarebbe ritrovata di nuovo vuota e lui a dormirci da solo, ma non aveva importanza, ormai questo non gli faceva più paura. Era circondato d'amore e adesso lo sapeva.

Non era diretto al porto stavolta, non voleva che i suoi occhi neri si perdessero nel mare all'orizzonte. Aveva preso la strada del locale dove tutto era iniziato, tuttavia non era quello il vero motivo, forse aveva voglia di parlare o di qualcosa di indefinito che ancora non vedeva chiaramente nemmeno lui. Sasuke era deciso a lasciare andare gli eventi secondo il loro corso naturale, senza intervenire, l'idea era quella di fare un aperitivo poi sarebbe accaduto tutto di conseguenza. O poteva anche non succedere assolutamente niente. Sarebbe scivolato lentamente su una banchisa scintillante, talmente spendente da sembrare ricoperta di diamanti e poco importava scoprire che in realtà era un inganno creato dal riflesso del sole. Si sarebbe goduto tutto come veniva e fino in fondo, senza ribellarsi o opporsi allo scivolare.

Splendida banchisa scivolosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora