Sinceri menzogneri

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Itachi e Kisame erano seduti al tavolo della colazione. Il moro sorrise lievemente al marito che gli posò davanti la solita ciotola di frutta, yogurt e cereali. Nonostante Kisame lo adorasse con i capelli sciolti e lo avrebbe voluto vedere sempre così, Itachi teneva uno dei suoi elastici rossi in bocca mentre con le mani si raccoglieva la coda.

Si vede anche senza toccarle che quelle labbra sono di velluto.

Kisame amava ogni suo movimento, come sempre, ne coglieva ogni minimo particolare che sarebbe sfuggito a tutto il resto del mondo. Erano anche queste piccole meraviglie a renderlo Itachi, la persona che Kisame amava così tanto da morire di dolore per non riuscire a comprenderla.

Ti sforzi di apparire normale ma i tuoi occhi gridano, Itachi, lo hanno sempre fatto. Così forte da rompermi i timpani.

Purtroppo bisognava guardare in faccia la realtà, Itachi non gli aveva mai nascosto niente tranne adesso e, certamente, lo stava facendo per un buon motivo. Una ragione importate.

Importante per me o per te, Itachi?

Il moro mangiava con una lentezza estenuante, anche questo faceva parte del suo modo di essere; negli anni Kisame aveva dovuto revisionare la sua velocità con le posate affinché potessero sempre terminare i pasti insieme guardandosi negli occhi. Parlando anche, cosa che ultimamente aveva preso l'aspetto di una sorta di recita in cui il moro si sforzava di far vedere che andava tutto bene.

Secondo te essere così sofferente è normale, Itachi? Ormai ho imparato a distinguete i tuoi sorrisi sinceri da quelli amari. L'immagine esteriore è la stessa, ma non hai calcolato che io riesco a vederci all'interno.

Era mattina presto e Itachi stava per partire per la sua tournée, tra poco sarebbe passato Naruto a prenderlo. Due grosse valigie attendevano davanti all'ingresso, Kisame sapeva che lo avrebbe aiutato a caricarle sulla macchina del biondo con la sensazione di stare scontando una sorta di condanna. Una costrizione, un ordine doloroso a cui non avrebbe potuto sottrarsi

Perché? Cosa c'è di male?

"Allora, Itachi, sei pronto, sei in forma?" Kisame sorrise afferrando una mano affusolata del marito attraverso il tavolo di legno nero.


Il moro sorrise, ma un lampo di malinconia attraversò l'ossidiana del suo sguardo. Durò solo una frazione di secondo ma tanto bastò a Kisame per coglierlo. Itachi, sia pure in buona fede, era arrivato a nascondergli la maggior parte delle cose accadute nell'ultimo periodo. La seconda denuncia ricevuta da Sasuke, le poche righe di Tra le pagine della nostra vita che avevano rischiato di inguaiarlo. Lo aveva saputo Sasuke, Shisui si era fatto in quattro per dargli una mano, lo aveva fatto presente a Naruto e Nagato quando era andato ad intercedere per evitare il TSO. Ma non a Kisame. Ora che era tutto sistemato e che i rapporti tra Sasuke, Neji e Hinata si erano trasformati in amicizia, Itachi avrebbe potuto dire come stavano le cose. Quagli occhi di ghiaccio li aveva lì davanti, ora ce li aveva avuto nei giorni e nelle settimane precedenti, tuttavia non lo aveva fatto. A frenarlo era stata la sensazione di sentirsi riprovevole per aver nascosto le cose alla persona che amava e che aveva sposato. Itachi si rese conto di essere fondamentalmente un codardo e di non avere la minima voglia di scoprire di essere quel distruggi vite che si era sempre persuaso di essere. Era ancora in tempo per salvare Kisame dall'affondare con lui se avesse saputo bene gestire la cosa. Dopo l'aggressione subita, Itachi si sentiva schiacciato e senza via d'uscita, se avesse parlato ora con Kisame il dolore gli avrebbe fatto probabilmente dire cose non vere. Molto probabilmente la distanza gli avrebbe schiarito le idee.

Splendida banchisa scivolosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora