*PICCOLO DISCLAIMER: se vi va leggete lo spazio dell'autrice alla fine del capitolo ci tento molto. Baci <3*
Corpo avvolto nelle lenzuola da capo a piede, viso affondato nel cuscino e una gran voglia di scappare da tutto e tutti. In questi giorni non riesco ad essere produttiva, i risultati sono sempre più scarsi e da persona precisina quale sono rischio di incorrere in una crisi nervosa da un momento all'altro.
Maria rendendosi conto della mia inevitabile fine decide di correre in mio aiuto ed infatti è proprio la sua voce calda a risvegliarmi dallo stato depressivo in cui ero sprofondata:
"Oi"
"Mary..."
"Non ti chiedo come stai tanto so già che mi risponderesti bene pur essendo consapevole di mentire spudoratamente"
Sorrido imbarazzata ritrovandomi nelle parole di Maria e la lascio continuare.
"Ti va di spiegarmi cosa ti turba?"
"Devo proprio? Tanto già lo sai" Rispondo gettando nuovamente il viso nelle braccia accoglienti del cuscino.
"Si, lo so ma parlarne potrebbe aiutarti a fare fronte ai tuoi problemi affrontandoli faccia a faccia una volta per tutte"
Stringo le spalle e mi ritiro in su preparandomi a parlare.
"Vedi Maria, in questo periodo sento come un peso costante sul petto che non riesco a scrollarmi di dosso. Mi sento sola, terribilmente sola e mi sembra che tutti fino ad ora non abbiano fatto altro che prendersi gioco dei miei sentimenti."
La conduttrice resta in silenzio dandomi modo di rimettere in ordine i pensieri per poi riprendere a parlare
"Sai Emma, questa non sarà la prima volta che ti sentirai così: nel corso della tua vita ci saranno un'infinità di momenti in cui la solitudine potrebbe sembrarti la tua migliore compagna ma ti basterà voltare lo sguardo per capire che non è così. Io non posso assicurarti che risolverai tutti i tuoi problemi ma quello che posso dirti con certezza è che tu sei qui, adesso, questo momento non torna più e non puoi lasciare che qualcosa sia più potente della tua voglia di ballare. Questa è la tua vita Emma, prendila in mano e stringila forte perché non ce ne sarà un'altra."
Le parole di Maria sono taglienti e quasi mi feriscono, sì mi feriscono ma in modo positivo e lascio che lo facciano perché è giusto così.
Regna il silenzio nella stanza ma in me sorge spontanea una domanda che avanza prepotente e si pone quasi da sola, senza il mio consenso.
"Maria"
"Dimmi"
"Ma tu lo sai chi è lui, vero?"
La donna sospira e se la ride d'innanzi alla mia espressione supplichevole.
"Certo che lo so ma non ti servirebbe a nulla se te lo dicessi. Fidati sei rimasta solo tu a non capirlo."
"Solo un indizio, piccolissimo, ti prego Mary io non so più cosa fare!"
"L'unica cosa che posso dirti è la stessa che ti ribadivo prima ovvero: guardati attorno, alza lo sguardo e capirai che la risposta è sempre stata più vicina di quanto tu potessi pensare. Ciao Emma"
E anche lei mi lascia, mi abbandona nel mio turbine di pensieri contrastanti.
Decido di seguire il suo consiglio e di guardarmi attorno... letteralmente: giro cuscini, rovisto negli scaffali, mi arrampico, scivolo sotto i letti per poi ritornare supino con gli occhi persi nel bianco del soffitto.
"Non è qui che devo cercare." Mi ripeto e intanto tento di allontanare i pensieri da me: domani ci sarà la semifinale e io non posso assolutamente affrontarla così quindi è necessario trovare la risposta che cerco il prima possibile, costi quel che costi.
Il pomeriggio trascorre tra l'immancabile lezione di Simone, l'unica in grado di tirarmi su al 100 per cento, le lunghe chiacchierate con Sere in giardino, le giravolte infinite provate con Carola e le lunghe pagine riempite sul mio quadernino.
Sono sulla panchina sul retro assorta nei miei pensieri mentre ascolto i pezzi che ballerò l'indomani. Borbotto qualche parola del testo di una canzone degli ABBA e intanto batto con il piede a ritmo di musica. Resto così per un po' mentre ripenso alle parole di Maria e a un tratto distrattamente alzo lo sguardo e vedo: ci sono Luca, Alex e Luigi che scherzano tra di loro stuzzicandosi a vicenda. La mia attenzione non può che che concentrarsi sull'ultimo dei tre: stringe tra le mani la sua chitarra mentre tiene in bocca una penna e intanto sta col capo chino verso il basso concentrandosi su un pezzo di carta che sembra intento a riempire. È una scena così semplice eppure ci vedo qualcosa, non so nemmeno io che cosa ma quella sua ingenuità, quel suo non accorgersi del mio sguardo fisso su di lui, quel suo modo di spostare i capelli mi fanno rabbrividire tanto che sono costretta a rientrare rifugiandomi sul divano dentro. Perché un effetto così forte per una cosa così semplice? Perché per una volta che mi sono guardata in torno per davvero poi sono stata costretta a distogliere lo sguardo?
Non c'è altra spiegazione allora....~ 𝑺𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝒂𝒖𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆 ~
Ehilà! Spero che la storia ti stia piacendo. Sono tornata! Spero di esservi mancata almeno un pochino. Devo dire che ho cercato di rimandare a lungo questo momento proprio perché non avevo voglia di chiudere questa storia che mi ha portato così tante soddisfazioni. Purtroppo però non posso più allungare il brodo (anche se lo avrei fatto volentieri) e mi trovo costretta a dare un taglio. In questi giorni uscirà l'ultimo capitolo della storia e spero di riuscire a concluderla nel migliore dei modi. Perciò vi lascio alle nostre solite domande di routine:
Cosa accadrà? Le sensazioni di Emma combaceranno con la realtà? Come andrà il suo percorso all'interno della scuola?
Al prossimo capitolo! ♡
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L'ultima goccia ♡
Teen Fiction"Non ho più paura: tu sei il mio mare in tempesta e voglio cavalcare tutte le onde, una ad una "