CAPITOLO 4

625 55 0
                                    

Alzai lo sguardo sperando con tutto il cuore di non vedere la faccia di mia madre davanti a me... per fortuna vidi due begli occhi azzurri e dei capelli biondi scompigliati. Era Benjamin, il mio migliore amico, nonché garzone nella fattoria di mia madre. Aveva 17 anni, uno in più di me, e frequentava agraria al liceo. 《Dove vai con tutta questa roba Emy?》mi chiese con il suo solito sorriso stupendo stampato in faccia. Sorrisi anch'io nel sentire quel soprannome e risposi: 《ciao Benji. Sto andando in un posto segreto a fare cose private》 lui si mise a ridere e mi chiese: 《"cose private" di che genere?》《cose da ragazze, non potresti capire. Ora, se mi vuoi scusare, devo proprio andare e tu dovresti lavorare!!》gli dissi facendogli la linguaccia. Gli girai attorno e corsi via accompagnata dalla sua risata. Quando mi girai lo vidi tornare a lavorare. Mi avviai verso il cancello facendo più attenzione a non essere beccata da nessun altro. Uscii e vidi arrivare il cavallo di corsa. Probabilmente non vedendomi più si era allontanato. Appena vide il fieno fresco allungò il muso per tentare di mangiarlo. Lo allontanai con molta fatica e insieme ci avviammo verso il bosco. Arrivammo piuttosto in fretta presso una radura situata lì in mezzo che sembrava piuttosto tranquilla e lontana da brutti incontri. Rovesciai il fieno sull'erba e misi la coperta sul cavallo chiudendo bene i lacci mentre lui mangiava. Rimasi a guardarlo mangiare con lo sguardo stralunato. Un tempo dev'essere stato un magnifico cavallo, chissà perché ora era ridotto così. Notai che non sapevo nemmeno il suo sesso e non gli avevo neppure dato un nome!! Esaminandolo scoprii che era uno stallone, conciato molto male, forse di razza Frisone. Cominciai a pensare a un bel nome da dargli ma tutti quelli che mi venivano in mente mi sembravano poco adatti a lui. Mentre li pensavo li dicevo ad alta voce come per chiedergli l'approvazione. 《Black? No, troppo canino. Spirit? No, troppo comune. Fulmine? No, troppo brutto. Zeus? No, troppo da dio》niente, non mi veniva in mente nemmeno un nome decente, finché... 《Thunder!!》il cavallo alzò la testa e sbuffò. Scelsi questo nome perché Thunder vuol dire "tuono" e lui assomigliava molto a un tuono perché era entrato nella mia vita in modo molto brutale. Ma era un tuono che io non avrei voluto che finisse mai. 《Bene, da oggi ti chiamerai Thunder. Ti piace, vero?》dissi coccolandolo dolcemente. Alzando lo sguardo notai che il sole era già tramontato per metà ed era quasi ora di cena. Se non fossi tornata a casa in tempo mia madre si sarebbe chiesta dove fossi finita e avrebbe scoperto che le avevo mentito. Mi alzai, salutai Thunder con un bacio sul muso e corsi via. 《Tornerò domani!!!!》gli urlai mentre mi allontanavo e sentii il suo nitrito di saluto.
Posai la carretta nel fienile con il sudore che mi colava da tutto il corpo per la corsa sfrenata. Entrai in casa e andai subito in camera mia per evitare di incontrare mia madre. Posai lo zaino sul letto, mi tolsi i vestiti e andai a farmi la doccia per togliermi di dosso l'odore del cavallo e del sudore.
Per tutta la serata pensai a quando l'avrei rivisto l'indomani non curandomi di cosa stesse dicendo mia madre. Per fortuna la giornata terminò molto rapidamente e avevo ancora 3 giorni di vacanza a causa dell'incidente così avrei passati più tempo con Thunder mentre mia madre era a lavoro. Mi addormentai con la sua immagine ancora impressa nella mente.

cuore selvaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora