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Keigo / Hawks' Pov

Mi sveglio di soprassalto, con il fiato corto e con la fronte imperlata di sudore. Scosto le coperte e mi siedo sul bordo del letto, poggiando i gomiti sulle ginocchia e mettendo le mani tra i capelli, tirandoli leggermente. Il lieve dolore che sento mi fa comprendere di non essere più all'interno di quello stupido sogno.

Sposto lo sguardo alla sveglia sul comò, sospirando rumorosamente a vederne l'orario. 3:47. "Tra poche ore dovrei essere a lavoro..." penso, alzandomi dal letto, diretto in cucina. Aspetto che il caffè si riscaldi mentre tengo le mani sulla cucina, cercando di calmare il battito incessante del cuore che mi rimbomba nelle orecchie. Il fischio proveniente dalla macchinetta del caffè mi riporta alla realtà. Prendo la tazza e lo verso al suo interno, poggiandomi alla cucina mentre fisso il nulla davanti a me.

Mi sembra ancora di essere all'interno di quella stanza, circondato da uomini in giacca e cravatta pronti a prendere appunti sui progressi del mio Quirk, bendandomi. Sbagliavo? Mi urlavano contro. Non capivo il mio errore? Succedeva ancora peggio.
All'inizio quei uomini potevano sembrare dolci e amorevoli, ma solo chi era a stretto contatto con loro comprendeva che era solo una facciata, una maschera ben fatta e credibile che portava moltissime persone a fidarsi di loro.

Sospiro poggiando la tazza nel lavandino per poi andare in camera e vestirmi con una semplice tuta e andare subito a lavoro, trovando già qualche persona intenta al computer che, appena si accorgono di me, sorridono nella mia direzione. Ricambio il saluto, per poi avvisarli che sarei andato in pattuglia di lì a poco.

"Una pattuglia veloce e poi vado a salutare My Lady!" penso emozionato, andando nel mio ufficio, mettendomi subito il costume da Hero per poi planare sui tetti della Tokyo mattiniera.

Ricordandomi di non poter passare per il soggiorno, inizio a bussare alla finestra della sua camera, trovando la c.c ancora dormiente al letto. Ridacchio continuando a picchiettare le nocche contro il vetro fino a quando non la vedo aprire gli occhi lentamente. Si guarda attorno, con aria confusa, e quando si accorge di me scosta le coperte per poi avvicinarsi alla finestra. Solo in quel momento mi accorgo del suo pigiama: una maglia larga e lunga, che le arriva poco sopra il ginocchio, con la stampa del mio costume da Hero e, appena si volta per andare verso l'armadio, noto che dietro alle spalle sono disegnate delle ali rosse. "Poco ossessionata da me, eh?" penso, ridendo e attirando lo sguardo di T.n che mi guarda a dir poco confusa.

«Perché ridi...?» chiede sbadigliando.

«Non sapevo che eri davvero ossessionata da me, My Lady» affermo e rido a notare il rossore espandersi sulle sue guance. «Non mi stupirebbe trovare altre cose che mi ritraggono, come per esempio delle action figure» dico in modo ironico, sedendomi sul letto, osservandola divertito.

La ragazza rimane in silenzio, voltandosi verso l'armadio intenta a cercare l'uniforme scolastica. «Quelle non sono riuscita a prenderle» mormora a tono basso, lasciandomi stupito per alcuni secondi e mi lascio scappare una risata, un po' troppo alta, tanto che i genitori della c.c bussano alla porta chiedendo cosa fosse tutto quel rumore alle 6:30 del mattino. «Nulla, stavo guardando un video di Hawks e mi ero dimenticata che avevo il volume alto» dice imbarazzata, aprendo di poco la porta quel tanto che bastava per mostrare il viso.

«Va bene, tesoro» dice il padre, sospirando, per poi salutarla e tornare in camera assieme alla moglie.

Saluto silenziosamente T.n per poi dirigermi verso la finestra e lasciarla preparare per la scuola in pace, mentre inizio ad andare verso la vera pattuglia.

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T.n's Pov

Finisco di scrivere in modo ordinato i miei appunti mentre il docente ci annuncia di una nostra visita verso un'agenzia di un Hero poco distante dalla nostra scuola. Alzo la testa, guardando le varie scelte scritte alla lavagna ma solo un nome mi risalta all'occhio.

"Ma guarda un po' te, me lo ritrovo anche a scuola" penso, ridacchiando e scuotendo la testa divertita, attirando l'attenzione della mia compagna di banco che subito mi fissa confusa. «Nulla» rispondo alla sua tacita domanda, ritornando con la testa chinata verso i fogli a colorare le varie mappe e a risaltarne i contenuti chiave.

«Scrivete sul foglio che adesso vi do, quale agenzia vorreste andare a vedere» dice a un tratto il professore, poggiando sul mio banco un piccolo foglio. Senza alcuna esitazione scrivo "Hawks :)" su di esso prima di riconsegnarlo al docente, esattamente pochi attimi prima che la campanella dell'intervallo suoni. Poco prima di uscire dall'aula, il professore mi ferma, chiedendomi di parlare con il suo tono dolce e calmo.

«Certo» chiudo la porta dietro di me, una volta che gli altri studenti se ne sono andati via dalla classe.

«Vedi, signorina T.c, ho visto che non hai legato con nessun componente della tua classe» inizia lui, sedendosi sulla scrivania e guardandomi in modo apprensivo. «So che anche altri miei colleghi ti hanno fatto lo stesso discorso, e lo so che potrebbe essere noioso-»

Lo interrompo subito, abbassando la testa e guardando la punta delle scarpe. «Lo so...però non riesco a comprendere il motivo per cui dovrei stare in mezzo alle altre persone, fingendo che mi senta a mio agio» mormoro, ottenendo lo sguardo confuso del professore. «Cioè, io mi trovo meglio sulle mie, preferisco andare sul tetto che stare in silenzio con altre persone, passando ancora di più per quella strana...» continuo, guardando fuori dalla finestra, notando un certo Hero iniziando a volare verso il tetto della scuola. «Le chiedo scusa per la mia insolenza, ma vorrei andare a mangiare» sussurro, prendendo il bentō e il libro, per poi salutare il docente e uscire dalla classe, con ancora le sue parole per la mente.

"Come se avessi scelta di stare da sola" penso sbuffando per poi aprire la porta del tetto e ritrovarmi dinnanzi all'Hero sorridente che, non appena mi nota, mi saluta calorosamente. Ricambio il sorriso e mi siedo accanto a lui.

«In questi giorni dovremo andare a vedere alcune agenzie di Hero qui vicino» dico a una certa, sorridendo, per poi guardare il biondo. «C'era anche la tua agenzia» continua e ridacchio a vedere il suo sguardo emozionato, quasi come quello di un bambino in un negozio di giocattoli.

«Spero che tu abbia scelto me, eh»

«E se ti dicessi che ho scelto quella di Endeavour?»

«In effetti anche io avrei scelto lui» mormora poggiando la mano sotto il mento e fingendo di pensare. «Però questo non giustifica il fatto che mi hai tradito per lui!» si finge offeso, incrociando le braccia e voltando le spalle. 

Il mio adorabile rompiscatoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora