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T.n's Pov

Lo guardo con occhi sgranati mentre cerca di avvicinarsi a me, con le braccia tese verso la mia direzione e lo sguardo triste.

«P-Posso spiegare» sussurra, portandosi una mano al viso e strofinarlo con forza, quasi a voler cancellare tutti i suoi pensieri.

«T-Tutte quelle p-parole... Erano nient'altro che bugie?» chiedo, in u filo di voce, guardandolo con occhi sgranati e pieni di lacrime.

«Cosa? No, certo che no!» esclama, arrivando dinnanzi a me con due falcate.

Poggia le mani sulle mie spalle, iniziando ad avvicinarsi maggiormente a me. Tento di sfuggire alla sua presa, invano. Dopo non molto , smetto di divincolarmi e abbasso il capo cercando di non mostrare il volto ormai pieno di lacrime.

«Io non volevo immischiarti in questa faccenda, dico davvero, devi credermi!» esclama, alzandomi la testa delicatamente con due dita sotto al mento. «Non posso dirti altro, al momento, sappi solo che prima o poi saprai tutto, ok?» sussurra, guardandomi speranzoso, annuendo alle sue stesse parole.

Rimango in silenzio, chiudendo gli occhi e scuotendo il capo. «S-Smettila. Ne ho a-abbastanza» sussurro, riuscendo a liberarmi e a mettere diversi passi di distanza tra me e lui.

Senza aggiungere altro, mi fiondo in camera, chiudendo la porta dietro le mie spalle e poggiarci la schiena. Mi lascio cadere a terra, portando le ginocchia al petto e poggiando la fronte contro di esse. Non riesco a trattenere i singhiozzi ancora per molto.

«T.n, ti prego, apri la porta. Posso spiegare» continua a dire, senza mai smettere di bussare alla porta.

Non rispondo, andando sul letto pochi istanti prima che il biondo apra la porta. Faccio finta di dormire, stesa sul lato in modo da dargli le spalle, e cerco di non sussultare quando lo sento avvicinarsi maggiormente a me. Non appena si sistema sul letto, poggia una mano sulla mia guancia, cercando di cancellare il percorso delle lacrime, invano.

«Non volevo che volevo lo venissi a sapere in questo in modo... Non volevo tutto questo, devi credermi, il mio pensiero più grande da quando ti conosco e proteggerti da quelli come loro. Metterti in pericolo non è nemmeno l'ultima cosa che vorrei, T.n...» sussurra.

"Che sappia che sono sveglia...?" penso, mordendomi l'interno guancia per non singhiozzare.

«Non credevo che saremmo arrivati a questo punto. Tu che hai paura di me quasi più dei Villain che ti vogliono assieme a loro...»

"Eh?"

«Anche se fosse l'ultima cosa che faccio, farò in modo che non ti facciano nulla, ok? Sei molto importante per me, molto più di quel che pensi tu stessa» si sporge per darmi un bacio sulla fronte e reprimo il desiderio di scostarmi dal suo tocco, ma inevitabilmente inizio a tremare.

Sospira silenziosamente, alzandosi dal letto e uscire dalla camera, lasciandomi da sola con i miei pensieri. Senza che me ne rendessi conto, mi lascio cadere tra le braccia di Morfeo con ancora il viso bagnato dalle lacrime.

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Apro lentamente gli occhi, infastidita dal fascio di luce sul mio viso. Mi metto a sedere in mezzo al letto, guardandomi intorno con aria confusa. Il mio sguardo cade sulla sveglia accanto a me. 23:19. Pian piano i ricordi di quanto successo stamani ritornano prepotenti nella mente e gli occhi mi si riempiono di lacrime. Piango in silenzio, stringendo le coperte al petto e la mano sulla bocca cercando di non emettere suono. Giro il volto non appena sento bussare alla porta e cerco di asciugare le guance come meglio posso.

«Ehm... Ti ho portato il caffè» sussurra, poggiando la tazza sul comodino accanto al letto.

Rimango in silenzio, evitando di guardarlo. Sospira rumorosamente, passandosi una mano in faccia e scompigliandosi i capelli.

«Possiamo parlare in modo civile, T.n?» chiede dopo alcuni istanti di silenzio.

«Non ho nulla da dirti...» rispondo, cercando di controllare il tremore della voce.

«Dai, lo sai anche tu che non è così» tenta di sfiorarmi la mano, ma la ritraggo e la poggio sulle gambe.

Rimango in silenzio, facendo scendere di nuovo il silenzio. successivamente, si alza e inizia a camminare per la stanza, facendo avanti e indietro con le mani tra i capelli e sul viso.

«Lo so che eri sveglia...» dice a un certo punto, bloccandosi nel bel mezzo della stanza.

Ho un piccolo sussulto, mentre stringo le mani sulle ginocchia e abbasso il capo. Lo osservo con la coda dell'occhio continuare a camminare per la stanza. Inizia a mugugnare frasi poco comprensibili e sconnesse. Prende un respiro profondo, piazzandosi di fronte al letto con le mani strette tra di loro e lo sguardo che cerca il mio.

«T.n, da quando hai visto quel servizio in tv... sei completamente diversa. Con me. Sei distante, fredda, e sembra che hai una costante paura di me, capisco che quello che hai visto ti ha sconvolta, ma ti lascerò in pace da oggi se è quello che vuoi. È questo che vuoi? E lo sai perché ti lascerei in pace? Perché tengo molto più a te che a me stesso. Io... Io ti amo. Ecco te l'ho detto... non l'ho scritto sui muri come gli altri. Non permetterò che qualcuno, o qualcosa, ti faccia del male. Non ho mai provato queste cose per nessuno...»

Rimango a bocca aperta a sentire le sue parole e, inevitabilmente, un velo di rossore si estende sulle mie guance. Alzo lentamente lo sguardo verso la sua figura, notando come anche lui avesse gli occhi umidi dalle lacrime. Sospiro, mettendomi sul lato e poggiando la mano sul posto libero accanto a me.

«Vieni... Vieni qui» sussurro, cercando di evitare il suo sguardo.

Subito si stende al mio fianco, poggiando la testa sul mio petto e stringendo le braccia alla mia vita. Le ali chiuse, dietro la schiena, tremano leggermente, proprio come le sue spalle. Faccio finta di non aver visto nulla.

«Scusa... Davvero, mi dispiace» mormora con la voce attutita dal tessuto della maglia.

Gli accarezzo i capelli non dicendo nulla. Chiudo gli occhi, cercando di reprimere le lacrime, e lo stringo maggiormente a me, sperando che quel momento duri per sempre. 

Il mio adorabile rompiscatoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora