🎭 Prologo 🎭

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Si alzò dal letto controvoglia, sbuffando ed arruffandosi i capelli biondi, la maglietta bianca storta che gli lasciava scoperta una spalla e la clavicola, i piedi scalzi sul pavimento freddo. Si diresse lentamente verso il bagno, l'unico pensiero che il suo cervello riusciva a processare era quello di svuotarsi la vescica; tirò lo sciacquone e si accinse ad avvicinarsi al lavandino, si lavò le mani, le labbra corruciate in un broncio assonnato.
Si chinò sulla vaschetta in ceramica, lavandosi la faccia con l'acqua fredda nella speranza di svegliarsi ma quando si raddrizzò dopo aver chiuso il rubinetto ogni suo processo mentale si arrestò e il suo corpo si congelò: davanti a lui vi era il suo riflesso corruciato, la pelle dal pallore cadaverico che evidenziava le occhiaie violacee, i ciuffi frontali dei capelli gocciolanti ma non era sé stesso che instillò in lui un leggero sentimento di inquietudine, no.
Lo specchio.
Quello specchio davanti alla sua figura che, ora, pendeva storto verso sinistra. Ancora.

« Ma che, davvero? È una presa per il culo? »

Yoongi sbuffò irritato, afferrando la superficie riflettente e raddrizzandola. Non era la prima volta che la mattina lo ritrovava così, anzi: succedeva da sei mesi, ormai. Non sapeva come spiegarselo, in quella casa ci viveva solo lui quindi non poteva nemmeno pensare ad un ipotetico coinquilino.
Due mesi prima era rimasto lì davanti a fissare lo specchio per alcuni minuti, tentando di capirne il perchè, finendo poi solamente per cambiare il chiodo d'appoggio nonostante questi fosse in ottime condizioni - ovviamente, non cambiò nulla.
Si era convinto di non farci più caso nonostante la cosa lo irritasse parecchio, ma si ripeteva che non aveva tempo per stare dietro a quelle cazzate.
Sentì in lontananza la suoneria della sua sveglia, ricordandogli che quella mattina aveva degli impegni, rianimando così il suo corpo stanco.

Alla fine era solo uno stupido specchio, no?

« Sicuro che non sia direttamente lo specchio ad avere problemi d'appoggio? »

Seokjin sedeva davanti a lui, la schiena dritta e una tazza di tè caldo tra le mani. La sorseggiava piano mentre guardava l'amico con occhi curiosi.

« Te l'ho già detto hyung, lo specchio è in ottime condizioni così come lo era il chiodo! So che non dovrei darci peso, è una cazzata, però mi da' così fastidio... »

Yoongi sospirò, facendo adagiare con forza la propria schiena contro l'imbottitura del divanetto. Si trovavano in un grazioso bar in centro, luogo di ritrovo suo e del suo migliore amico, come ogni mattina. Probabilmente il suo viso era più stanco ed adirato del solito, dato che l'altro gli aveva subito chiesto come stesse.
Il ragazzo dalle spalle larghe e dalla bellezza indescrivibile che sedeva davanti a lui sapeva della questione dello specchio in casa sua, Yoongi glielo aveva comunicato sin dalla prima volta che successe, e la cosa lo lasciava alquanto perplesso dato che continuava da mesi.

« Mai pensato di cambiarlo direttamente? La questione ti aggiunge solo ulteriore stress, non fa bene alla tua salute. »

« Perché dovrei cambiarlo se non è rovinato? »

Yoongi aggrottò le sopracciglia guardando l'altro torvo, bevendosi poi un sorso del suo caffè. Il maggiore annuì solamente.

« La notte, invece? Sogni ancora quel ragazzo con la camicia di forza che ti da' le spalle? »

Stette in silenzio per un attimo, concentrato ad osservare il liquido scuro nella sua tazza, lasciandosi poi in un sospiro stanco:« Sì, continuo a vederlo e come sempre non posso mai raggiungerlo. Hai fatto quello che ti avevo chiesto? »

L'altro gli sorrise:« Sicuro amico, ho controllato ogni singolo fascicolo dell'ospedale ma nessun paziente o ex paziente del reparto psichiatria corrisponde alla descrizione che mi hai dato. Sicuro di non averlo visto in qualche film? La mentre umana è facilmente influenzabile. »

« Mi stai psicoanalizzando? Okay che sei uno psicologo hyung, ma non sono un tuo paziente- poi lo sai che gli horror non mi fanno alcun effetto. »

Seokjin rise, coprendosi la bocca con una mano:« Sì certo, scusami mio caro cavaliere senza macchia e senza paura! La mia era solo un'ipotesi, comunque. »

Yoongi scosse la testa, bevendosi un altro sorso di caffè, portando lo sguardo al di fuori della vetrata del bar. I suoi occhi vagavano tra i passanti e i marciapiedi, notando poi un particolare che gli fece crescere un senso di inadeguatezza nel petto: un peluches raffigurante un giullare, sporco e con le braccia semi-staccate posto sopra una panchina all'altro lato della strada, girato verso di lui.

La cosa che più l'aveva agitato di quel pupazzo? L'inquietante sorriso scucito che gli stava dedicando.

Era sera tarda quando tornò a casa stanco e con i muscoli indolenziti. Il sospiro di stanchezza che lasciò uscire dalle sue labbra quando si fece cadere sul suo letto rinsuonò tra le mura buie e silenziose della camera in cui si trovava, occhi chiusi e labbra schiuse.
Era così stravolto che quando era entrato nell'appartamento non si era nemmeno tolto gli anbfibi neri, di conseguenza era ancora vestito nello stesso identico modo con il quale era uscito di casa quella mattina.
Sentì le palpebre farsi pesanti e i muscoli rilassarsi contro le coperte morbide, la bocca gli si impastò per il sonno improvviso che lo colpì.

Sentiva uno strano bisogno di dormire, era così forte che si sentì stordito e a disagio.

Iniziò a sentire il fiato mancargli, il petto si fece troppo pesante per essere sollevato ritmicamente e gli parve quasi di morire.
Era successo tutto così velocemente- che gli stava accadendo? Era questo che si provava a morire?
Il suo corpo era come paralizzato, lo sentiva di pietra.

Provò ad aprire gli occhi, riuscendo a fatica a sollevare di poco le palpebre ma oh, quello che vide gli fece venire quasi voglia di piangere. Perchè in casa sua non era solo.
C'era una figura alta, slanciata e scura davanti alla porta apera della camera, i suoi occhi bianchi e il sorriso altrettanto bianco erano le uniche cose che si notavano in quel buio che lo avvolgeva, insieme a quel pupazzo da giullare scucito e rovinato che aveva visto quella mattina seduto sulla panchina.

Il suo cuore si fermò e la voce calorosa e profonda della figura gli arrivò alle orecchie sottoforma di nettare dolce e profumato.
Le sue palpebre si chiusero con prepotenza e i sensi abbandonarono il suo corpo mentre quella frase passava da nitida ad un solo lontano echeggio.

« Benvenuto nel tuo incubo, Yoonie. »

🎭 1063 parole. 🎭

➳ Qual è il Tuo Incubo? | M.Y.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora