🎭 Min Yoongi 🎭

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Sbuffò, ficcandosi le mani nelle tasche della giacca più grande di lui, le sopracciglia aggrottate e un broncio in viso. Si fermò, guardandosi attorno per assicurarsi un'altra volta di essere solo.
Quando Namjoon lo aveva lasciato solo non ci aveva pensato due volte a raccogliere le briciole che rimanevano delle sue forze ed uscire da quella stanza, inconsciamente determinato a metterci quanta più distanza possibile. Non sapeva nemmeno lui come spiegarlo, ma si era sentito in trappola tra quel bianco e quell'azzurro, un po' per il silenzio opprimente e un po' perché il proprio istinto gli diceva che lui, lì, non dovesse rimanerci.
Così si era ritrovato a camminare velocemente mentre il suo cervello rivedeva e processava tutto quello che era successo dal suo rientro a casa fino al presente, convincendolo su una cosa: si era fatto vedere già troppo vulnerabile.

Yoongi non si reputava mica un leone ma nemmeno un agnello, anche se a ripensarci attentamente l'impressione che aveva dato era proprio di quest'ultimo: fragile, facilmente influenzabile dalle proprie emozioni e una preda poco impegnativa. Ora che ci rifletteva su lo aveva capito e doveva assolutamente lavorarci per cambiarlo: lui non era vulnerabile.

Insomma, era Min Yoongi! Aveva protetto il suo Jungkook dai bulli del parchetto quando lui aveva appena quattordici anni facendo una rissa da solo contro quei cinque imbecilli uscendone vincitore (ammaccato sì, ma vincitore), era riuscito in quarta superiore ad entrare di nascosto in aula professori e fotografare le risposte del test del giorno dopo per Taehyung e Jimin, a diciott'anni quando si erano persi nel bosco dietro casa sua era riuscito non solo ad impedire a Seokjin una caduta di dieci metri da un burrone quasi nel cuore della vegetazione con le sue sole forze, ma anche a ritrovare la strada di casa e mettere in salvo tutti quanti; lui era Min Yoongi, colui che era stato sospeso insieme a Jungkook perché avevano bucato le ruote della professoressa che si era azzardata a maltrattare il loro Seokjin hyung, colui che insieme a Taehyung avevano rubato decine di pacchi di noodles dal minimarket dietro scuola per noia ed erano riusciti a scappare dalla sicurezza mentre sghignazzavano, colui che si era arrampicato fino alla finestra di un Jimin in castigo e aveva aperto la sua finestra come un ladro per farlo scappare e andare con loro al cinema.
Lui era Min Yoongi, il preferito delle madri dei suoi amici perché a loro si mostrava un angelo quando dietro la maschera era un vero e proprio farabutto; un farabutto che era sempre riuscito a scamparla e ce l'avrebbe fatta anche quella volta, perché lui era Min Yoongi e senza di lui chi si sarebbe commosso guardando Jungkook crescere? Chi avrebbe consolato l'animo pieno di emozioni di Taehyung con una bevuta? Chi avrebbe adulato il sorriso di Jimin e chi avrebbe supportato Seokjin dopo un fallimento o un'errore di percorso? Erano i suoi doveri e nolente o dolente li avrebbe rispettati fino alla morte, a costo di dover fare tutto quello che la sua povera madre gli aveva sempre detto di evitare, anche a costo di essere più meschino e sporco di chiunque altro.
Perché lui era Min Yoongi: era sì l'incubo della sua vecchia prof di matematica delle medie ma era anche il bambino testardo e fiducioso che la sua amata nonna aveva cresciuto e lui, Min Yoongi, aveva imparato da lei a rialzarsi sempre e ad affrontare i problemi della vita con la testa alta e il petto gonfio di positività, perché tutti i periodi bui hanno alla loro fine della luce.

Ma quella volta era diverso. Quello non era un periodo buio, non era stato lasciato a casa da lavoro con bollette e affitto da pagare sulle spalle, no: quello che stava vivendo era un incubo e della positività non se ne faceva un cazzo. Era la negatività la sua vera arma, quella spezia che condiva i suoi risvegli e gli dava abbastanza pepe per alzarsi dal letto e prendere a calci nel culo la vita con la stessa forza di un carro armato. E quella volta avrebbe lasciato che il suo cuore ne assorbisse così tanta di negatività da inzupparsi e gocciolarla per il resto del suo corpo e appena tornato a casa avrebbe invaso casa del suo hyung e lo avrebbe obbligato a preparargli il kimchi, un kimchi così piccante che gli avrebbe fatto vomitare lava.

« Lo sai che chi abbassa la guardia mentre gironzola qua dentro perde la vita in modi futili? » sobbalzò, girandosi di scatto verso quella voce dal tono divertito che come un fungo dopo una giornata temporalesca era spuntata dal nulla. Sentì il corpo gelargli quando, appollaiato su una finestra come un gufo, vide il suo incubo personale: Hoseok, Jack, Hobi o come cazzo si chiamava era lì, occhi spalancati all'inverosimile tanto che un pensiero intrusivo passò come un lampo nella mente di Yoongi, facendogli chiedere a sé stesso come non riuscissero a scappare e rotolare via dai buchi oculari, nessun sorriso ad adornare il volto estremamente pallido, una guancia appoggiata ad una mano dalle dita esili e l'altra lasciata a penzoloni dal braccio che trovava appoggio sul ginocchio piegato. Subito dopo un lampo di realizzazione lo colpì con lo stesso effetto d'una secchiata d'acqua gelata: non poteva scappare sta volta.

Yoongi scelse la via del silenzio, rimanendo in piedi a fissarlo come una statua di marmo, le mani ancora più schiacciate in fondo alle tasche per la tensione che lo aveva investito in un secondo e il cuore che gli batteva veloce nel petto. Cazzo cazzo cazzo, ma la fortuna si era per caso dimenticata di lui?
Hoseok sostenne il suo sguardo, percependo i muscoli tesi dell'altro e avvertendo nell'aria l'amato odore dolciastro e appiccicoso della paura, chiudendo un attimo gli occhi per accoglierne una bella boccata nei polmoni e rilasciarla in un sospiro appagato. Pochi istanti dopo il suo sguardo era di nuovo sul biondino e i suoi piedi a terra, scendendo con un pesante tonfo dal davanzale della finestra e camminando lentamente verso l'altro, passi cadenzati e mani dietro la schiena. Quando gli fu davanti si accorse di superarlo di qualche centimetro e sorrise, trovando la cosa divertente. Lo guardò dall'alto, chinandosi poi per avvicinare il viso al suo per assicurarsi che il biondo avesse le iridi nelle proprie, crogiolandosi nella soddisfazione quando notò che nonostante la paura stava sostenendo il suo sguardo.

Quando fu soddisfatto si raddrizzò di scatto, facendo sobbalzare il più basso. Il sorriso gli divenne più largo, facendogli alzare gli zigomi.
« Andiamo a parlare in un posto più appartato, Yoonie? » la voce gli uscì più melliflua di quanto ne avesse intenzione, ma il lampo di tensione che attraversò gli occhi dell'altro scatenò pensieri malsani che, suo malgrado, ricacciò indietro.
Yoongi doveva rimanere vivo.
Gli passò accanto, fermandosi per dargli un'occhiata, ridacchiando nel vedere che rigido gli dava ancora le spalle, divertito perché il gattino impaurito e inesperto che era andato a prendere dava inconsciamente le spalle al nemico.

« Sai, non mi piacciono i pettegolezzi e qui anche i muri hanno due orecchie e una bocca. »

🎭1182 parole🎭

➳ Qual è il Tuo Incubo? | M.Y.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora