Il suo corpo si pietrificò.
Alzò di scatto la testa verso quella voce rendendosi finalmente conto della presenza di qualcun'altro nella stanza, di un ragazzo trattenuto in una camicia di forza bianca, il ciuffo platino tirato indietro, seduto su un lettino in metallo senza lenzuola e arrugginito ma la cosa che tolse momentaneamente le parole a Yoongi furono i suoi occhi: due pozzi scuri come l'oblio, freddi e vuoti col taglio che Yoongi amava definire da drago. Era lui, lo aveva trovato, era il ragazzo che tormentava i suoi sogni da mesi!
« Mh? Non parli perchè Jack ti ha mozzato la lingua? Insolito, lui adora quando le prede urlano dal terrore. »
Yoongi si accigliò:« Jack? E chi cazzo sarebbe Jack, lo psicopatico che si è intrufolato in casa mia? »
Il ragazzo dagli occhi di drago si mise a ridere e il biondo non seppe il perchè, ma freddi brividi gli attraversarono tutto il corpo facendolo trasalire e deglutire, facendosi male dato che la gola gli si era seccata.
A fatica si alzò da terra tenendosi alla porta, pregando le sue gambe di non abbandonarlo e di reggerlo ancora. Si avvicinò cauto all'altro, mantenendo un contatto visivo che lo mise a disagio ma dal quale non volle togliervi lo sguardo perchè Min Yoongi era una fottuta tigre e nulla lo avrebbe intimorito. Non da fuori, almeno.
« Sei lo stesso ragazzo che sogno da sei mesi, vero? Come ti chiami? »
Voleva saperlo, alla fine era un suo diritto dato che era ne era stato talmente tanto toccato da aver assillato Seokjin per due mesi prima che questi, arrendendosi davanti alla determinazione dell'altro, l'aveva accontentato (anche se in fin dei conti si era comunque rivelato un flop).
« Namjoon. »
Namjoon prese una pausa prima di parlare, spostando per la prima volta lo sguardo dal ragazzo di fronte a lui per portarlo alla porta in metallo, ritornando poi di nuovo sul biondo che attendeva paziente.
« Mi chiamo Kim Namjoon. »
Anche se forse non era il caso adatto, Yoongi sorrise. Sorrise perchè, almeno, una delle sue tante domande aveva trovato risposta ma quel sorriso gli morì non appena Namjoon riprese parola.
« Sorridi? Audace in un posto come questo Yoongi, ma Jack mi aveva riferito che eri un tipo interessante. Sì, ero io a venirti in sogno per mano sua, di Jack, colui che ti ha condotto qui e che era in casa tua. È il suo modus operandi, dopottutto. Oh, non guardarmi in quel modo! È stato Jack a dirmi tutte queste cose, ti spiava ogni giorno, ventiquattr'ore su ventiquattro ma tu non potevi vederlo, nemmeno se si sarebbe messo accanto a te. Successivamente veniva a raccontarmi tutto perchè insisteva che io dovessi sapere ogni cosa su colui che presto sarebbe diventato mio amico. »
Yoongi si trattenne dallo boccheggiare come un'idiota, irrigidendo le spalle.
« Tu... tu sei dalla sua parte? Sei suo complice? »
Namjoon piegò le labbra in quello che parve un debole e stanco sorriso, abbassando gli occhi sul materasso logoro su cui era seduto.
« No, non lo sono. Penso di potermi definire una vittima, ma una vittima molto fortunata, suppongo. Anch'io, come te, mi sono trovato qui senza il mio volere: lui... è venuto a prendermi. Era in fondo al mio letto ma ero convinto che fosse, anche quella volta, solo frutto della mia mente avvelenata, gli psicologi del manicomio me lo ripetevano spesso. Ero considerato un pazzo e quando raccontai che avevo iniziato a vedere uno strano ragazzo in camera mia che seduto si metteva sulla sedia accanto al mio letto e mi guardava sorridendo mi hanno solo aumentato la dose di farmaci. Mi disse che gli ero simpatico, che lo avevo attirato perchè non sembravo problematico quando parlavo solo tramite citazioni di poeti. Aveva deciso che io sarei diventato suo amico. Ecco perchè sono qui, vivo. »
Ascoltò tutto quel monologo con attenzione, accorgendosi solo ora in un dettaglio ambiguo nella parlata di Namjoon, rafforzando il tarlo che gli era venuto quando parlò di manicomio.
« Quando ti ha preso e portato quì? Quanti anni avevi? »
L'altro però gli parve, nella sua fredda pacatezza, divertito:« Il trentuno dicembre del 1896, un orario compreso tra le 23.59 e mezzanotte. Avevo venticinque anni appena e tali son rimasti, in questo luogo il tempo non scorre come esso dovrebbe. Te ne sei accorto per via della mia parlata, vero?
Le guance pallide di Yoongi si colorarono appena di rosa per il suo essere stato così ovvio, ma annuì convinto.
« Perchè eri in manicomio? Avevi qualche... »
« Problema? Sì. Ho iniziato a soffrire di depressione e attacchi epilettici da bambino e mi son stati diagnosticati all'età di quindici anni. Ci eravamo trasferiti in Germania da circa un anno, mio padre era morto per colpa di un cancro al cervello quando ancora vivevamo in America. Il medico aveva detto a mia madre che ero terribilmente malato e che non sarei mai più potuto guarire, che più il tempo passava e più sarei diventato un pericolo in quanto malato mentale e, secondo egli, sarebbe stato meglio se fossi stato chiuso in un manicomio. Ovviamente mia madre fu presa dal panico, pianse perchè convinta che quella fosse una punizione divina per un qualche peccato che al tempo nemmeno mi presi la briga di ascoltare, troppo occupato com'ero ad odiarla quando firmò i documenti per buttarmi dritto all'inferno. »
Yoongi abbassò lo sguardo sui propri anfibi, mormorando appena:« Germania... »
Namjoon rise:« Sì, Germania. È per questo che il tuo amico psicologo non ha trovato nessuna traccia di me nei fascicoli del suo ospedale. In Corea è presente solo il mio certificato di nascita, forse nemmeno quello oramai. Nel tuo mondo Kim Namjoon era un paziente rinchiuso in un manicomio della Germania del fine ottocento, sparito senza lasciar traccia. »
Il biondo strinse le labbra, riportando le iridi nere in quelle dell'altro ma rimase in silenzio a guardarlo. Namjoon lo imitò, studiandolo da cima a fondo. Cercò di cogliere e memorizzare ogni minimo dettaglio che gli venisse mostrato all'occhio e quando ne fu abbastanza soddisfatto ritornò a concentrarsi totalmente sulla presenza dell'altro.
« Quindi? Che cosa fremevi dalla voglia di chiedermi riguardo Jack, mia splendida farfalla? »
🎭 1010 parole 🎭
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➳ Qual è il Tuo Incubo? | M.Y.
Horror{ IN CORSO } Non si sarebbe mai aspettato che quella sera, identica a tutte le altre, sarebbe stata l'inizio di quell'esperienza che l'avrebbe segnato a vita; non si sarebbe mai aspettato che quella sensazione di inquietudine nel vedere ogni mattina...