13. Il gioco della bottiglia

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"Abbiamo ordinato delle pizze per cena, qui ce ne sono alcune al salame, lí solo con la mozzarella e

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"Abbiamo ordinato delle pizze per cena, qui ce ne sono alcune al salame, lí solo con la mozzarella e...una con ananas e bacon. Questa è pura blasfemia..." Commentò Mike, guardando Dustin in tralice, provocando una serie di risa nel seminterrato di casa Wheeler.
"Insomma abbiamo pizza, Coca Cola e un dvd horror." Concluse il corvino, inserendo il cd nel lettore della vecchia televisione via cavo, che aveva spostato in taverna per l'occasione.
Tutti erano stretti nel vecchio divano, due coperte stropicciate e disposte a casaccio sul groviglio di gambe erano il loro scudo d'argento, capace di salvarli dal killer che stava squartando in diretta le sue vittime dallo schermo a colori.
Era un tipico vecchio film horror, una piccola città apparentemente tranquilla, oscuri segreti che stavano tornando a galla, violenti omicidi, e un gruppo di giovani e baldi adolescenti intenti nel compito di risolvere il mistero battendo sul tempo la polizia.
Tranne lo psicopatico ed eccentrico serial killer, celato dietro una maschera in spessa plastica bianca da fantasma, non c'era davvero nulla che avesse impressionato Will.
Era stretto contro un bracciolo, la testa di Vic su una sua spalla, Max a gambe incrociate con una ciotola di pop corn stretta tra le mani, Mike, Dustin e Lucas all'angolo opposto, amareggiato e offeso, con il capo appoggiato su una nocca.
Lui e Max si erano mollati giusto quella mattina, una stupida lite inerente alle rivolte femministe che stavano avendo luogo ad Indianapolis, ma Will non era certo di aver capito tutto.
Il punto era che Max aveva assicurato che sarebbe andata avanti e avrebbe fatto nuove esperienze, perciò, Lucas era convinto che aveebbe avuto presto un'altra relazione, e la cosa non gli andava a genio.
Insomma, erano tutti tranquilli, con l'unico pensiero in testa di come Ryan Mellon si sarebbe salvato dall'ascia del killer, (tranne che per Lucas, probabilmente concentrato su come riconquistare la sua ex ragazza) fin quando l'assassino, dopo essere riuscito a entrare nel piccolo e angusto armadio in cui si era nascosto il protagonista, non si levò la maschera. Sotto di essa vi era un giovane dal sorriso folle, con due grandi occhi verdi a palla, spalancati.
"Sorpreso che sia suo complice, Mellon?" Aveva domandato, avvicinandosi pericolosamente al ragazzo.
Tutti si erano stretti agli amici, nascosti sotto le coperte, sicuri che avrebbe sfoderato un coltellaccio letale che avrebbe portato alla morte del giovane.
Il killer -o anzi un suo aiutante- aveva però un'idea differente.
Azzerò la distanza tra lui e il protagonista, baciandolo in modo epico e passionale quanto tragico.
Istintivamente Will si giró in direzione di Mike, quasi come se legato al collo avesse avuto una puntina, che nell'esatta scena del bacio l'avesse perforato, costringendolo a ruotare il viso in direzione del corvino.
Come se incavata in una misteriosa parte della sua mente avesse avuto una bussola, che indicava sempre in direzione di Mike.
Sudava freddo, ma il corpo di Victoria rannicchiato affianco a lui lo rassicurava.
Giró la testa, veloce quanto un battito di ciglia, solo per accorgersi che Mike lo stava già guardando.
I due si fissarono negli occhi, le teste appoggiate allo schienale del divano, a due persone di distanza, nel buio della stanza, con solo i colori della televisione a illuminare per metà i loro volti arrossati e imperscrutabili.
Nessuno si era reso conto del contatto visivo dei due, troppo scioccati e scossi dall'inaspettata piega che aveva preso il film.
"Dustin, che razza di film hai noleggato?!" Chiese Lucas ridendo di gusto.
"Non saranno mica i film che ti guardi in solitudine!" Esclamó Max, rincarando, per poi battere il cinque all'ex fidanzato.
"Oh, ragazzi, giuro che non lo sapevo! Non sapevo che fosse un film per gay!" Si giustificò imbarazzato il riccio, bloccando la riproduzione del filmato e alzandosi per estrarre il dvd, quasi inciampando nelle sue stesse gambe.
Victoria sprofondò la testa nel petto di Will per evitare di scoppiare in una fragorosa risata.
Mike intanto si era girato in direzione degli amici, un po' a disagio, ed impegnato a fingere un sorriso di circostanza, mentre mille ingranaggi giravano come trottole impazzite nella sua testa.
"Facciamo qualcosa di divertente." Propose Max, alzandosi in piedi e appoggiando la ciotola di pop corn sul pavimento.
"Che ne dite del gioco della bottiglia?" Chiese Dustin, afferrando una bottiglia vuota di Coca Cola.

Mike si prodigó per spostare il tavolino, ancora scombussolato per quell'intenso contatto visivo con Will avuto pochi minuti prima.
Alla fine, riuscirono tutti a sedersi in cerchio a gambe incrociate, con la bottiglia di vetro vuota al centro, pronta per essere ruotata.
"Parto io, l'idea è stata mia." Sancí Dustin con un sorriso sornione, al quale nessuno si oppose.
Dustin fece girare il vetro, solo per vedere gli occhi di tutti incollati sul veloce movimento.
"Mike! Obbligo o verità?" Chiese il riccio felice, sfregandosi le mani con fare da supercattivo dei fumetti.
"Verità." Rispose il corvino senza esitazione, avvertendo un incredibile senso di disagio immotivato annodato da qualche parte nel suo stomaco.
"Mi sono sempre chiesto... Tu ed El avete mai superato la prima base?" Domandò, con gli occhi illuminati da sincera curiosità, come un bambino al museo che si sente raccontare per la prima volta la storia della nascita del mondo.
"Henderson! Non voglio rispondere a questa domanda!" Esclamò scioccato Mike, provocando una serie di risa tra gli amici in cerchio.
Molte di queste, però, erano false.
Will continuava a sentirsi ferito ogni volta che la ragazza del suo migliore amico vemiva nominata, e nonostante sapesse che questo era inevitabile, era diventato incredibilmente più suscettibile da quel "mi sei mancato" pronunciato dopo le sue scuse.
Per la prima volta da mesi si era reso conto del fatto che il mezzano di casa Wheeler gli volesse effettivamente bene.
Era un concetto davvero basilare, ma era rimasto scioccato del fatto che la loro amicizia non fosse unidirezionale. Cioè, come lui era amico di Mike, Mike era amico suo. Era qualcosa di cosi grandioso e assurdo, come se avesse scoperto per la prima volta l'acqua calda.
Si era in un certo senso dimenticato di questo fatto, da quando la relazione del suo amico era diventata seria, quell'inverno.
Victoria invece aveva iniziato a sospettare che ci fosse qualcosa tra il suo migliore amico e il ragazzo dai capelli scuri.
O meglio, aveva intuito che Will avrebbe voluto ci fosse qualcosa, perché il ragazzo era fidanzato con una certa El, che però non era presente.
Anche Mike era stato costretto a falsificare la sua risata, perché in quel momento più che scherzare avrebbe voluto strozzare Dustin per avergli fatto ricordare dell'esistenza di El.
Un ragazzo fidanzato non dovrebbe pensare così tanto ad uno scambio di sguardi avuto con un'altra persona, giusto?
Soprattutto se "l'altra persona" è un ragazzo, aggiunse poi mestamente.
"Se non vuoi rispondere alla mia domanda dovrai fare la penitenza e cioè... Dicci, chi è la persona di Hawkins che credi di odiare di più al mondo? Apparte Troy e i suoi amichetti del cazzo." Specificó Dustin, prendendo una manciata di pop corn.
"Hellen Hillston." Rispose immediatamente Mike, senza nemmeno rifletterci.
Il nome della ragazza non era neppure apparso nella sua mente, era semplicemente sgusciato via dalle sue labbra.
Non credeva nemmeno di ricordarselo, il suo nome.
L'ultima volta che aveva pronunciato quel nome era stato forse nel gennaio della seconda media, dopo il Ballo d'Inverno, quando ancora non facevano che parlare delle ragazze con cui avevano ballato e delle incredibili vicende che erano accadute, nonostante fossero passate settimane.
Nessuno chiese a Mike perché avesse scelto proprio lei tra i tanti stronzi che abitavano Hawkins, nonostante non li avesse mai derisi e si fosse limitata a esistere per tutti gli anni delle medie.
A sentire quel nome, però, lo stomaco di Will si attorcigliò su se stesso come il filo di uno yo yo che viene richiamato al nucleo di plastica.
Sicuramente non l'aveva nominata perché aveva ballato con lui in quella lontana sera di più di un anno prima ma... chi poteva saperlo?
Si limitò a trattenere un sorriso e a scambiare un'occhiata di mezz'intesa con Victoria, che splendeva di orgoglio per il successo del suo amico in campo amoroso.
Poco importava se agli occhi degli altri loro due stessero insieme, o se Mike avesse la ragazza.
Per Victoria, Will e il suo amico dai ricci scuri si sarebbero dichiarati, prima o poi.
E lei non vedeva l'ora di festeggiare il fidanzamento del suo amico gay preferito con qualcuno che gli piacesse davvero.
La serata continuò cosi, tra stupidi pettegolezzi e rivelazioni fulminee e incredibili.
Will si stupí di quanto a volte potesse essere facile essere felici.

𝐊𝐈𝐒𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐈𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐑𝐀𝐈𝐍, willxmikeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora