Quattro mesi e Iku sarebbe morto. Stecchito. Un mucchietto di carne in decomposizione sotto terra.
E "morire" non era attualmente nella sua top ten di desideri al momento.
Non poteva morire a 17 anni perché aveva ancora tutta la vita davanti. In più era troppo bello per andarsene, il mondo non sarebbe sopravvissuto a lungo senza la sua meravigliosa persona. E soprattutto non poteva morire con quell'idiota di Sam che sorrideva solamente quando i loro sguardi si incrociavano.L'estate a Devil Town era un incubo che durava tre mesi. Era stato durante quell'incubo, in quel caldo infernale che puzzava di vecchio e sacchetti di spazzatura cotti sull'asfalto che Iku aveva incontrato Sam.
Sam Hawkins passava le serate estive poco dopo Oakbridge, il vecchio ponte che univa Anamaki alla periferia, al parco. Il parco era un quadrato di erba secca recintato da una staccionata cascante. Un tubo in cemento, un copertone fuso e bucato appeso a un albero e due cubi di marmo avanzati da un cantiere. Non c'era altro in quel parco. Né scivoli né bambini, solo un caldo che faceva desiderare di essere morti, seppelliti sotto terra. Al fresco.C'era sempre e solo Sam.
Tranne quella lontana sera di agosto. Iku aveva dieci anni. Era scappato di casa perché non voleva mangiare il minestrone. Non che odiasse il minestrone, ma l'idea di mandare giù una brodaglia calda quando in casa c'erano 40 gradi non gli ispirava per nulla. Le sue proteste e le sue argomentazioni non erano riuscite a convincere la cuoca a cambiare il menù per la cena quindi quella sera Iku se ne stava rannicchiato e imbronciato, pensando ad un piano migliore, nel copertone dondolante e bollente. Un coltello alla gola? Troppo violento. Una mazzetta di soldi? Se i suoi genitori lo avessero scoperto sarebbe morto.Una faccia spuntò di colpo nel buco del copertone. Sam. Due occhi marroni si sgranarono per la paura non appena videro Iku.
Iku gridò, ma Sam gridò più forte e, indietreggiando, cadde sull'erba secca.
Iku cacciò fuori la testa dal copertone e guardò il ragazzino per terra: un caschetto biondo gli nascondeva il viso, dietro di esso era ben visibile lo sguardo spaventato del bambino. Iku rotolò fuori dal copertone e finì per terra accanto a Sam.
Iku era bravissimo a farsi amici, era arrivato il momento di mettere in pratica tutti i film mentali e le esercitazioni immaginarie che aveva fatto in attesa di incontrare qualcuno di vivo. Porse la mano a Sam e sorrise nel modo più affascinante che poté.
- Doyle Ikuji Lucos, è un piacere conoscerti.
Un silenzio imbarazzato. La mane rimase tesa a mezz'aria.
- È proprio comodo quel copertone, vero?
Ancora silenzio, Iku cominciò a temere che i film mentali non avessero nulla a che fare con la realtà, non aveva mai immaginato uno scenario del genere. Abbassò lentamente la mano e fece vagare lo sguardo a disagio sul parco attorno a lui, solo erba secca e scarti dal cantiere. Nulla di interessante da usare per iniziare una conversazione...
- Sam.
Mormorò il ragazzino accanto a lui e Iku si voltò di colpo.
- Sam?
- Sì, sei sordo? Sam. È il mio nome.
- È un soprannome? Per Samuel? Samuele? Samir?
- No. Solo Sam.
Iku ammutolì, altra parte di conversazione che non aveva previsto e non sapeva come proseguire. Sam si alzò e si spazzolò la polvere via dai vestiti e dalla pelle. Non indossava le scarpe, solo un paio di infradito sgualcite, aveva gli angoli della bocca sporchi di cibo e i capelli spettinati. Sembrava un ragazzino che viveva per strada.
- Sei un senza poteri?
- No.
Disse Sam seccamente, poi appoggiò una mano sulla fronte di Iku e un ricordo non suo di una giornata d'autunno passata a sgranocchiare melograni sotto un portico riempì la mente del ragazzino seduto ancora per terra. Un secondo dopo il sapore in bocca di melograno era sparito e aveva davanti Sam, con la bocca sporca e le ciabatte ai piedi.
- Tu hai qualche potere, Iku? Posso chiamarti così? È l'unica parte del tuo nome che ricordo.
- Mi piace Iku. E io ho il potere più figo di tutti.
- Sono contento per te.
Commentò Sam senza fare una piega e si sedette nel copertone, guardandolo dall'alto con una certa superiorità. Iku sotto quello sguardo si alzò subito in piedi.
- Io sono super intelligente. Capisco tutto.
- Non sembra.
Sam si grattò un orecchio e Iku si sentì in qualche modo offeso da quelle parole. Scoppiò a ridere.
- Vai a scuola, Sam?
- Certo che ci vado.
- Ci vediamo a settembre allora.
- Che fortuna.
Nonostante il sarcasmo nella sua voce Sam a settembre andò a cercare Iku tra gli studenti delle altre classi. Lo trovò.
Soprattutto per questo Doyle Ikuji Lucos non poteva morire. Non aveva intenzione di lasciare da solo Sam. Perchè Sam lo cercava e lo trovava sempre.
A. A.
Ed eccoci qui con nuova storia. Non è una ff ma spero vi entusiasmi ugualmente. Posterò un po' meno frequentemente perchè alcuni capitoli sono lunghi il doppio del solito ops. Spero di non dropparla, ma credete in me.
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Devil town ||boyxboy||
Paranormal"Quattro mesi e Iku sarebbe morto. Stecchito. Un mucchietto di carne in decomposizione sotto terra. Non poteva morire a 17 anni perché aveva ancora tutta la vita davanti e tutta una lista di desideri ancora da avverare. In più era troppo bello per m...