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Se Asia in quel contesto provinciale di piccola località costiera si sentiva a suo agio, Sandro al tavolo vicino non riusciva a capire come fossero finiti lì. C'erano tanti posti belli, più adatti al loro status di vip. Invece erano finiti in quel locale pieno di gente che non faceva il minimo sforzo per nascondere l'eccitazione causata dalla presenza dei due calciatori.

Se da una parte essere riconosciuto lo gasava, dall'altra si sentiva un oggetto con cui fare il selfie da far vedere agli amici. O ancora peggio, una specie di animale allo zoo fotografato senza il suo permesso.

Se non altro, il gruppo di ragazzi che aveva raggiunto il tavolo accanto al loro aveva mostrato un certo contegno, anche se una delle ragazze sembrava particolarmente interessata a loro, tanto che aveva sbattuto contro la sedia. Un'altra ragazzina che punta i soldi.

Non poteva sapere che Asia, mentre sorseggiava il suo Bloody Mary, a tutto pensava tranne che al suo conto in banca. Piuttosto ripercorreva con la mente le partite che aveva deciso con un gol, un assist, una chiusura difensiva degna di nota. E pensava anche allo stress che dovevano provare, con tutti gli occhi addosso, motivo per cui la ragazza aveva evitato qualsiasi contatto.

Davide sembrava a suo agio: era più abituato di lui alla fama, visto che era più grande e da più tempo titolare in Serie A. Inoltre, si ripeteva Sandro, lui non è solo ad affrontare tutto questo. Ilaria era la sua fidanzata da più di 7 anni e i due erano molto complici. Pensava di poter costruire qualcosa di simile con Giulia, ma poi lei si era rivelata molto più interessata a quella fama che lui riusciva a mala pena a gestire.

La serata era particolarmente calda; Sandro sentiva la camicia che indossava appiccicarsi al corpo e sganciò i primi bottoni. Notò la ragazza del tavolo vicino spostarsi i capelli dietro le spalle, per poi portarli su un lato. Si soffermò sulla curva della spalla, rimase incantato a seguire il movimento della mora e si impegnò per tornare in sé, prima che qualcuno notasse quello sconveniente e prolungato sguardo.

Davide e Ilaria stavano per andarsene, e Sandro sperò con tutto il cuore che il fratello seguisse l'amico verso il parcheggio. In quel momento, però, la mora si alzò dal tavolo e si avvicinò al bancone: Davide non si fece sfuggire le occhiate che Sandro le dedicò.
"Hai puntato la preda? Mi sembra carina e secondo me ci sta, visto come ci guardava."
Sandro non amava quel linguaggio; nonostante la brutta esperienza con la sua ex fidanzata, non aveva intenzione di seguire il consiglio degli amici di lanciarsi tra le gambe della prima che passa. Davanti a un calciatore, anche le sante si inginocchiano. Così aveva detto uno dei suoi compagni di squadra, che aveva senza dubbio fatto esperienza diretta della cosa. Lui invece continuava a fuggire da quel tipo di donne.

Asia era in piedi al bancone, che aspettava i due shot di tequila che aveva ordinato: il barman preparò i bicchierini e lo sistemo in un vassoio, insieme al sale e alle fettine di limone. La ragazza si voltò e senti gli occhi di qualcuno scrutare il suo corpo; si stupì di trovare i due calciatori che la fissavano. Uno ridendo, l'altro con maggiore intensità. Cercò di tornare al tavolo con naturalezza, ma il rossore sul suo volto la tradì.

"Se non guardi davanti inciamperai, di nuovo." La voce del ragazzo la raggiunse in maniera nitida e non fece che aumentare il rossore sul suo volto. Asia però era abituata a non farsi intimorire da nessuno, e non lo avrebbe permesso nemmeno a quei due calciatori montati.

"In effetti sono tre ore che vi fisso perché non riesco a smettere di pensare allo scudetto che avremmo potuto vincere se solo foste stati in grado di buttare la palla in rete."
Silenzio. Sapeva di avere l'attenzione di tutti: i suoi amici erano spettatori di quel siparietto tragicomico.
I due calciatori erano evidentemente sorpresi dalla risposta della ragazza: Davide sorrise, Sandro invece si incupì all'istante. Evidentemente non aveva ancora superato l'ultima giornata di campionato, pensò Asia.

"Chapeau. Puoi lamentarti con lui per il resto della serata."
Dopo queste parole, Davide si allontanò con la fidanzata, sghignazzando consapevole di aver gettato il seme per far conversare l'amico con la mora.
"Se volete unirvi a noi..." disse Alice, togliendo l'amica dall'imbarazzo.
I due si avvicinarono al tavolo e si presentarono al gruppo; iniziarono a parlare del più del meno e Sandro si stupì di trovarsi così a suo agio in una conversazione. Il fatto di essere un calciatore aveva una rilevanza marginale, eppure non riusciva a non pensare alle parole della ragazza.

Aveva captato la delusione della tifosa e allo stesso tempo era rimasto colpito dalla vena provocatoria con cui la ragazza si era rivolta a loro. L'estrema naturalezza con cui aveva risposto, il tono leggermente piccato, erano qualcosa di estraneo al mondo in cui Sandro viveva. Da quando era diventato Tonali, il mondo si rivolgeva a lui con un certo timore reverenziale, e lui lo odiava.

"Mi devi uno scudetto." Asia interruppe i pensieri del ragazzo, i cui occhi per la prima volta poterono scrutare da vicino i lineamenti della ragazza. I capelli, leggermente ondulati, incorniciavano perfettamente il volto abbronzato della giovane. Aveva gli occhi vispi, color nocciola, qualche lentiggine sul naso, le labbra lievemente incurvate in un sorriso. Fu stupito di notare che non aveva un filo di trucco.

"Credimi che è stato brutto anche per noi."
Quelle parole, il tono con cui il ragazzo le aveva pronunciate, colpirono Asia. Percepì la sincerità e allo stesso tempo il dispiacere del ragazzo per il traguardo mancato, e gli sorrise comprensiva, rendendosi conto in quel momento di avere in comune con quel calciatore strapagato molto più di quanto pensasse.

DUSK TILL DAWN - Sandro TonaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora