Capitolo 12 parte 2

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Hermione pov'

Essere a casa, la mia nuova casa, è una sensazione strana, travolgente, che mi stringe il petto in una morsa quasi dolorosa. Da una parte sono estremamente felice ma dall'altra, quella più a pezzi, quella più malinconica...sono lacerata dai ricordi ai quali mi aggrappo per farmi forza, per non arrendermi, per andare avanti e trovare una soluzione a tutti i problemi che ho dal principio e che ho creato nelle ultime settimane. Cielo, se è strano e difficile. Un giorno, quando rivedrò Harry, il cuore si stringe un po' di più, cosa proverò guardandolo negli occhi con la consapevolezza di aver baciato suo padre? Che seppur breve, tra noi c'è stato qualcosa? E cosa proverò, guardando tutti loro ormai adulti vivere nel presente senza ricordare niente di me, come se per loro nel passato non fossi mai esistita? So che è la cosa giusta, che io sono solamente un pezzo di un puzzle destinato a scomparire silenziosamente dalle loro vite per riapparire in un futuro lontano. Ma qualcosa nel profondo del mio cuore, mi fa star male al pensiero di lasciarli. Questa vita mi ha assorbita così tanto che ormai la sento mia e sapere che un giorno dovrò lasciare tutto...Mi fa paura. Saprò mai fingere? Riuscirò a restare indifferente senza perdermi, senza gridargli la verità che adesso devo tacere?

Quando sono tornata nel vagone, nell'aria c'era una leggera tensione, Lily era tra noi ed era seduta vicina ad Alice. Ci eravamo scambiate un lungo ed intenso sguardo, nel quale avevo cercato di trasmetterle la mia sincerità. Avrei dato l'anima, se necessario, per far sì che lei e James stessero insieme e nessuno, tanto meno Piton, sarebbe stato un ostacolo, a costo di doverlo fermare io in prima persona, con le buone o con le cattive. Poi il treno aveva rallentato, fischiando e sbuffando vapore e tutte ci eravamo alzate, raccogliendo i nostri bagagli per prepararci ad uscire e raggiungere i nostri famigliari. Ci eravamo salutate con affetto, mi era sembrato che alla fine tutto fosse tornato sereno e nessuna delle ragazze si era comportata in modo strano con me. Voglio credere che nessuna di loro finga e mi porti rancore, mi farebbe troppo male.

Lily era stata accolta a braccia aperta dai suoi genitori, felici ed emozionati nel rivederla e avevo visto la felicità nel suo sguardo smeraldo. Petunia non c'era, avevo notato con una punta di tristezza e amarezza. Mi ero chiesta come mi sarei sentita io, al suo posto, se avessi avuto una sorella che mi odiava solamente perché eravamo diverse, senza che io ne avessi colpa. Lily era forte, molto più forte di quanto lei stessa credesse.

Anche le altre ragazze erano state accolte calorosamente dai vari parenti e tra la folla avevo visto la chioma corvina di James raggiungere una coppia elegante e sorridente che lo avevano accolto a braccia aperte insieme a Sirius, a pochi passi di distanza da lui. Mi era sembrato vagamente turbato, ma forse era stata la mia impressione, anche se ciò che è accaduto sul treno continua a tormentarmi. Se James non ci avesse interrotti, come sarebbe proseguita la conversazione? Sirius mi manca, devo ammetterlo a me stessa...Forse è il mio più grande rimpianto. E sapendo che un giorno dovrò andarmene, non voglio che niente resti in sospeso. Voglio che tutto torni come prima...Voglio che tra noi le cose vadano bene. In lontananza avevo visto anche Regulus. Si era avvicinato a testa bassa ad una coppia che si teneva a distanza dal resto delle persone, come se temessero di restarne contagiati, come se credessero di essere superiori a tutti loro. E probabilmente era così, pensai con ribrezzo. Mi dispiacque per lui e per un momento avrei voluto raggiungerlo per dirgli di venire via con me. Anche lui merita un lieto fine e, soprattutto, sarebbe bellissimo se si riunisse a Sirius. Ma in presenza dei signori Black, non ho osato avvicinarmi. Ammetto che mi terrorizzano e che per un attimo ho sentito un brivido freddo scendermi lungo la schiena. 

Io invece avevo trovato Anna e George ad aspettarmi in disparte, con un sorriso felice ed emozionato stampato in faccia. Li avevo raggiunti felice ma impacciata e senza che me lo aspettassi Anna mi aveva abbracciata calorosamente mentre George mi aveva stretto una spalla con un sorriso radioso, togliendomi il carico del baule. Gli ero così grata che le parole non mi venivano.

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