Gelsomino

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Casa dolce casa. Finalmente i quattro erano tornati alla loro amata Londra sani e salvi. Adesso si stavano dirigendo, con un taxi, a Baker Street per fare il punto della situazione...e magari bere un po' di buon tè caldo preparato dalla signora Husdon.

«La prossima volta andiamo in montagna»
«Io sono a favore...però prendiamo lo spray anti yeti»

John e Greg avevano entrambi un attrazione per gli Holmes, certo, ma rischiare di morire così tante volte non era poi tanto gradito. Anche se stavolta decisero di prenderla sul ridere e fare qualche battuta per sdrammatizzare un po'.
Una volta arrivati, dopo aver costretto Mycroft a pagare il tassista, bussarono alla porta del nostro amato 221B. L'anziana signora aprì subito, accogliendoli festosamente.

«Allora com'è andata la vacanza?»
«Non era una vacanza, stavamo indagando su un omicidio»
«No no, è stata una vacanza. John ha un aria molto rilassata. È successo qualcosa?»

La signora Husdon rivolse la domanda a Greg e Mycroft sperando in qualche gossip su Sherlock e John. Il detective però la invitò a preparare il tè.

«D'accordo d'accordo vado a prepararvi il tè...ma non sono la vostra governante!»

Salirono su, John e Sherlock sedettero sulle loro poltrone, Mycroft e Greg sul divano e si fecero preparare il tè tra una chiacchiera e l'altra. Il moro iniziò a spiegare agli altri di Moriarty e di come fosse riuscito ad arrivare a lui grazie a John.

«Giusto...ora che ci penso...non mi hai ancora spiegato come hai fatto ad arrivare all'anagramma»
«Oh si beh...»

Mycroft si alzò risistemandosi la giacca.

«Meglio se togliamo il disturbo, avranno le loro cosette da dirsi»

Anche Lestrade si alzò, ringraziando la Husdon per il tè. Poi se ne andarono tutti e tre, lasciando i piccioncini da soli.

«Quindi?»
«Ti ricordi quando l'altra mattina ti parlavo dell'anagramma della parola arcobaleno?»
«Si...»
«Ecco mi hai fatto semplicemente venire in mente quello. Hai detto sole e pioggia così ho pensato all'arcobaleno e quindi all'anagramma»
«Oh...ok. Però adesso spiegami cosa significava»
«Cosa significava cosa?»
«Tutto quel discorso dell'arcobaleno, anagrammi e collegamenti strani...»
«Va bene...allora...arcobaleno è formato da cobra ed alone, solo. Fin qui ci sei?»
«Si ok non sono così stupido»
«Ipotizziamo che io sia un cobra. Un cobra che ama stare da solo. Tu mi ami perché ami il pericolo, il cobra. Ma se ami il cobra che ama stare da solo, ami anche l'arcobaleno perché è il frutto dell'unione dell'anagramma delle due parole. E tu sei sole e pioggia allo stesso tempo perché l'arcobaleno senza di te non potrebbe esistere. Questo si può dire dal carattere. Insomma sei una persona fredda e brusca ma spesso anche illuminante e splendente. E poi...anche perché io...senza di te non so cosa fare»

Sherlock sorrise. Di nuovo quel sorriso che riesce a farti scaldare il cuore, che ti fa venire voglia di abbracciarlo e baciarlo.

«Io...»
«Tranquillo non importa che dici qualcosa. So che è difficile per te. Inoltre...»
«Cosa?»
«Beh...ti piace l'arcobaleno perché è la bandiera lgbt+»
«Hai rovinato il momento»

Il detective iniziò a ridere riuscendo a trascinare anche John.
Sherlock sembrò poi improvvisamente ricordarsi di una cosa e iniziò a frugarsi in tasca.
Tirò fuori un piccolo fiorellino. Era del gelsomino legato ad un filo d'erba che formava una sorta di anello.
Si alzò e andò a metterlo all'anulare di John.

«Non ci credo che l'hai fatto davvero»
«Mica potevo tenerlo solo io»

Sherlock si spostò una ciocca di capelli mostrando il gelsomino sull'orecchio. John sorrise, si guardarono negli occhi e seguirono pochi secondi di imbarazzante silenzio. Il detective si schiarì la voce.

«Quindi...che titolo darai a questo caso?»
«Pensavo semplicemente...𝘎𝘦𝘭𝘴𝘰𝘮𝘪𝘯𝘰»

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𝐆𝐞𝐥𝐬𝐨𝐦𝐢𝐧𝐨 // 𝐉𝐨𝐡𝐧𝐥𝐨𝐜𝐤 + 𝐌𝐲𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora