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Eddie-

Dustin mi aveva da poco chiamato per passare la serata con i suoi amici a casa Harrington, la cosa non mi entusiasmava chissà quanto. Steve Harrington non mi andava molto a genio ma quella sera non avevo niente di particolare da fare, quindi accettai.
Indossai la mia solita maglietta dell'Hellfire insieme ad un jeans nero aderente e uscii da quella che poteva essere definita casa.
Arrivai dagli Harrington in poco tempo e suonai al campanello.
Ad aprirmi fu proprio Steve che salutai con un sorriso ed un piccolo cenno della mano, mentre lui fece un leggero movimento con il capo, scostandosi dalla porta per farmi passare.

<Henderson, Wheeler, Sinclair!> dissi in una piccola risata, abbracciando i ragazzi dinanzi a me, salutando poi Max seduta a gambe incrociate sul divano.
Mi guardai un po' intorno, c'erano tutti all'appello, ma non Madeline.

<se cerchi Mad è al piano di sopra, terza porta a sinistra>
disse con tono fermo Steve, guardandomi attentamente ed io schiusi le labbra, intento a parlare

<Magari vado a salutarla, non vorrei risultare maleducato>

dissi io, dirigendomi verso la camera della ragazza che in poco tempo ritrovai davanti.
Bussai e subito dopo aprii la porta lentamente, vedendo la ragazza stesa sul letto con in testa le cuffie, il volume era così alto che riuscivo a sentirla anche io la musica.

<È permesso?>

Diedi un'occhiata veloce alla camera, piena di poster di gruppi rock, vinili attaccati alle pareti ed una chitarra elettrica altrettanto appesa alla parete.
Visto che la ragazza non mi aveva notato, decisi di fare qualche passo in avanti, muovendo la mano a destra e sinistra in modo da farmi notare, cosa che però non accadde.
Mi morsi l'interno guancia con agitazione, non volevo mica che si spaventasse, ma non volevo neanche andarmene da quella stanza a mani vuote.
Le toccai la spalla delicatamente e la ragazza si girò, sfilandosi le cuffie dalla testa. Appena mi vide sgranò gli occhi e si mise una mano sul cuore. Si, l'avevo spaventata.

<Perdonami, ho provato a farmi notare ma eri così presa dalla tua musica che proprio non ne volevi sapere di salutarmi, vero Harrington?> chiesi io con un sorriso sul volto, notando che i suoi occhi trasmettevano tanta stanchezza.
Effettivamente era tardi e probabilmente stava anche per andare a dormire.

<Scusa, non dovrei sentire la musica tanto alta> rispose lei, passando una mano tra i suoi morbidi capelli mossi.

<È okay, tranquilla>

<Non vai giù dai ragazzi?> si mise seduta sul letto, a gambe incrociate.

<Forse tra un po', prima volevo farti una proposta>

Vidi il suo sguardo cambiare, da stanco passò all'essere quasi spaventato, misto alla confusione.

<Ti va una sigaretta?> continuai

Madeline annuì e si allungò verso il comodino dove teneva nascosto il pacchetto di sigarette e ne prese una insieme all'accendino.

<Vieni> disse lei alzandosi dal materasso, dirigendosi verso la finestra che aprì, sedendosi poi sul cornicione.
Mi misi di fianco a lei e cominciammo a fumare, restando in silenzio.
Ma non era uno di quei silenzi imbarazzanti, era quasi rilassante, come se riuscissimo a comunicare anche senza aprir bocca.
Ogni tanto mi fermavo a guardarla e devo dire che la bellezza proprio non le mancava.
Mi soffermai ad analizzare ogni piccolo dettaglio del suo viso.
I capelli neri le ricadevano sul viso, mentre i suoi occhi azzurri col riflesso della luna erano ancor più chiari e belli.
E solo in quell'istante notai che avesse anche una cicatrice sul collo, o meglio, sul lato del collo. Non ci avevo mai fatto caso poiché Madeline portava sempre i capelli sciolti che le coprivano perfettamente la zona, forse proprio per nascondere quella cicatrice.

<Come te la sei fatta?> chiesi io, indicando il segno che aveva marchiato sulla pelle

<Sono caduta da piccola> sputò secca, senza neanche rivolgermi lo sguardo. Restava con gli occhi fissi dinanzi a sé e sembrava già pronta a darmi una risposta, come se fosse una battuta di un copione che ripeteva e ripeteva ogni qual volta qualcuno le poneva la stessa domanda.
Tuttavia, una parte di me era convinta che stesse mentendo ma non volevo fare altre domande, poteva innervosirsi, quindi mi limitai ad annuire, finendo la mia sigaretta.

Made-

Sapevo mi stesse guardando, sentivo i suoi occhi puntati su di me, o meglio, sulla mia cicatrice.
Mi aspettavo quella domanda che non esitò ad arrivare e subito risposi, ovviamente mentendo.
Ciò che vi era dietro quella cicatrice era troppo grande anche solo per poterlo raccontare, l'unico ad esserne a conoscenza era Steve che era lui stesso presente al momento in cui mi provocai quella ferita che mi rimase impressa a vita.
Ma Eddie non fece più domande, fortunatamente, non mi andava proprio di rispondergli in malo modo.
Lo vidi gettare la sigaretta sul tetto del porticato sotto la mia finestra e poi rientrò in camera, spingendosi all'indietro.
Feci la stessa cosa e lo guardai mentre analizzava ogni poster nella mia stanza e non solo, stava divorando con gli occhi anche la mia chitarra elettrica appesa sulla parete dinanzi al letto.

<Un giorno magari te la faccio suonare, Munson> dissi io ritornando sul letto mentre lui mi guardava con una scintilla negli occhi.

<Davvero?>

<Davvero>

Lui sorrise, ma in quello stesso momento sentimmo la voce di Dustin provenire dal piano di sotto.

<Eddie! scendi dai!>

Eddie mi guardò con una mano sul cuore.

<M'lady, mi duole dirle che il cavalier Eddie Munson è richiesto al piano di sotto> disse con voce teatrale, chinandosi leggermente davanti per simulare un inchino.
Accennai una risata, raccogliendo le mani sul mio petto.

<Ci vediamo a scuola Munson>

<Ci vediamo a scuola, Harrington>

La serata proseguì tranquilla per entrambi.
Eddie ritornò a casa tardi così come tutti gli altri ragazzi, mentre Madeline stava già riposando.
Il mattino seguente la ragazza si svegliò mezz'ora prima del dovuto, questo perché Steve non avrebbe potuto accompagnarla a causa di un altro impegno, quindi l'unico veicolo a disposizione era il suo skateboard.
Ci mise spaventosamente poco a prepararsi, consapevole che lo skate non era chissà quanto veloce e ci avrebbe messo un po' per arrivare a scuola.
Uscì di casa e si incamminò verso scuola, sentendo l'aria gelida posarsi sulla sua pelle rendendole rosse le guance e la punta del naso.
Giunse a scuola puntuale e vide Max, anche lei con uno skateboard sotto braccio e Madeline decise di avvicinarsi.

Made-

<Max!> dissi avvicinandomi alla ragazza che non esitò a girarsi e salutarmi con un caloroso sorriso.

<Oh Made, ciao>

<Cercavo proprio te, volevo chiederti una cosa> continuò la rossa, con fare timido.

<Ti va di sederti con me, a mensa?> proseguì ed io schiusi le labbra a quella domanda.
Non me lo aspettavo affatto e di conseguenza esitai a rispondere.

<Se non ti va non fa nie->

<Certo, certo che mi va>
risposi io, un po' di compagnia non mi avrebbe fatto male.
La ragazza sorrise e si affiancò a me, mettendo un braccio intorno alle mie spalle e cominciammo a camminare verso l'entrata della scuola.
Mi piaceva quella situazione, finalmente avevo qualcuno con cui scambiare qualche parola a mensa.

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