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Dopo la partita tornarono tutti a casa, tutti tranne Steve, Madeline ed Eddie.

<Allora?> chiese Steve, voltandosi verso la sorella abbracciata ancora al riccio.

<Si, un attimo, Harrington> batté il riccio stringendo la ragazza dai fianchi, dandole dei dolci baci tra i capelli.

Ti amo, Madeline

Avrebbe voluto dire.

Ti amo così tanto.

Ma non riusciva, era più forte di lui.

I due si allontanarono e si salutarono con un piccolo gesto della mano, sussurrando un "buonanotte" e Madeline tornò in macchina con Steve.

Il moro mise in moto il veicolo e partì.

Madeline guardava fuori dal finestrino con fare spensierato ed un sorriso sul volto.
Pensava al suo Eddie, a quello che erano adesso.
La corvina lo sentiva, cominciava ad amarlo, ed ora non sarebbe tornata più indietro.

Madeline Pov

<Sono fiero di te, Madeline, per quello che hai fatto> mi disse Steve, sorridendomi.

Sono fiero di te, Madeline.

Quelle parole mi rimbombavano in testa.
Lo guardai senza proferire parola, non ci riuscivo.
Decisi di non dire nulla, sorrisi e basta.

Arrivammo a casa e diedi la buonanotte al maggiore, chiudendomi poi in camera e caddi tra le braccia di morfeo.

Dopo qualche ora, però, sentii dei rumori al piano di sotto e il mio corpo scattò in piedi, sfilandomi le coperte di dosso.

Mi alzai velocemente dal materasso ed uscii dalla mia stanza, vedendo da lontano che Steve fosse ancora nel suo letto.
Ma se Steve era lì, chi c'era al piano di sotto?

Mi avvicinai alle scale e sporsi la testa per affacciarmi, ma non riuscii a vedere molto, quindi decisi di cominciare a scendere.
Una scala dopo l'altra e mi ritrovai al piano inferiore.
Mi voltai e i miei occhi si sgranarono, non potevo crederci.

Papà.

<Madeline, tesoro!> disse l'uomo con un largo sorriso sul volto, stringendomi in un forte abbraccio che non ricambiai.

<Che ci fai qui?> dissi con tono freddo, notando lo sguardo turbato dell'altro che teneva gli occhi fissi nei miei.

<Sono partito stamattina per farvi una sorpresa! non sei contenta? Steve dov'è? dorme? Sveglialo! festeggiamo> disse lui pieno d'euforia, dirigendosi verso la cucina e cominciando ad aprire sportelli su sportelli alla ricerca di qualcosa da bere o da mangiare.

<Che succede?> sentimmo una voce provenire dalle scale.
Era Steve, intento a stropicciarsi gli occhi con la mano e quando egli si rese conto di chi era nella sua cucina, si paralizzò.
Steve odiava nostro padre, sia perché non era mai stato un padre, sia perché quell'uomo che ora gironzolava spensierato dinanzi a me, era lo stesso uomo che mi aveva abbandonato più e più volte nel corso della mia vita, lo stesso uomo che mi ha fatto credere di avere qualcosa di sbagliato.

<Papà?> disse Steve con tono sconvolto, affrettandosi a mettersi davanti a me come per difendermi.

<Proprio io, sei contento di rivedermi?> rise l'uomo, ma sia io che steve restammo in silenzio.

<Deduco di no> continuò nostro padre, sedendosi sul bordo del divano.

<Ragazzi, so che avrei dovuto avvertirvi, ma che sorpresa sarebbe stata? avrei rovinato tutto!>

Master of Puppets.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora